Finanza e Risparmio

Mattone “porto sicuro” ma solo a Milano assicura un ritorno

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di Mariarosaria Marchesano

Il mattone continua a essere percepito dagli italiani come un porto sicuro: 8 su 10, infatti, lo considerano un investimento affidabile, non solo per l’acquisto della casa dove vivere, ma sempre di più come asset patrimoniale. La redditività di tale investimento, però, dipende molto da dove si acquista l’immobile. Ad oggi, infatti, l’unica città italiana a garantire un ritorno sicuro è Milano, che cresce quattro o cinque volte quanto cresce l’Italia e attrae investitori esteri, tenendo alte le quotazioni.

È quanto emerge da una ricerca realizzata da Nomisma per conto del gruppo d’investimento americano T. Rowe Price, che mette a confronto i rendimenti garantiti dal mattone con le cedole assicurate dal mercato azionario.

Investimenti immobiliari o finanziari? Si tratta di una vecchia diatriba, che in Italia ha quasi sempre visto vincere il mattone. Del resto, come spiega Bankitalia, gran parte della ricchezza netta di una famiglia media italiana è immobiliare abitativa: il 70,5 per cento possiede una casa, il 13,5 per cento ne possiede almeno una seconda. E dal sondaggio Nomisma, emerge che il 48 per cento degli intervistati ritiene che l’acquisto di una casa sia sempre un investimento conveniente, mentre il 36 per cento è convinto che sia meglio l’acquisto di un immobile da destinare all’affitto e il 39 per cento che le rendite da immobili garantiscono sempre un ritorno sicuro.

Inoltre, fra gli italiani che possiedono case in affitto, il 38 per cento si dichiara soddisfatto della rendita percepita e il 31 per cento è molto soddisfatto. Si tratterebbe, però, di una convinzione smentita dalla prova dei fatti se si considerano gli ultimi dieci anni. Lo studio T. Rowe Price-Nomisma dimostra che dal 2012 solo la piazza di Milano ha visto l’immobiliare in forte crescita. Lo stesso non si può dire di altre città come Roma e Napoli che, pur in recupero, restano lontani dalle quotazioni dell’anno di partenza. La morale della favola, secondo lo studio, è che «il grande interesse per il mercato immobiliare andrebbe considerato all’interno di un portafoglio diversificato insieme con altri strumenti del mercato mobiliare, come per esempio i fondi obbligazionari a cedola».