Inchieste

Gas sulle montagne russe: incognita stop per gli sconti

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di Tommaso Mattei

Il prezzo del gas sul mercato è crollato del 50%. Le bollette, invece, sono in aumento. Come è possibile? In altre parole, mentre il prezzo del gas scende a livelli pre-guerra le tariffe continuano a salire. Secondo Arera (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), infatti, ha stimato un aumento del 23,3% per i consumi di dicembre. Ad Amsterdam, al contrario, il prezzo del costo del gas è in picchiata. Sul mercato olandese, l’oramai noto TTF, il calo è evidente: dopo il picco record di 342 euro per Megawattora di metà agosto negli ultimi dieci giorni di dicembre il prezzo del gas è precipitato abbondantemente sotto quota 100.

Ma allora come è possibile che molte famiglie saranno costrette a pagare la bolletta del gas relativa ai dicembre quasi un quarto in più rispetto al mese precedente?

«È semplice da spiegare. Le tariffe di Arera sono quelle di un mese fa. Prima di tutto, però, facciamo chiarezza. C’è da distinguere in modo netto il mercato tutelato dal mercato libero. Quando i prezzi del gas salgono il mercato tutelato è in ritardo a recepire la salita, cosa che invece sul mercato libero viene recepita immediatamente». Diego Pellegrino, ad di Eroga Energia e portavoce di A.R.T.E., l’associazione dei reseller trader dell’energia, conosce bene questo meccanismo.

«Ecco perché in caso di discesa del prezzo del gas il mercato libero scende immediatamente mentre il mercato tutelato rimane ancorato ancora per un pochino alla vecchia tariffa restando così più alto».

L’aumento annunciato da Arera, infatti, verrà applicato solo ai contratti delle famiglie rimaste nel mercato tutelato, cioè meno del 35% delle famiglie allacciate alla rete del metano, per gli altri occorre vedere le condizioni del proprio contratto (nella grande maggioranza dei casi il prezzo è fisso per due anni).

C’è da sottolineare un altro aspetto importante: il clima. Proprio così, le temperature così insolitamente miti come quelle di questo inverno hanno portato a un taglio dei consumi di gas e quindi dei prezzi di mercato. «Un grosso calo della domanda porta al calo del prezzo. Non è che il price cap o il lavoro della Commissione europea o le dichiarazioni di del leader russo Putin stanno facendo abbassare i prezzi. Assolutamente no. È sempre l’incrocio della domanda con l’offerta, prima grande legge dell’economia, e in questo momento l’offerta è bassa», conferma Pellegrino.

Accanto a questo però c’è sicuramente anche un motivo strutturale che riguarda proprio il famoso price cap. È indubbio che l’accordo trovato in Europa sul tetto al prezzo del gas è stato un segnale forte che ha limitato la speculazione. Del resto, lo sappiamo, l’aumento spropositato delle bollette in Italia è stato frutto di una speculazione senza precedenti. Sapendo che in Europa vi era una carenza di gas, dovuta alla guerra e alle sanzioni, dall’esterno e anche dall’interno sono stati investiti pesanti capitali per acquistare più materia prima possibile che, non avendo la concorrenza del primo fornitore d’Europa (ovvero la Russia), ha portato enormi profitti dalla guerra riversando i problemi sulle tasche dei cittadini.

Basta guardare i numeri. La spesa del gas per la famiglia media è arrivata fino a 1.866 euro all’anno per il 2022, in aumento del 64,8% sul 2021. In ogni caso, ad oggi, il peso maggiore sulla discesa dei prezzi del gas lo sta avendo il clima e non certo il price cap.

«Per fortuna abbiamo utilizzato pochissimo gli stoccaggi di gas grazie alle alte temperature che stiamo avendo. E così il caldo insolito, il calo della domanda, tante industrie che anche a livello europeo non hanno ripreso la massima produzione – prosegue Diego Pellegrino – ci stanno facendo andare verso una situazione di prezzi minimi». Attenzione, però, il pericolo è dietro l’angolo.

«Fino a quando durerà tutto questo? Non lo possiamo sapere. Dobbiamo sperare che non arrivi il freddo perché allora sì che arriverebbero i problemi, senza dimenticare che potrebbe aumentare la domanda da parte delle industrie». Ed è proprio come dice Pellegrino perché un rialzo dei prezzi dell’energia, in un certo senso, è già previsto. Arriverà a fine marzo quando sulle bollette del gas torneranno gli oneri di sistema al momento azzerati. Se il governo Meloni, infatti, non dovesse riproporre la misura accadrebbe ciò che è già accaduto con i carburanti, il cui costo alla pompa è aumentato per la fine del taglio delle accise deciso dal governo per mancanza di fondi.

In altre parole, l’arrivo della primavera, quindi con l’inizio di aprile, potrebbe far sì che si delinei un’inversione di tendenza nel prezzo del gas, che potrebbe tornare ad aumentare.