Finanza e Risparmio

Valute virtuali, prossime aziende fintech

Scritto il

di Fabiana Agnello

Sono due le risposte attese entro gennaio 2024 dal mondo crypto: una dovrebbe arrivare dalla statunitense Sec (l’ente federale che vigila sulle Borse) ed è relativa all’autorizzazione di 12 ETF (fondi di investimento quotati) su Bitcoin richiesti dai giganti del risparmio gestito statunitense, capitanati da BlackRock al fine di poter offrire Bitcoin ai loro clienti in un qualità di nuovo asset di investimento in un contesto tuttavia regolamentato; l’altra è l’attesa pronuncia dell’Alta corte di giustizia inglese sulla pretesa di paternità di Bitcoin avanzata da Craig Wright, noto computer scientist e businessman australiano.

Wright afferma di essere Satoshi Nakamoto, l’ideatore della prima criptovaluta – che quest’anno ha accentuato il rally: è tornata a inizio mese sopra i 40mila dollari – e se la corte inglese dovesse confermarlo alla luce di tutta la documentazione presentata, aprirebbe la strada ad un possibile rebranding di Bitcoin, oltre a richieste di risarcimento per concorrenza sleale soprattutto nei confronti di CoinBase, Kraken e Square, la società dell’ex fondatore di Twitter Jack Dorsey che, dopo aver venduto la piattaforma a Elon Musk, ha puntato tutto sullo sviluppo e adozione del settore crypto.

Eugenio Benetazzo, presidente di YouChain spa, incubatore finanziario che investe in digital asset in Italia, ripercorre per “Il Settimanale” le principali tappe della evoluzione del settore crypto. E va anche oltre, spingendosi sino al Web3.

«Bitcoin nasce in quel periodo storico – spiega Benetazzo – in cui l’investitore medio ostracizzava le banche e gli intermediari finanziari considerati quali responsabili della Grande crisi finanziaria del 2008-2009 iniziata con il fallimento di Lehman Brothers. Proprio per questo, Satoshi Nakamoto inventa un peer-to-peer electronic cash system, ossia un sistema decentralizzato di denaro elettronico che avrebbe consentito a chiunque di affrancarsi dal sistema bancario mondiale. Questa era la sua missione originale, come dichiarato all’interno del famoso White Paper di Bitcoin (sul quale lo stesso Wright si arroga la proprietà intellettuale): negli anni successivi l’innovazione tecnologica apportata da Bitcoin, conosciuta mediaticamente con il termine di “blockchain”, ha inspirato la nascita di migliaia di altri crypto project che consentono transazioni e interazioni decentralizzate nella crypto-sfera, quest’ultima destinata a proiettarci sul Web3».

Che cos’è il Web3?

Il Web3 sarà l’integrazione del Web2, quindi tutto il mondo social, con le applicazioni digitali decentralizzate ispirate alla blockchain di Bitcoin. Ad esempio, oggi noi ci logghiamo generalmente nel Web2 con il nostro account Google, Facebook, Instagram: quindi usufruiamo delle risorse in rete grazie al riconoscimento di queste app centralizzate. Possiamo essere piuttosto confidenti che entro cinque anni questa fruizione del web non si verificherà più solo con le note credenziali, ma avverrà anche con quelle del nostro crypto wallet.

Facciamo un passo indietro. Le criptovalute hanno conquistato il mondo e anche in Italia hanno guadagnato terreno, con un numero crescente di persone che si sono avvicinate a questa nuova forma di investimento finanziario. Poi, cos’è accaduto?

Alla fine del 2022 vi è stato un evento finanziario catastrofico come il collasso di FTX, che ha dato avvio a un effetto valanga su tutto il settore crypto a livello mondiale. Sotto l’egida della Sec e del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti è iniziata una fase di repulisti generale che ha profondamente impattato su tutte le quotazioni: questa fase temporale è nota nell’ambiente come “cryptoglaciazione” o bear market del 2023. A rincarare la dose abbiamo avuto ancora la Sec che ha posto sotto indagine prima Binance e poi un basket di note altcoin ad elevata capitalizzazione, con la presunzione di considerarle security finanziarie. Lo scenario è improvvisamente cambiato con la discesa in campo di BlackRock & company, alcune delle più grandi case di investimento del risparmio gestito Usa. Il che ha sorpreso tutti: questi intermediari finanziari erano sempre stati scettici o addirittura ostili a quello che poteva rappresentare Bitcoin per un investitore comune. Hanno infatti deciso di offrire strumenti finanziari regolamentati come gli ETF, che consentiranno all’investitore retail di poter investire in crypto senza i tipici problemi che hanno la compravendita e custodia delle crypto ricorrendo agli exchange. Pertanto, a metà del 2023 termina la cryptoglaciazione e inizia una timida primavera: a BlackRock si sono accodati tantissimi altri competitor come Franklin, WisdomTree, Fidelity e Vanguard, tutti in attesa che la Sec approvi il loro ETF su Bitcoin.

