Inchieste

Barbara Boschetti: «Più peso all’energia nel Pnrr? Sì, ma rispettare tutti gli altri obiettivi»

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di Giorgio Costa

«Certo, il Piano nazionale di ripresa e resilienza si può modificare, anche allo scopo di meglio coordinare la sicurezza energetica contemplata con il programma Repower Eu, ma la Commissione europea ha detto chiaro e tondo che non si possono depotenziare gli altri obiettivi a favore della sola energia. E poi le modifiche saranno oggetto di specifica valutazione da parte della Commissione Ue». In relazione alle modifiche al Pnrr proposte dai partiti di centro-destra, Barbara Boschetti, coordinatrice del Recovery Lab dell’università Cattolica di Milano, vede possibile ma non senza difficoltà la strada da percorrere per cambiare il testo del provvedimento. Anche se ora il problema maggiore resta quello di ammodernare la struttura gestionale della pubblica amministrazione.

Difficoltà attuative, infatti, emergono anche dall’analisi del Recovery Lab dell’ateneo milanese. «Il Pnrr – spiega ancora Boschetti – si muove sulle due direttrici dell’attuazione degli investimenti e delle riforme. Sul primo fronte, man mano che si scende dalla scala nazionale a quella locale ci sono non poche difficoltà: gli enti locali scontano, pur con alcune eccezioni, una storica difficoltà ad usufruire dei fondi comunitari che ora diventa una difficoltà nello sfruttare le risorse del Pnrr».

Ma non va meglio, anzi va peggio, sul fronte delle riforme strutturali. «Qui entra pesantemente in campo la politica e un assaggio delle difficoltà che si incontrano lo abbiamo avuto sui temi della giustizia e ancora più su quelli della concorrenza. Ma – aggiunge Boschetti – si tratta di questioni fondamentali per il miglioramento strutturale del sistema Paese». Così come potrebbe accadere per la riforma della Pubblica amministrazione. Secondo Boschetti, «per attuare la riforma i dipendenti pubblici dovrebbero salire da 3,2 milioni a 4 milioni e l’età anagrafica media dovrebbe scendere dagli attuali 54 a 44 anni. La Pa è poco attrattiva per i giovani ma potrebbe diventarlo nel momento in cui si cambiassero i meccanismi di reclutamento. E si tratta di un tema urgente dell’agenda politica di chi si candida alla guida del Paese».