Inchieste

Carne in vitro: contiene additivi e inquina

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Di Alessandro Lungo

La filiera del bovino in Italia rappresenta più del 4,5% del comparto della produzione agroalimentare, con circa 9,3 miliardi di euro di fatturato, 350mila addetti e oltre 131mila aziende agricole. Inoltre l’allevamento bovino, da sempre strettamente legato alla terra e alla sua produzione agricola, rappresenta un presidio importante per salvaguardia del territorio e per l’ambiente.

«Non è un caso poi che, con il crollo degli allevamenti passati da 1,5 milioni di fattorie nel 1961 alle attuali 131mila, il nostro territorio abbia subito l’attuale dissesto idrogeologico» spiega il presidente di Assocarni Stefano Cremonini. «Il governo italiano, in base ai più elementari principi di precauzione, ha fatto una scelta importante nel bloccare la produzione nel nostro Paese».

Non solo. «Anche se si vuole in tutti i modi far credere il contrario, la carne sintetica non è uguale a quella prodotta da un animale – avverte -: mancano tutti i tessuti non muscolari, quali il connettivo, il lipidico, il vascolare, e deve essere pesantemente additivata per acquisire il sapore e i micronutrienti naturalmente presenti nelle carni da animali zootecnici».

Anche sulla questione del miglioramento degli impatti ambientali, aggiunge che «solo ora stanno emergendo studi che dimostrerebbero il contrario. Per esempio, secondo quello pubblicato dall’Università Davis della California, la carne sintetica inquinerebbe da 4 a 25 volte più di quella vera».

E non è tutto. In base al principio di precauzione, ci sono importanti motivi che suggeriscono prudenza nell’approvazione della carne di laboratorio per l’alimentazione umana. Uno di questi riguarda la coltura di cellule muscolari in vitro che può essere ottenuta includendo, tra l’altro, ormoni e diversi fattori anabolici di crescita. «Affinché un bioreattore possa consentire una produttività per metro cubo superiore di gran lunga a quella ottenibile in un animale occorre un ambiente molto più ricco di fattori anabolizzanti di quelli naturalmente prodotti da un animale in accrescimento».