Finanza e Risparmio

Flessibilità, parola chiave per le Pmi del futuro

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Di Davide Maestri

C’è l’adattamento a un contesto in rapido cambiamento caratterizzato dalle transizioni digitali e green (le Twin Transitions nella definizione della Commissione Ue) e la necessità di individuare e ridefinire il fabbisogno di nuove competenze, ma servirà poi anche la creazione di modelli organizzativi flessibili e la rigenerazione di figure professionali in ambiti distintivi per il nostro Paese. Sono, queste, alcune delle sfide principali messe in fila da top manager e risorse umane per il mondo del lavoro e dell’economia prossimo venturo, al centro della ricerca “Rethinking Competencies in Twin Transitions” presentata a Milano da Intesa Sanpaolo.

Il nuovo report di Look4ward (l’Osservatorio permanente sulle competenze del futuro che Intesa Sanpaolo conduce in collaborazione con l’Università Luiss Guido Carli in partnership con Siref Fiduciaria, Accenture e Digit’Ed), condotto da Paolo Boccardelli, direttore del Centro di Ricerca in Strategic Change ‘Franco Fontana’ dell’Università Luiss, ha analizzato l’approccio strategico di amministratori delegati e responsabili HR di Pmi e grandi imprese in otto settori: ospitalità, agrifood, energia, sociosanitario, bancario, IT, silver economy, blue economy.

Lo scopo è quello di fornire una guida alla comprensione delle sfide e delle opportunità delle twin transitions, dei loro impatti sui profili professionali a supporto delle decisioni aziendali, nell’individuazione di percorsi formativi e nelle strategie di passaggio generazionale.

In pole position tra le priorità da affrontare, la capacità di adattarsi a un contesto in rapido cambiamento: più del 70% degli intervistati considera importante mostrare adattabilità e capacità di cambiare mentalità.

Fondamentale anche la ridefinizione delle competenze: le organizzazioni hanno bisogno di risorse professionali con competenze digitali, green, relazionali e di adattamento al cambiamento continuo. La doppia transizione si gioca anche sulla creazione di nuovi modelli organizzativi: le aziende devono adottare modelli più flessibili e collaborativi che integrino e connettano efficacemente tra loro unità molto agili.

«I risultati della ricerca dell’Osservatorio Look4ward, che ha coinvolto un panel di 678 leader tra HR manager, presidenti e ad di aziende di rilevanza globale, confermano che le imprese italiane condividono la consapevolezza circa gli effetti trasformativi che le mega-tendenze del digitale e del green avranno sui settori»

ha spiegato Boccardelli. L’attenzione è massima tra le Pmi: oltre i 2/3 delle medie imprese (68%) e quasi i 3/5 (59%) delle piccole imprese concordano che il loro settore sarà completamente trasformato dalle twin transitions. Per far fronte a tali trasformazioni, il 32% degli intervistati dichiara di aver destinato tra il 20 e il 30% del budget complessivo per iniziative di trasformazione green, il 40% se si considerano le iniziative di trasformazione digitale. Il Cloud è la tecnologia che guiderà la trasformazione digitale nei prossimi 10 anni (62%), seguita dall’intelligenza artificiale (51%), la robotica (46%) e dai Big Data (45%). Per adesso, minore considerazione viene attribuita a metaverso e blockchain (36%).

Lo studio rivela che le twin transitions faranno emergere nelle organizzazioni anche la necessità di trovare nuovi equilibri nel paradosso, per reagire a spinte di forze tra loro contrastanti. Nel report vengono citati in particolare quattro paradossi:
1 – Il Paradosso dell’apprendimento, ovvero l’incertezza sul futuro vs. la conoscenza consolidata; necessità di adattamento vs esigenza di rinnovamento
2 I Paradossi organizzativi: creatività vs. efficienza; competizione vs. collaborazione; controllo vs. flessibilità.
3 – I Paradossi di appartenenza: tensioni identitarie; conflitto tra individuale e collettivo; valori concorrenti.
4 – I Paradossi della performance: richieste contrastanti da stakeholder interni ed esterni; strategie e obiettivi concorrenti

Superare tali paradossi sarà possibile solo se ci si sarà dotati di profili capaci di accogliere e accettare il cambiamento come la nuova normalità. Dunque ad essere modificato sarà anche il Dna dei Leader, che dovranno vestire i panni di catalizzatori dei migliori talenti di cui le organizzazioni avranno sempre più bisogno. I manager saranno valutati per la capacità che essi mostreranno di agire come facilitatori e di prestare attenzione alle relazioni all’insegna del “Noi”.

Basta quindi con la centralità del singolo e le gerarchie rigide, non più adatte a un contesto in continua evoluzione; le nuove competenze devono potersi esprimere in contesti che favoriscano l’apprendimento continuo, le capacità relazionali e l’autonomia, anche tramite la formazione continua. Fuori dagli slogan motivazionali buoni per qualche post, lo studio sembra dimostrare che un approccio di questo tipo permetterà concretamente l’accesso a nuovi mercati che le transizioni green e digitale apriranno per tutte le aziende che saranno in grado di innovare e adattarsi. Le imprese impegnate nelle twin transitions sono infatti più attrattive per i clienti, per gli investitori e per i giovani, grazie a una maggiore efficienza e a processi aziendali più produttivi.

«In un mondo in costante evoluzione, caratterizzato da un’accelerazione dei cambiamenti senza precedenti, ci troviamo di fronte a sfide globali guidate da trend trasformativi della società»

afferma Elisa Zambito Marsala, responsabile Education Ecosystem and Global Value Programs di Intesa Sanpaolo.

«Look4ward si pone l’obiettivo primario di individuare i fabbisogni di nuove competenze e di rigenerazione di skills tradizionali in settori strategici, necessari per adeguarsi alle trasformazioni aziendali in corso e ai nuovi business. L’obiettivo è creare azioni e modelli di intervento formativo di innovazione e sostenibilità che genera al contempo valore per le imprese e la creazione di nuove opportunità per il Paese»