Finanza e Risparmio

Oro, l’investimento per la vita

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di Aleksandra Georgieva

In un contesto di incertezze geopolitiche ed economiche assieme ad un’inflazione elevata vi state chiedendo: come proteggere il proprio capitale? Per fortuna c’è una ricetta che non va mai fuori moda. L’oro. Il metallo prezioso, non a caso, si è guadagnato il soprannome di bene rifugio per eccellenza. Investire in oro significa investire in sicurezza.

Nei decenni l’oro non ha risentito delle crisi economiche e politiche, a differenza del mercato azionario e obbligazionario, mostrandosi sempre un punto di riferimento per gli investitori di tutto il mondo.

Negli ultimi 20 anni il prezzo del metallo prezioso ha evidenziato una crescita del 400%. A differenza delle altre asset class: azioni, obbligazioni, valute e materie prime, che hanno subito delle variazioni piuttosto importanti, l’oro è rimasto in una traiettoria meno esposta alla volatilità.

La corsa prosegue

La corsa del metallo giallo sembra destinata a proseguire anche nei prossimi mesi. Il noto investitore in materie prime, Dan Gramza, presidente di Gramza Capital Management, ha un “target price al rialzo di breve periodo sull’oro tra 2.050 e 2.100 dollari.”

Su qual è la percentuale giusta di oro da tenere Gramza risponde: “la regola generale è che in un portafoglio la quota dell’oro dovrebbe essere tra 3% e 10%. L’oro è molto comune in un portafoglio bilanciato per fornire una copertura contro condizioni di mercato volatili” spiega l’esperto americano. “Il fatto che un investitore debba o meno detenere oro nel proprio portafoglio dipende dalle sue prospettive e dalla propensione al rischio e delle condizioni di mercato,” prosegue Gramza. “La quantità di oro detenuto è anche funzione del tipo di attività nel portafoglio che può fornire un effetto di attenuazione della volatilità, come le obbligazioni.”

Come investire in oro? Al di là dell’investimento in oro fisico ci sono anche altri strumenti come futures e etf.

Banche centrali, le principali acquirenti  di oro fisico

Nel 2022 gli acquisti di oro fisico da parte delle banche centrali hanno raggiunto un nuovo record storico secondo i dati del World Gold Council. La tendenza sta proseguendo anche nel 2023.

Lo scorso anno le banche centrali di tutto il mondo hanno incrementato le riserve auree di circa 1.136 tonnellate, per un valore complessivo di 70 miliardi di dollari. Si tratta del più grande aumento di riserve di oro negli ultimi 70 anni.

Il metallo giallo è una componente fondamentale delle riserve delle banche centrali per le sue caratteristiche di sicurezza, liquidità e rendimento, che sono i principali obiettivi di investimento di quest’ultime. Se nel 2022 sono state la Turchia e la Cina ad acquistare la maggiore quantità di riserve auree, la classifica relativa alla prima metà dell’anno cambia poco. Nei primi sei mesi dell’anno è stata Singapore a registrare l’incremento principale di acquisti con 68 tonnellate, seguito della Cina con un incremento di 57 tonnellate rispetto al 2022 e la Turchia che ha acquistato altre 30 tonnellate di oro fisico nel 2023 dopo il record storico registrato nel 2022 con 542 tonnellate.

A seguire l’India con 7 tonnellate e le Filippine con un aumento delle riserve auree di 2 tonnellate.

“La partecipazione delle banche centrali all’acquisto di oro fisico è aumentata notevolmente” spiega Gramza. “Il trend è in crescita e non ci sono segni di cambiamenti nel breve. Perché l’incertezza macroeconomica e geopolitica alla base degli acquisti delle banche centrali, come la lotta all’inflazione, la volatilità economica valutaria permangono.”