Finanza e Risparmio

Egm verso la sostenibilità: Esg Ita Growth per attirare i grandi fondi

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 di Mariarosaria Marchesano

La stretta appena varata dalla Consob sui Poc (prestiti obbligazionari convertibili) che ammazzano le piccole aziende di Piazza Affari è arrivata grazie anche ad Ambromobiliare, uno dei principali advisor finanziari dell’Egm, che due anni fa aveva denunciato tutto in un dossier da cui l’autorità di vigilanza ha tratto spunto per intervenire con regole che dovrebbero stroncare un fenomeno che rischia di danneggiare l’immagine di questo segmento.

Ma è solo una delle iniziative in favore dell’ecosistema delle Pmi quotate messe in campo dalla società che dal 2018 ha come amministratore delegato la manager tedesca Corinne zur Nedden.

«L’Egm non va ingessato – dice al Settimanale – il successo che ha avuto negli ultimi dieci anni lo si deve proprio al suo dinamismo. E sarebbe un errore dire che non è regolamentato. Non lo è da Consob, per quanto attiene le procedure del prospetto informativo, ma segue le regole di Borsa italiana e comunque valutiamo positivamente l’intervento dell’autorità di vigilanza sui Poc, perché rappresenta un passo in avanti nella tutela dei piccoli risparmiatori che investono su aziende di dimensioni limitate ma con grandi potenzialità di crescita».

L’Egm è arrivato a quotare quasi 200 società e rappresenta ormai il vero driver di crescita di Borsa italiana-Euronext, segnata dalle decine di delisting delle “big” a cui la riforma appena varata dal Mef punta a mettere un freno. Una cosa importante, però, mancava su Egm ed era la sua capacità di essere intercettato in modo sistematico dai grandi investitori internazionali particolarmente attenti al tema della sostenibilità.

Grazie a un’iniziativa congiunta tra Ambromobiliare, Università Bocconi e Crif, piattaforma di rilevazioni informatiche su credito e imprese, è nato un indice di sostenibilità che si chiama Esg Ita Growth che servirà ai fondi per valutare la perfomance delle piccole imprese in “Environment, social e governance” (si veda il Settimanale del 29 aprile).

Per il momento ne fanno parte trenta aziende, un gruppo ristretto di “best in class”, spiega in sintesi zur Nedden, identificato grazie a un algoritmo che intercetta e seleziona tutte le comunicazioni pubbliche che le aziende fanno su questi temi. «Il paradosso, certo, è che se le imprese non comunicano all’esterno in che modo sono impegnate a garantire cose come l’inclusione sociale e di genere, la cura dell’ambiente e una gestione trasparente, rischiano di non essere considerate sostenibili anche se lo sono – prosegue l’ad di Ambromobiliare – Ma è il modo più oggettivo che abbiamo trovato per dar vita all’indice che d’ora in poi potrà essere replicato come gli altri indici settoriali dagli Etf, una forma di investimento sempre più in voga nel mondo. Quello che speriamo è che la nascita di Esg Ita Growth faccia fare un salto di qualità all’Egm in una fase in cui i capitali mondiali sono a caccia di made in Italy, ma sono anche vincolati al rispetto dei criteri Esg».

Ad oggi, secondo la manager, è il fattore “G” (governance) quello su cui viene posta maggiore attenzione (Ambromobiliare ha analizzato la corporate governance delle 184 società quotate su Egm al 15 dicembre 2022) in quanto più facilmente misurabile con criteri oggettivi rispetto ai fattori “E” e “S”, maggiormente influenzati dal settore in cui opera la società e dalla discrezionalità del soggetto che li analizza.

«La cosa importante è che le aziende dell’Egm comincino ad avere un benchmark di mercato a cui rifarsi e a sapere che non sempre è necessario avere un rating, che spesso è una procedura costosa anche se ovviamente utile per attrarre investitori. Quello che posso suggerire alle piccole quotate, o a quelle che si vogliono quotare, è di avviare al più presto all’interno un percorso perché il loro livello di sostenibilità possa essere valutato da terzi. Ormai è un obbligo da cui non ci si può sottrarre. Noi stessi di Ambromobiliare lo abbiamo fatto decidendo di confrontarci soprattutto con le nostre risorse più giovani perché sono loro che dovranno rendere migliore il mondo di domani».