Finanza e Risparmio

Nasce il piano per l’Africa. Meloni: «5,5 miliardi per progetti concreti, altro che scatola vuota»

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Energia, istruzione e formazione, salute, agricoltura e acqua. Sono in sintesi le cinque grandi priorità di intervento del Piano Mattei presentato dalla premier Giorgia Meloni nella giornata conclusiva del vertice Italia-Africa – Un ponte per una crescita comune svoltosi nell’Aula del Senato. Il Piano, ha rivelato la Presidente del Consiglio, si appoggia “su 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie: circa 3 miliardi dal Fondo italiano per il clima e 2,5 miliardi e mezzo dal Fondo per la Cooperazione allo sviluppo”.

Non una scatola chiusa ma progetti concreti, ha proseguito Meloni:

Abbiamo un’idea da condividere, ho atteso per capire se questa idea che abbiamo in testa sia condivisa e condivisibile dai nostri interlocutori.

Interlocutori che, a dire il vero, hanno aperto quasi subito una doccia gelata per la premier italiana; il presidente dell’Unione Africana Moussa Faki Mahamat nel suo intervento a Palazzo Madama si è espressamente lamentato:

Avremmo auspicato essere consultati. Desidero insistere qui sulla necessità di passare dalle parole ai fatti: capirete bene che non possiamo più accontentarci di semplici promesse che spesso non vengono mantenute.

Dichiarazioni che nella sostanza ricalcano quelle delle opposizioni per le quali il Piano Mattei è solamente “una scatola vuota”. Per fare dell’Italia l’hub europeo del gas, dicono Pd e Verdi, non si possono prelevare dal Fondo Italiano per il clima i tre miliardi annunciati.

ll Governo ha comunque dichiarato di voler “coinvolgere le istituzioni finanziare internazionali, le banche multilaterali di sviluppo, l’Unione europea e altri Stati donatori”. Entro un anno sarà inoltre predisposto un nuovo strumento finanziario con Cassa Depositi e Prestiti per facilitare gli investimenti del settore privato.

Sono almeno 9 i Paesi africani coinvolti nei progetti pilota: Marocco, Tunisia, Algeria, Egitto, Costa d’Avorio, Etiopia, Kenya, Repubblica democratica del Congo e Mozambico.

Una cabina di regia si riunirà per la prima volta a febbraio per lavorare ai primi progetti. Nel dettaglio ecco come si articoleranno:

ENERGIA

È di fatto il fulcro centrale del Piano il cui obiettivo è trasformare l’Italia in un hub energetico. Previsti per questo “l’interconnessione elettrica Elmed fra Italia e Tunisia e il nuovo corridoio per il trasporto di idrogeno dal Nord Africa all’Europa centrale” che attraverserà la nostra penisola. Ci saranno poi interventi per aumentare l’efficienza energetica e l’impiego di energie rinnovabili, nei quali saranno compresi lo sviluppo di tecnologie applicate all’energia e di centri di innovazione in cui le aziende italiane potranno avvalersi di start-up locali sostenendo l’occupazione. Infine, un progetto per il Kenya per sviluppare la “filiera dei biocarburanti, che punta a coinvolgere fino a circa 400mila agricoltori entro il 2027”. Alcuni stati africani hanno già stretto con il nostro Paese alla data dello scorso maggio 11 intese energetiche: si tratta di Algeria, Egitto, Repubblica Democratica del Congo, Mozambico, Benin, Angola e Libia.

ISTRUZIONE E FORMAZIONE

Il Piano promuove la formazione e l’aggiornamento dei docenti, l’avvio di nuovi corsi professionali in linea con le necessità espresse dal mercato del lavoro e la collaborazione con le imprese, specie le Pmi italiane. Giorgia Meloni ha annunciato la realizzazione in Marocco di “un grande centro di eccellenza per la formazione professionale sul tema delle energie rinnovabili”; in Tunisia è prevista, nel corso già del 2024, una riqualificazione strutturale delle scuole e scambi fra studenti e docenti.

SALUTE

Si vogliono rinforzare i sistemi sanitari, migliorando l’accessibilità e la qualità dei servizi primari materno-infantili (questo è ad esempio un progetto in Costa d’Avorio); potenziare le capacità locali di gestione del personale sanitario e della ricerca; sviluppare strategie di prevenzione e contenimento delle minacce alla salute, tra cui pandemie e disastri naturali.

AGRICOLTURA

L’obiettivo è diminuire i tassi di malnutrizione, favorire lo sviluppo delle filiere agroalimentari e sostenere quello dei bio-carburanti non fossili. “Un progetto di monitoraggio satellitare sull’agricoltura” riguarderà l’Algeria, in Mozambico sorgerà “un centro agroalimentare che valorizzi le eccellenze e l’esportazione dei prodotti locali”, in Egitto si prevede di mettere a dimora un’area a 200 chilometri da Alessandria per “la produzione di grano, soia, mais e girasole, con investimenti in macchinari, sementi, tecnologie, e nuovi metodi di coltivazione”.

ACQUA

La scarsità di questa risorsa preziosissima rappresenta uno dei principali fattori di insicurezza alimentare, conflittualità e spinta alla migrazione – si sottolinea nel Piano. Gli interventi sono così orientati alla perforazione di pozzi alimentati da sistemi fotovoltaici a ad investimenti sulle reti di distribuzione. Uno dei progetti è rivolto alla Repubblica democratica del Congo e prevede la “costruzione di pozzi e reti di distribuzione dell’acqua, soprattutto a fini agricoli, alimentate esclusivamente da energia rinnovabile”. In Etiopia ci saranno “interventi di risanamento delle acque”.