Finanza e Risparmio

Investimenti sostenibili, imprese più appetibili con il rating Esg

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di Mariarosaria Marchesano

I fondi di investimento sono sempre più sensibili al tema della sostenibilità e chiedono alle aziende, anche in fase di quotazione, di dimostrare che le loro attività siano in linea con i criteri Esg (Environment, social e governance), vale a dire con la cura dell’ambiente, con l’inclusione sociale e di genere e con una gestione corretta e trasparente.

Ma mentre nelle grandi società gli investimenti e i dati relativi all’attuazione dei criteri Esg hanno raggiunto un livello avanzato, lo stesso non si può dire per le realtà di più piccola dimensione e capitalizzazione, dov’è ancora limitata la disponibilità di dati a disposizione degli investitori per una valutazione di sostenibilità.

Va anche detto che negli ultimi anni un numero sempre maggiore delle Pmi quotate su Euronext growth Milan ha scelto di pubblicare il bilancio di sostenibilità ma fino ad oggi non esisteva un indice-benchmark a cui i fondi d’investimento potessero fare riferimento con il rischio che tutta la liquidità raccolta da intermediari italiani nei comparti orientati verso investimenti Esg (34 miliardi secondo dati di Bankitalia, aggiornati al 2021) venisse convogliata solo sulle grandi società oppure su quelle estere.

Un vero peccato per quel made in Italy rappresentato dalle Pmi di oggi che possono diventare le big di domani grazie all’accesso al mercato dei capitali.

Ebbene, questa lacuna è stata colmata grazie a un’iniziativa di Ambromobiliare, uno dei più importanti advisor dell’Egm, realizzata con la collaborazione dell’Università Bocconi e con il sistema di rilevazione creditizie Crif.

È nato così Esg Ita Growth, un indice utile per valutare le performance delle Pmi italiane quotate nel listino speciale Egm. Raccolti i dati, le aziende idonee sono state individuate applicando tre parametri di valutazione: governance, liquidità e dimensioni. A livello di governance, è emerso che circa il 50% delle aziende quotate su Egm mostrano un livello alto di attenzione a una governance sostenibile; rispetto alla liquidità sono state escluse le aziende con un livello di scambi troppo basso, che non le renderebbe realmente investibili; quanto alla capitalizzazione di mercato, è stato definito un livello di capitalizzazione tra 10 e 500 milioni di euro.

Secondo Michele Calcaterra di Sda Bocconi, «il benchmarking di questo comparto di quotazione è propedeutico alla realizzazione di nuove strategie di asset allocation e, quindi, alla definizione di prodotti finanziari investibili Esg che abbiano come sottostante le cosiddette small cap industries».

Sono 30 le piccole e medie imprese quotate ad aver ricevuto il riconoscimento come “Esg best in class”, appartenenti ai settori industria, health care, energia, telecomunicazioni e produzione di beni di consumo discrezionali (secondo la terminologia anglosassone consumer discretionary).

Ecco i loro nomi: Nusco, Franchi Umberto marmi, Grifal, Cover 50, Ilpra, Gel, Ecosuntek, Gibus, Sciuker frame, Masi agricola, Alton green storage, Labomar, Arterra bioscience, Giglio.com, Trawell, Officina stellare, Convergenze società benefit, Easy life, Askoll eva, Esi, Racing force, Take off, Farmae’, Confinvest, Fervi, Intred, Matica fintec, Fope, Alfio bardolla training group, Unidata.