Inchieste

«Una rivoluzione culturale prima che tecnologica»

Scritto il

di Federico Momoli 

Oggi sei il Ceo di unagenzia di comunicazione ma nasci come autore e copywriter, che opinione ti sei fatto riguardo il metaverso?

È interessante ricordare che il termine “metaverso”, prima ancora che nel marketing, nasce in letteratura con lo scrittore americano di fantascienza Neal Stephenson, che di fatto lo ha descritto nel suo romanzo Snow Crash. Anche questo è sintomatico del fatto che questa rivoluzione sarà soprattutto sociale e culturale, più che tecnologica. Il metaverso modificherà per lo più gli aspetti di interazione, condivisione e personalizzazione dell’esperienza online, facendo confluire intrattenimento, comunicazione e socializzazione.

Ad esempio, già oggi, per la generazione Z è impensabile fruire un contenuto passivamente, senza commentarlo. Ogni contenuto, che sia una serie tv o una partita di calcio, non è significativo di per sé, ma per la sua capacità di intrattenere e generare conversazioni. In altre parole: guardo San Remo in tv più perché mi darà degli spunti per condividere commenti e opinioni sulle mie piattaforme social (sullo smartphone) che per l’interesse verso le canzoni. Oggi quest’esperienza è frammentata tra differenti device e piattaforme; nel metaverso potrò fruire e vivere spettacoli, commentando, e condividendo con altri utenti, provenienti da tutto il mondo, ma uniti nello stesso ambiente, con una sensazione di iperrealismo. Il modo in cui i brand costruiranno quei mondi e quelle esperienze sarà fondamentale, così come la loro capacità di continuare a generare conversazioni nelle quali le persone vogliono intervenire e contribuire.

Questo processo che implicazioni avrà?

La direzione è già segnata, ogni brand di fatto, diventerà sempre più un produttore di contenuti, che assumono una rilevanza spesso maggiore rispetto ai prodotti veri e propri.

Grazie al metaverso i contenuti saranno sempre più ricchi e complessi, questo aumenterà ancora di più il peso della relazione tra utenti e marche. Non è solo possedere una scarpa fisica e desiderarla anche in formato digitale sottoforma di Nft, ma è voler entrare nel mondo del brand e condividere questa esperienza con altre persone, sentirmi orgoglioso e gratificato dall’universo di valori e sensazioni che il brand esprime. Di fatto il metaverso sarà un amplificatore di emozioni.

Ci puoi fare un esempio?

Se oggi volessi prendere un volo – e dovessi scegliere tra varie compagnie – avrei a disposizione foto, video, articoli.

Potenzialmente con il metaverso potrò indossare un visore e vivere in diretta l’esperienza del volo per poterlo valutare, vivendo in diretta sensazioni incredibilmente realistiche, ovviamente potrei anche invitare i miei contatti a testarlo insieme a me. La stessa cosa è applicabile a qualunque merceologia. Questo arricchirà enormemente la shopping experience online.

Avrà un impatto anche sul lavoro di creativi e agenzie?

Il metaverso ci darà la possibilità di sperimentare esperienze sensoriali e cognitive completamente nuove, che cambieranno la nostra percezione della realtà e della tecnologia stessa.

In questo universo, non ci sono limiti alle nostre azioni e alla nostra creatività. Possiamo esplorare mondi fantastici, costruire oggetti e ambienti personalizzati, interagire con altre persone in modo completamente nuovo.

Ma il metaverso ha anche il potenziale per creare nuove forme di connessione umana e di collaborazione. Gli utenti potranno lavorare insieme per creare progetti, sviluppare idee e risolvere problemi, il tutto attraverso un’interfaccia digitale intuitiva e immersiva che elimina l’alienazione del lavoro online.

In un certo senso, il metaverso è la sintesi di tutti i mondi immaginari o paralleli che abbiamo creato finora: dalla letteratura alla fantascienza, dalla realtà virtuale ai videogame e i social network. Ma al tempo stesso, il metaverso è anche una nuova forma di espressione e di creatività, che ci consente di esplorare modi e mondi completamente nuovi e di creare connessioni umane al di là delle barriere fisiche e geografiche.