Finanza e Risparmio

Anche le Pmi possono utilizzare i Project Bond

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di Paolo Cova

Sono uno strumento nato per finanziare le grandi opere ma che col tempo si sono dimostrati utili anche per investimenti di taglio medio-piccolo, a misura delle Pmi. Il loro scopo è far fronte alla carenza di investimenti, soprattutto per quelli nel settore delle infrastrutture, avendo alle spalle adeguate garanzie. Stiamo parlando dei Project Bond, ancora poco conosciuti in Italia.

«È uno strumento recente – spiega il presidente di AC Finance, Antonio Quintino Chieffo – che dà la possibilità alle aziende di emettere titoli di debito. Nascono anche per supportare il project financing, le operazioni di investimento in opere pubbliche da parte dei privati».

L’idea alla base dei Project Bond è quella di attrarre investitori privati nel finanziamento di progetti di infrastrutture. Solitamente, tali progetti richiedono investimenti a lungo termine e comportano rischi e incertezze, che spesso possono scoraggiare gli investitori privati tradizionali.

Per rendere i Project Bond più attraenti per gli investitori, l’Unione Europea ha proposto l’adozione di misure di mitigazione dei rischi, come ad esempio la fornitura di garanzie parziali per i prestiti o la creazione di fondi di riserva per proteggere gli investitori da eventuali perdite. Queste misure mirano a ridurre l’incertezza associata ai progetti di infrastrutture e ad aumentare la fiducia degli investitori nel finanziamento di tali progetti.

«Le opere da finanziare possono essere le più disparate, sia di grande taglia (ad esempio impianti idroelettrici) che più piccole sotto i 10 milioni di euro – continua Chieffo –. In genere si tratta di investimenti a medio-lungo termine, che abbiano un impatto sulla collettività. Esempio: un’azienda intende portare la fibra ottica in una determinata zona non ancora coperta. Questa azienda può emettere i Project Bond. L’investimento viene finanziato da fondi di investimento specializzati in private debt e/o dalle banche. I Project Bond sono controgarantiti dalla Banca Europea per gli Investimenti».

Il vantaggio sta nel fatto che «i fondi hanno una remunerazione sull’investimento, spesso anche un earn out sull’operazione che vanno a finanziare. E poi c’è la garanzia della BEI». Inoltre, i Project Bond possono essere strutturati in modo tale da fornire flussi di cassa stabili agli investitori attraverso la generazione di entrate derivanti dai progetti stessi. Ad esempio, i pedaggi autostradali o i pagamenti per l’utilizzo di infrastrutture possono essere utilizzati per rimborsare gli investitori nel tempo.

«Si tratta di uno strumento già usato nei paesi del Nord Europa e in Francia, ancora sconosciuto in Italia. Come AC Finance stiamo preparando investimenti in Italia nei settori delle telecomunicazioni e del fotovoltaico. Contiamo di realizzare le prime operazioni di Project Bond nei prossimi 2-3 anni. Il nostro ruolo è quello di fare da advisor: diamo pareri, prepariamo il piano industriale e quello finanziario ma poi è l’azienda a presentare i progetti alla BEI e agli investitori».

Per far conoscere i Project Bond AC Finance organizza un webinar gratuito alle ore 18 di giovedì 13 luglio. Informazioni e iscrizioni su www.ac-finance.it