Finanza e Risparmio

Oro verso nuovi massimi ma crolla la domanda delle Banche centrali

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di Giulio Visigalli

Continua a mostrare forza il prezzo dell’oro che nelle ultime sedute è tornato ad avvicinarsi sensibilmente verso nuovi massimi storici segnati in occasione della pandemia: nei giorni scorsi il metallo giallo ha raggiunto intraday un nuovo massimo di periodo a 2.085 dollari l’oncia. Acquisti anche sull’argento che dal minimo segnato da metà marzo ha già guadagnato il 31%, +50% dai minimi di ottobre.

Un rally sostenuto principalmente dalla debolezza del dollaro americano, oltre che dalle rinnovate e crescenti preoccupazioni sulla “nuova” crisi bancaria negli Stati Uniti, scaturita con i recenti crolli degli istituti bancari americano PacWest Bancorp e Western Alliance Bancorporation. “I crescenti timori su un probabile rallentamento dell’economia Usa ha ulteriormente indebolito anche il dollaro, che era già sotto pressione dopo l’indicazione di una possibile pausa nell’aumento dei tassi da parte della Fed”, ha commentato Anuj Gupta, vice president Research presso IIFL Securities.

Il prezzo dell’oro da inizio marzo è balzato anche a causa del calo dei rendimenti dei Treasury decennali americani, con la forte inversione della curva dei rendimenti che sta aggravando i timori di recessione negli Stati Uniti, aumentando al tempo stesso l’attrattività dei beni rifugio: da marzo il metallo giallo è balzato di oltre il 13% mentre il titolo decennale Usa ha perso il 16%.

Secondo gli strateghi di JPMorgan è probabile che, mentre aumentano i rischi di recessione negli Usa, gli investitori favoriscano l’oro e i titoli legati alla tecnologia che potrebbero essere due asset class “relativamente attraenti” per un investimento di lunga durata. “La crisi bancaria statunitense ha aumentato la domanda di oro come proxy per tassi reali più bassi e come copertura contro uno scenario catastrofico”, hanno commentato gli analisti di JPMorgan.

Nel frattempo, il World Gold Council (WGC) ha reso noto che nei primi tre mesi del 2023 la domanda globale di oro è scesa del 13% rispetto allo stesso trimestre 2022. Nel dettaglio, la richiesta è stata di 1.081 tonnellate, una riduzione trainata principalmente dal calo della domanda di oro da parte delle banche centrali che è scesa a 228,4 tonnellate nel primo trimestre, in calo del 40%. Mentre lo scorso anno gli acquisti di oro da parte delle banche centrali hanno raggiunto livelli record avendo rappresentato quasi un quarto della domanda.

Al contrario sono aumentati gli acquisti di oro da parte degli investitori e dei consumatori cinesi. Dal rapporto del World Gold Council emerge che circa la metà della domanda proviene dai gioiellieri: circa 508 tonnellate. Secondo il WGC, “la domanda di investimenti in oro con tutta probabilità crescerà ulteriormente quest’anno, con gli acquisti della banca centrale che rimarranno forti, anche se al di sotto del massimo dello scorso anno“. Tuttavia, è probabile che “l’accumulo di scorte da parte degli investitori renda l’oro più costoso”.

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