Inchieste

Usura e racket, piaghe nascoste di tante PMI

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di Alessandro Luongo

Nel 2021, secondo l’Istat, le denunce di usura segnalate in tutta Italia sono state 165, di cui 77 al sud, ma nel 2022 potrebbero essere molte di più. Un fenomeno comunque difficile da quantificare perché sono ancora tanti i piccoli e medi imprenditori che non si espongono, ma lo Stato sembra aver dato un’accelerata per comprendere questa piaga, e contenerla. Nell’estate scorsa, infatti, è stato istituito l’Osservatorio nazionale antiracket e antiusura presso l’ufficio del Commissario straordinario del governo Maria Grazia Nicolò, sottoscritto dal ministero dell’Interno e dal presidente dell’Associazione bancaria italiana Antonio Patuelli.

Ne fa parte ad esempio la Fai, Federazione associazioni antiracket e antiusura italiane, nata nel 1990 a Napoli dopo la ribellione dell’imprenditore Tano Grasso al pagamento del pizzo a Capo d’Orlando, in Sicilia, che portò gli altri commercianti ad opporsi e a riunirsi in associazioni. Fu allora che nacque questo modello associativo costituito da operatori economici, diventati testimoni di giustizia, proprio come Luigi Ferrucci, 57 anni. Presidente della Fai dal 2019, il ristoratore di Castel Volturno denunciò nel 2009 i camorristi del clan dei Casalesi.

«Ora siamo in tutto il territorio nazionale una cinquantina di associazioni – spiega – e di recente siamo riusciti a far aggregare altri imprenditori a Ercolano, in Campania, e a Vieste in Puglia. Il nostro compito è d’interporci fra la vittima e le istituzioni, accompagnandola e proteggendola fisicamente in tribunale, garantendo assistenza legale gratuita. Tutto questo grazie a una squadra di soli volontari formata anche da un commercialista e da una psicologa. Informiamo, soprattutto delle leggi che tutelano gli usurati».

Come quella sulla prevenzione dell’usura (art. 15 del 1996), che a fine novembre ha messo a disposizione 33,68 milioni di euro. Somma che varia di anno in anno e si alimenta in prevalenza con le sanzioni amministrative antiriciclaggio e valutarie. La stessa legge (art.14) prevede che la vittima di usura che esercita un’attività economica possa chiedere la concessione di un mutuo senza interessi, rimborsabile in dieci anni.

«Noi sosteniamo le vittime anche nella preparazione delle domande per ottenere il prestito» riprende Ferrucci, secondo cui i casi di usura ora sono preponderanti rispetto a quelli di estorsione, in aumento almeno del 25-30 per cento rispetto all’anno scorso. «Fra il 2021 e il 2022 con il nostro sportello e il progetto europeo Pon (Programmi operativi nazionali), in collaborazione con il ministero dell’Interno, siamo ad aiutare una settantina di operatori economici della nostra regione».

Le cause dello strozzinaggio? Prima fra tutte la pandemia, che ha costretto molte attività a una lunga chiusura, poi il caro mutui, affitti, infine, l’aumento dei costi energetici. «Io stesso ne sono testimone – continua – da ristoratore: se nel picco del consumo estivo del 2021 la mia bolletta arrivava a 1.600- 1.800 euro, l’estate scorsa è schizzata a 4.500- 6.500 fra luglio e agosto. Le categorie più colpite dal caro bollette sono state botteghe, negozi di vicinato, pizzerie, ristoranti, bar».

La Federazione antiracket e antiusura ha sostenuto anche usurati fuori dalla Campania e svolge tuttora a un prezioso ruolo educativo nelle scuole, con incontri periodici dove gli associati raccontano le loro storie di vittime che hanno denunciato.

Amo ripetere che la nostra forza è l’intelligenza, non il coraggio, perché operiamo in stretta collaborazione con le forze dell’ordine evitando così rischi inutili alle vittime che denunciano.

Come potrebbe essere arginata la piaga dell’usura? «C’è, innanzi tutto, un problema di sostegno alle PMI, del trovare soluzioni per favorire l’accesso al credito legale. Certo, le banche non fanno beneficenza e devono stare attente a coloro che sono già in sofferenza. Occorre poi far emergere l’elusione fiscale, che fa concorrenza sleale, e mettere mano a una tassazione più leggera; avere uno Stato più amico con cui ora è troppo difficile interfacciarsi a causa dell’eccessiva burocrazia. C’è bisogno infine di far conoscere tutti questi strumenti a disposizione delle vittime da usura e ricordare loro che la soluzione è denunciare, perché le istituzioni sono presenti».