Inchieste

Dalle scaleup agli unicorni la carica delle aziende innovative

Scritto il

di Paolo Stringa

Una startup è una forma particolare di società, con alle spalle un periodo di vita ancora breve, che crea o distribuisce prodotti o servizi ad alto contenuto ‘trasformativo’. Questa tipologia di azienda fortemente innovativa è nata in Silicon Valley, all’interno di quella che possiamo considerare la culla tecnologica dell’umanità negli ultimi trent’anni. In Italia l’ordinamento giuridico l’ha prevista solo a partire dal 2012, quando il Governo ha dato avvio a un decreto (Crescita bis) volto a sostenere l’imprenditorialità giovanile, lo sviluppo tecnologico, la crescita dell’innovazione, passato poi alla storia recente con il nome di Startup Act.

Per essere tale, una startup deve rispondere ad alcuni fondamentali requisiti, come quello di non essere quotata in Borsa, di avere come oggetto sociale la produzione e lo sviluppo di prodotti e servizi con un certo grado di innovazione e l’attitudine a generare cambiamenti importanti nei mercati dove opera; il valore della produzione deve essere inferiore ai 5 milioni di euro; le spese in ricerca e sviluppo devono essere uguali o superiori al 15% del maggior valore fra costo della produzione e valore della produzione.

Se per partire una startup non ha bisogno di molte risorse, per via della sua struttura ‘lean’, per investire in ricerca e sviluppo nel corso della sua crescita, deve rivolgersi al mercato della finanza alternativa (venture capital, crowdfunding, business angel, club deal, fondi pubblici), anche se aumenta sempre di più il numero di banche che sostiene questi progetti. Una volta superato il periodo embrionale, in genere a seguito del primo round definito ‘seed’ (ovvero una raccolta di fondi importante) ed essersi posizionata stabilmente sul mercato, stabilizzando dipendenti e fatturato, potrà definirsi “scaleup”. Le startup con una crescita rapida e tumultuosa che diventano dei colossi finanziari e commerciali, vengono definite unicorni: Tra le italiane ricordiamo ad esempio Scalapay e Satispay (da zero a 10 miliardi in meno di 10 anni).

Mind, la Silicon Valley italiana così “cova” progetti e innovazione

Nella galassia di Mind ci sono incubatori, sviluppatori, atenei e VC (venture capital) di peso. Difficile tracciare un perimetro preciso tra l’uno e l’altro di questi player insediati nella Silicon Valley milanese, dove tutto si connette o si contamina nel segno dell’innovazione. Ma chi sono oggi i ‘Minders’? Mind si potenzia con l’avvio di Federated Innovation, il progetto che accorpa 40 aziende di peso che seguono precise agende d’innovazione, in una rete d’impresa di cui Cariplo Factory è l’ecosystem catalyst e che offre un ambiente di scambio e accelerazione dove condividere competenze, idee e servizi nei campi delle Life Sciences e City of the Future, da sviluppare all’interno dell’ecosistema.

«Siamo al terzo anno di attività: oggi le imprese, con 11 segmentazioni dal green tech all’urban mobility, si trovano qui con l’obiettivo di condurre dei tavoli di lavoro per lanciare nuovi prodotti e servizi innovativi. Connesso a queste imprese – spiega Enrico Noseda, chief Innovation advisor di Cariplo Factory – c’è un ecosistema ampio di startup che possono partecipare a iniziative varie e singole, diventando dei partner, o dei provider, e condividendo progetti sulla piattaforma digitale attraverso call periodiche. Si tratta di un modello con partnership uniche che operano in un ambiente fertile».

Cariplo Factory, insieme a Regione Lombardia, Università di Berkeley e Lendlease, gruppo internazionale di real estate e rigenerazione urbana, è anche attivatore di un altro progetto Mind, Berkeley Skydeck Europe, che ha appena concluso il suo secondo programma di accelerazione che ha portato all’investimento di ulteriori 1,3 milioni di euro in 9 startup. Lendlease è inoltre seed investor nell’incubatore del Campus Bovisa che si sta sviluppando nella nuova area di 2mila metri quadri nel cuore di Mind, in partnership con il Polimi.

«BSE – continua Noseda – è un vero e proprio acceleratore di startup in fase pre-seed e seed, interessate ai mercati europei, 10 ogni programma che dura sei mesi, sfociando in un demo day in cui incontrano gli investitori, anche del network di Federated Innovation, di Human Tecnopole e degli altri player di Mind».

«Siamo lieti in qualità di seed investor e venture capitalist di assistere alla crescita dell’ecosistema di innovatori nel Milano Innovation district – afferma Andrea Ruckstuhl, head of Italy e Continental Europe di Lendlease – continueremo a garantire il supporto finanziario iniziale perché queste realtà di assoluta eccellenza possano crescere e contribuire allo sviluppo economico e al progresso tecnologico, attraendo ulteriori investimenti sul territorio».

Infine, nell’area Mind, ha trovato casa un altro acceleratore, il polo Extend, focalizzato sulle startup concentrate sul biofarmaceutico, nato su iniziativa di CDP Venture Capital, attraverso il suo Fondo Tech Transfer, con il co-investimento dei partner tedesco Evotec e Angelini Ventures.