Inchieste

Quattro famiglie su dieci in difficoltà sui pagamenti

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di Alessandro Luongo

Una famiglia su quattro teme di avere difficoltà a pagare regolarmente le rate del mutuo nel prossimo anno; per tre su dieci, invece, è una certezza. Lo ha rilevato un’indagine condotta da Nomisma, presentata di recente a Milano in occasione dell’evento “SalvaLaTuaCasa -un’alternativa etica e sostenibile alla liquidazione controllata” organizzato da Esdebitami Retake, società benefit attiva nel settore creditizio che supporta lavoratori e imprese nella sostenibilità delle rate dei finanziamenti con un servizio di consulenza in soluzioni stragiudiziali. La difficile congiuntura accresce dunque la difficoltà nel far fronte al rimborso regolare delle rate.

Secondo il report di Nomisma, il 4% dei nuclei intervistati ha dichiarato di aver accumulato ritardi, seppur lievi, mentre il 13% è riuscito a pagare le rate mensili comprimendo altre voci di spesa. E, guardando al futuro, il 35% degli italiani intervistati prevede una situazione economica in ulteriore peggioramento.

C’è il rischio, di questo passo, che molte case vadano all’asta nel 2024?

Per Roberta Gabrielli, senior project manager di Nomisma Spa, «la rischiosità mappata nell’analisi presentata non è mai stata così contenuta se si guarda agli ultimi 15 anni e probabilmente la più bassa a livello storico; a seguito della pandemia, le istituzioni hanno attivato misure di sostegno sociale; le moratorie hanno consentito di sospendere per un massimo di 18 mesi i pagamenti dei mutui; misure che anche se in forma ridotta sono state prorogate e contribuiranno ancora per un certo periodo a tenere sotto controllo la rischiosità complessiva. L’innalzamento continuo dei tassi d’interesse ad opera della Bce da gennaio 2022, come misura di contrasto all’inflazione, ha però portato a un aumento dell’Euribor e ad un aggravio delle rate del prestito per chi ha scelto il tasso variabile – chiarisce l’esperta -. All’esaurirsi dell’effetto dei paracaduti sociali, considerando la rapida crescita dei tassi e l’evoluzione del tasso Euribor a 3 mesi, che si è visto storicamente, determina un aumento dei crediti deteriorati con un differimento temporale di oltre un anno, è lecito aspettarsi in incremento della rischiosità del credito».

Di sicuro non c’è stato finora un aumento delle aste immobiliari nel 2022. «Sono stati infatti mandati all’incanto circa 195mila immobili in Italia – conferma Luca Olivieri, amministratore delegato Res Credit management, società facente capo al gruppo Frascino e partecipata dal gruppo Tecnocasa – dato che equivale a una crescita del 2-3% rispetto al 2021 ma ancora del 25% al di sotto del valore pre-Covid del 2019». Secondo l’esperto, comunque, «non ci sono evidenze di sorta di variazioni significative nel mercato delle aste dal momento in cui le banche centrali hanno iniziato una politica monetaria restrittiva».

Sarà, eppure Luigi Ursino, presidente di Esdebitami Retake, finora ha assistito gratuitamente oltre 30mila famiglie in difficoltà con il mutuo per un volume totale di debiti superiore ai 100 milioni di euro. «Certamente le vendite in tribunale aumenteranno» annuncia. «Da quando non ci sono più ‘ombrelli’, le procedure sospese sono state riattivate. La tempesta del caro-mutui genererà un maggior numero di incagli, e i creditori come unico strumento per recuperare le sofferenze utilizzano da sempre solo quello delle vendite giudiziarie». Lo stesso presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia, dichiara: «Al momento non si riscontrano incrementi di procedure esecutive riconducibili all’aumento dei tassi di interesse. È tuttavia un’evenienza possibile per il futuro».