E in Europa, in Italia?

In Europa, Italia compresa, sono già presenti da svariati anni oltre 70 ETP (Exchange Traded Products, ndr) che consentono con facilità di poter investire a livello retail nelle principali altcoins ad elevata capitalizzazione come Ethereum, Ripple, Solana, Avalanche, Chainlink, oltre a Bitcoin naturalmente.

Stiamo notando in queste due ultime settimane un significativo repricing delle principali altcoin ad elevata capitalizzazione indotto da questa aspettativa: ossia traders e investors ipotizzano che le tanto attese approvazioni degli ETF di Bitcoin da parte della Sec in gennaio 2024 faranno aprire i rubinetti riversando sul mercato una notevole quantità di capitali, soprattutto di provenienza statunitense.

Da presidente di YouChain, come valuti il repricing delle principali altcoin?

Crediamo che alcune di loro saranno destinate a trasformarsi nelle prossime aziende fintech di nuova generazione. Questo significa che in un orizzonte temporale di medio termine potrebbero nascere le nuove FAANG nel mondo crypto: questa sigla è molto conosciuta nel mondo finanziario tradizionale in quanto rappresenta i cinque titoli tecnologici più conosciuti al mondo (Facebook, Apple, Amazon, Netflix, Google), pertanto entro qualche anno alcune altcoins saranno presenti nei portafogli degli investitori in quanto riconosciute come nuove aziende tech emergenti rappresentanti di un nuovo settore tecnologico.

Perché in America si parla di ETF e in Europa no?

In Europa abbiamo una direttiva europea (UCITS) che non permette l’emissione di ETF qualora il fondo sia esposto unicamente nei confronti di una singola asset: in questo specifico caso è possibile replicare l’andamento di un singolo sottostante ricorrendo all’emissione di ETN (Exchange Traded Notes), i quali sono tuttavia strumenti di debito che espongono anche al rischio di controparte oltre a quello di mercato. Nel mercato italiano, ad esempio, sono disponibili oltre 70 ETN che permettono di investire sia su una singola crypto asset come Bitcoin che in un basket ristretto di due o più altcoins.

Qual è la frode più comune?

Per le crypto rimane ancora il phishing, ossia una tipica truffa realizzata mediante messaggi di posta elettronica ingannevoli con l’obiettivo di spingere un investitore a loggarsi su un sito fake al fine di carpirne le credenziali e successivamente svuotare in pochi attimi la dotazione presente in quel wallet e/o conto. La minaccia di truffe continue rappresenta purtroppo il principale deterrente per un investitore neofita interessato a questo settore emergente.

In che modo si ridisegnerà il mondo?

Bitcoin ha fatto conoscere al mondo intero la tecnologia blockchain, la quale negli anni successivi ha rappresentato il motore che ha portato alla nascita di migliaia di altri crypto progetti e applicazioni decentralizzate che riprendono alcune delle aspirazioni originarie del fondatore di Bitcoin, ossia consentire l’utilizzo e la fruizione di risorse digitali in ottica peer-to-peer in assenza di processi e autorithy centralizzati. A ogni modo, dopo tutta questa altalenante evoluzione del mercato, il 2024 ci prospetta un inizio d’anno quasi beffardo: mentre da una parte abbiamo il rischio di un possibile cigno grigio, qualora ci fosse la High Court of Justice inglese che assegna la paternità di Bitcoin a Craig Wright, dall’altra abbiamo, sempre nello stesso periodo, la probabile ed auspicabile approvazione di numerosi ETF su Bitcoin da parte della Sec che potrebbe innescare un poderoso impulso rialzista.