Finanza e Risparmio

Investimenti: minacce da geopolitica, inflazione e debito

Scritto il

di Aleksandra Georgieva

 Per far fronte a inflazione e rischi geopolitici Nouriel Roubini preferisce un asset allocation prudente, puntando su titoli di Stato a breve termine, metalli preziosi e immobiliare.

Ci apprestiamo a vivere in un mondo che sarà completamente diverso da quello che abbiamo conosciuto sinora, dopo l’era di pace e prosperità, ricchezza e progresso negli ultimi 75 anni. Nel suo report Megathreats, il noto economista – co-fondatore della società di analisi Rosa & Roubini Associates – delinea i principali pericoli per i prossimi anni.

Oltre alle tensioni geopolitiche con le quattro pericolose potenze revisioniste Cina, Russia, Iran e Corea del Nord, che sfidano l’ordine economico, finanziario e di sicurezza, nel suo ultimo saggio Roubini segnala anche le minacce derivanti dalla insostenibilità del debito pubblico, le pandemie, il cambiamento climatico, la possibilità sempre più concreta di guerra nucleare, attacchi informatici e la deglobalizzazione.

Nel contesto attuale le politiche fiscali dei principali Paesi (basate sull’erogazione di sussidi a pioggia) sono in contrasto con quelle monetarie delle banche centrali e rischiano di annullarsi a vicenda, scrive ancora Roubini.

Nonostante il linguaggio aggressivo delle banche centrali, sottolinea Roubini, ci sono buone ragioni per dubitare della loro volontà di fare «tutto il necessario» per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% in un mondo caratterizzato da un debito eccessivo e da rischi di crollo economico e finanziario.

Il punto sui mercati

Ma la domanda è: come possono performare i mercati finanziari in questo contesto?

Secondo Roubini è probabile che, come già accaduto nel periodo di stagflazione degli anni ‘70, entrambi i componenti del portafoglio tradizionale – obbligazioni a lungo termine e azioni statunitensi e globali – ne risentiranno, potenzialmente incorrendo in enormi perdite finanziarie.

I portafogli obbligazionari subiranno delle perdite a causa dell’inflazione che aumenta i rendimenti e di conseguenza riduce i prezzi. L’inflazione ha anche un impatto negativo sull’azionario in quanto l’aumento dei tassi di interesse danneggia le valutazioni di mercato delle società.

Nel 1982, al culmine del decennio caratterizzato dalla stagflazione, il rapporto prezzo/utili (P/E) delle società inserite nell’indice S&P500 era sceso a 8, oggi è più vicino a 20. Secondo Roubini il rischio oggi è un mercato ribassista prolungato. In effetti, per la prima volta da decenni un portafoglio 60/40 di azioni e obbligazioni ha subito delle perdite enormi nel 2022 a causa dei rialzi record dei rendimenti obbligazionari e delle vendite pesanti sul mercato azionario.

Dove investire

La ricetta targata Roubini per gli investitori in un contesto di mercato incerto sono gli asset che fungono da protezione contro l’inflazione, i rischi politici e geopolitici e i danni ambientali.

In tal senso Roubini indica i titoli di Stato a breve termine, obbligazioni indicizzate all’inflazione, oro e altri metalli preziosi e infine anche immobili resistenti ai danni ambientali.