Finanza e Risparmio

Autonoleggio familiare all’Ipo: la storia di successo di Sicily by car

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di Mariarosaria Marchesano

Il settore dell’autonoleggio è dominato da un gruppo di multinazionali, Hertz, Europcar e Avis tra le principali. L’impresa familiare è praticamente l’eccezione.

Per questo la prossima quotazione in Borsa di Sicily by Car, società fondata negli anni Sessanta e ancora oggi guidata da un ex ufficiale della Marina mercantile, il palermitano Tommaso Dragotto, classe 1938, sta suscitando grande attesa nella comunità degli investitori a cui l’operazione è stata presentata nei giorni scorsi a Milano. Il debutto è previsto a luglio sull’Egm attraverso la business combination con una Spac, veicolo societario d’investimento, ma per dimensioni, ritmo di crescita e valore dell’equity stimato (298 milioni di euro) Sicily by Car si propone di passare al segmento Star nel giro di un paio d’anni, mercati permettendo, ovviamente.

La storia è una di quelle che vale la pena di raccontare perché all’intraprendenza di quest’imprenditore del Sud, che negli anni Sessanta rinunciò a una carriera sicura per avviare un’attività industriale, si unisce un contesto congiunturale particolarmente favorevole: è il turismo, infatti, il driver principale della crescita dell’autonoleggio. E l’arrivo di turisti in Italia – ancora sotto i livelli antecedenti la pandemia – presenta una correlazione molto significativa con i giorni di noleggio a breve termine, prospettando quindi un importante sviluppo per tutto il comparto.

Ma in generale, le previsioni di crescita annua del Pil del turismo (2022-2023) sono superiori (+5,8%) a quelle dell’economia globale (2,7%). Un vento favorevole in poppa, dunque, di cui Dragotto, che di mari in gioventù ne ha navigati diventando persino Capitano di lungo corso, intende approfittare per consolidare la sua azienda sui mercati internazionali. Dal canto suo, Sicily by Car può contare su una crescita che in sessant’anni di storia è stata incessante (Dragotto l’ha fondata nel 1963), di un’elevata redditività e di zero debiti, oltre che di una naturale inclinazione alla sostenibilità ambientale e non solo (il parco auto è stato elettrificato nel 2017 e il 35% dei 500 dipendenti e collaboratori è donna, con presenza significativa anche nel management).

Nel confronto con i principali competitor, infatti, l’impresa di Palermo – che nel 2022 ha realizzato un fatturato di 161 milioni di euro, in crescita del 93% rispetto a 83,5 milioni del 2021 –  risulta prima per livelli di ebitda e di utili netti e ultima per indebitamento, il che si traduce in una forte solidità patrimoniale. Per non parlare del tasso di crescita annuale (Cagr) che è del 13,8% a fronte del 2,5 della media del settore in Italia. All’estero la società è già presente da qualche anno con Sicily by Car Europe, ma con la quotazione la società intende rafforzarsi attraverso acquisizioni, apertura di nuove stazioni e l’avvio della destagionalizzazione del business e con l’introduzione, in bassa stagione, di un modello di autonoleggio plurimensile.

Sicily by Car andrà in Borsa attraverso la business combination con la quarta Spac (Indstars 4) promossa da un gruppo di manager – Giovanni Cavallini, Attilio Arietti, Davide Milano ed Enrico Arietti – i quali nel luglio 2021 hanno raccolto con quel veicolo 138 milioni da investitori italiani ed esteri. A differenza di altre operazioni simili avvenute negli ultimi anni (una delle più note ha visto la nascita di illimity, la banca digitale fondata da Corrado Passera) in questo caso non è prevista la fusione tra il veicolo finanziario e la società target, ma soprattutto Dragotto continuerà ad avere il controllo di Sicily by Car (Indstars 4 acquisirà una quota di minoranza) e a gestire la governance.

Peccato solo che, trattandosi di una storia di successo che promette bene anche in Borsa, il pubblico dei piccoli risparmiatori non potrà sottoscrivere le azioni in sede di Ipo, ma comprarle sul mercato solo una volta che sarà quotata. La regola delle Spac è, però, questa e non è derogabile.pmi