Finanza e Risparmio

La Borsa soffre la volatilità elettorale ma sul lungo periodo vince

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di Maria Rosaria Marchesano

È vero che la Borsa ha accolto l’esito del voto del 25 settembre con un certo fair play: a differenza delle elezioni del 2018 Piazza Affari non solo non ha subito scossoni, ma ha addirittura guadagnato all’indomani della vittoria di larga misura del centro destra.

Allo stesso tempo, però, sul mercato dei titoli di stato si registra una crescente pressione con lo spread che va verso i 250 punti base e oltre, 100 punti in più rispetto a febbraio 2021 quando si è insediato il governo Draghi.

Il giudizio di Moody’s

Del resto, il banco di prova della legge di Bilancio è dietro l’angolo, con il tema della sostenibilità dei conti pubblici a fare da sfondo. E proprio sul debito italiano l’agenzia di rating Moody’s si pronuncerà venerdì 30 settembre. Avendo espresso come ultima valutazione Baa3 con outlook negativo, il rischio di un downgrade non si può escludere (anche se alcuni osservatori sono propensi a pensare che Moody’s rimanderà la decisione da dopo la composizione del nuovo esecutivo e della Finanziaria 2023).

Volatilità dei mercati

Dunque, nel complesso il giudizio dei mercati finanziari sul futuro governo Meloni resta sostanzialmente sospeso, il che implica che la volatilità non è finita.

Questo, però, non dovrebbe spaventare più di tanto perché le elezioni politiche portano tradizionalmente una crescente incertezza ma non hanno mai impedito ai mercati stessi di crescere nel lungo periodo, come fa osservare un’analisi di Gimme5 (gruppo AcomeA) che cita in proposito uno studio ad hoc condotto da David R. Bowes dell’Università della Louisiana (Stock Market Volatility And Presidential Election Uncertainty: Evidence From Political Futures Markets).

La ricerca illustra come, in corrispondenza di ogni elezione presidenziale Usa tra il 1992 e il 2012, la volatilità abbia subìto una brusca accelerata (indice S&P500). Questo perché, se i candidati hanno posizioni contrastanti per quanto riguarda la fiscalità, le azioni mirate alla creazione di posti di lavoro, gli stipendi e le riforme chiave, gli operatori finanziari si trovano di fronte a ipotetici scenari divergenti, quindi l’incertezza sul futuro economico rende più difficile adattare i prezzi di Borsa alle previsioni.

La probabilità di perdere, però, diminuisce al crescere dell’arco temporale dell’investimento. Rispetto alle elezioni e indipendentemente dal partito vincitore, nel lungo periodo il mercato americano è comunque cresciuto. E, dunque, conclude Gimme5, assumere un orizzonte temporale di medio-lungo periodo permette di tollerare meglio gli alti e bassi, ottenendo ritorni potenziali più elevati.

Altra cosa importante è controllare l’emotività. Quando si assiste a una caduta dei mercati, è fondamentale rimanere fedeli al proprio obiettivo di investimento, senza farsi prendere dal panico e tenendo presente il fatto che uscire in un momento di ribasso rappresenta un modo sicuro per congelare la perdita e farsi sfuggire la maggior parte dei possibili guadagni.

Restare investiti è dunque la parola magica, come spiega una ricerca di Jp Morgan che cita un esempio:

Supponendo di aver investito 19 anni fa 10mila dollari sul mercato azionario americano e di essere sempre rimasti investiti, si sarebbe guadagnato il doppio rispetto all’ipotesi di aver perso anche solo i 10 migliori giorni di Borsa.