Finanza e Risparmio

Il fantasma del rischio Italia tra rialzo tassi, debito e inflazione

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di Mariarosaria Marchesano

Ogni tanto sui titoli di Stato italiani si addensa la tempesta, poi l’allarme passa e il loro rendimento scende, ma a ben guardare resta il più elevato in Europa: in questi giorni quello del BTp decennale oscilla tra il 4 e il 4,3%. Di certo, l’allarme che si è diffuso quando la banca d’affari americana Goldman Sachs ha detto di avere scaricato le obbligazioni italiane dal portafoglio preferendo i bonos spagnoli – insieme con Moody’s che ha minacciato un declassamento del debito nel prossimo rating del 19 maggio – sembra rientrato grazie anche al fatto che gli investitori in questo momento sono tutti concentrati a valutare le possibili ripercussioni del precipitare della crisi dell’americana First Repubblic (dovrebbe essere salvata da Jp Morgan) e a capire il nuovo punto di caduta dei tassi Bce, dopo il nuovo rialzo del 5 maggio.

Insomma, di rischio Italia sui mercati non c’è traccia immediata, anzi, come ha sottolineato il Financial Times, in questa prima parte dell’anno le scommesse dei fondi speculativi contro i BTp sono crollate del 40% nel mese di aprile. L’economia italiana si mostra più dinamica del previsto (più 0,5 per cento il Pil nel primo trimestre 2023, meglio di Francia e Germania) e le schermaglie del governo Meloni con l’Europa su Pnrr, Mes e Patto di Stabilità sembrano essere considerate entro limiti accettabili. Insomma, la luna di miele tra Palazzo Chigi e i mercati non sarebbe ancora finita.

L’attenzione, però, resta alta. A parte il verdetto finale di Moody’s, bisogna considerare anche più a fondo il giudizio espresso dall’agenzia canadese Dbrs Morningstar venerdì 28 aprile a mercati chiusi, quindi a ridosso del ponte del primo maggio. Per quanto abbia confermato il rating BBB sull’Italia, mostrando ancora quindi un certo grado di fiducia nel Paese (rischi bilanciati e politica fiscale prudente), ha anche spiegato che non è possibile migliorare l’outlook fino a quando l’economia non migliorerà in modo importante. Prospettiva che all’orizzonte non si vede ancora, per l’incertezza dell’entità dell’impatto del Pnrr sulla crescita dell’Italia in un contesto europeo che viene visto in arretramento a causa della stretta monetaria.

Un’analisi di Capital Group, che è una delle società di gestione di fondi con maggiore esperienza a livello mondiale, spiega per esempio che, con il crescente rischio recessione, i titoli di Stato italiani restano poco attrattivi.

«Il profilo di debito dell’Italia – dice CG – rimane inoltre vulnerabile a causa delle consistenti attività di emissione del Paese e della forte esposizione dei titoli di Stato italiani del suo settore bancario, contribuendo così potenzialmente a un ampliamento degli spread in periodi di avversione al rischio». Più di carattere macro il dubbio che si pone un’altra casa d’investimento europea, Axa IM: «Quanto potrà resistere l’Italia in un contesto di tassi alti, inflazione elevata e bassa crescita?».

In conclusione, nel radar dei mercati il rischio Italia sembra essere ormai un fantasma che aleggia in modo costante, mentre, per esempio, quello greco è percepito in diminuzione grazie anche al fatto che dalle prossime elezioni politiche è atteso un governo stabile. E questo sta facendo dei bond greci e dei bonos spagnoli temibili concorrenti dei BTp.