Finanza e Risparmio

Imprenditori e risparmio: poca voglia di rischio

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di Mariarosaria Marchesano

Che cosa ci fanno gli imprenditori con i soldi? Dall’ultima indagine di Intesa Sanpaolo-Centro studi Einaudi sul risparmio degli italiani (2022) è emerso uno spaccato della classe imprenditoriale con diversi segnali positivi.

In risposta alla crisi, più del 35,7 per cento ha innovato i propri prodotti; il 39,6 per cento ha accelerato sul fronte della digitalizzazione; il 34,7 per cento ha puntato sulla promozione online e il 23 per cento sulle vendite online. Digitalizzazione e innovazione saranno gli assi portanti del rilancio, insieme alle relazioni di partenariato (33 per cento) e agli investimenti nella formazione (31 per cento). Fin qui le scelte nel business.

Nella vita privata, la casa rimane un elemento di solidità anche per le famiglie di imprenditori: da questi ultimi potrebbe provenire circa l’1,5 per cento delle transazioni immobiliari stimate dall’Indagine per i prossimi 12-24 mesi, pur rappresentando solo lo 0,63 per cento della popolazione. Sul fronte degli investimenti finanziari, gli imprenditori mantengono uno scarso appetito per il rischio.

Un quinto di loro dedica più di un’ora alla settimana all’informazione finanziaria (contro il 5 per cento della popolazione generale); anche l’interesse per questi temi è elevato (39 per cento contro il 15,5 per cento). Non sono però “professionisti della finanza”.

Nel processo di investimento incontrano difficoltà simili a quelle della popolazione generale, anche se hanno una maggiore consapevolezza dei propri limiti. Meno del 6 per cento compie da solo le proprie scelte di investimento, contro il 27 per cento della popolazione generale; il 63,4 per cento ritiene importante il professionista di riferimento (commercialista, avvocato, e così via), a fronte del 24,6 per cento del campione complessivo.

Ciò che differenzia gli imprenditori sono però le motivazioni del risparmio “intenzionale”: appaiono infatti molto più preoccupati della situazione pandemica (28,6 per cento contro 16,1 per cento dei privati cittadini); risparmiano in misura maggiore per avviare una nuova attività (7,1 per cento contro 1,7 per cento); impiegano i soldi per aiutare i figli a diventare indipendenti (7,1 per cento contro 4,9 per cento) molto più che per lasciar loro un’eredità (0 per cento contro 3,7 per cento).