Innovazione

Le colonnine aumentano ma la strada resta lunga

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di Barbara Millucci

Sono oltre 41mila le colonnine di ricarica installate in Italia e 7 i principali gestori dove caricare la propria e-car: A2A, Acea e-mobility, Plenitude+Be Charge, Duferco Energia, Enel X Way, Ionity e Tesla Supercharger. Ci sono poi una decina di gestori minori, ad esempio aziende di supermercati come Lidl Italia, con circa 500 punti vendita sparsi sul territorio nazionale, che propone un’offerta di energia low cost studiata appositamente per l’Italia: Lidl Energia. L’insegna entra a far parte del mondo della fornitura energetica grazie a un accordo con MPE Energia, altro protagonista del mercato libero nazionale dell’energia elettrica.

In alcuni store Lidl, sono stati allestiti anche dei corner Lidl Energia, dove poter capire meglio come funziona il sistema di charge. Ogni operatore ha chiaramente una propria app da scaricare, per cui per chi deve “fare il pieno” non è proprio facile orientarsi. Ionity, la joint venture fondata da Bmw, Daimler, Ford, Hyundai e il gruppo Volkswagen, dà accesso alla maggiore rete di ricarica in Europa, nonché la più veloce.

L’app consente l’accesso a colonnine ultra fast con una potenza di ricarica fino a 350 kW, disponibile per tutti i veicoli elettrici con standard CCS (Combined Charging System). Ewiva, invece, nasce da un accordo tra Enel X Way (l’azienda di Enel dedicata alla mobilità elettrica), e il Gruppo Volkswagen. La joint venture prevede punti di ricarica presso 500 sedi entro l’anno, con l’obiettivo di raggiungere i 3mila punti di ricarica entro il 2025, ognuno con una potenza fino a 350 kW alimentato al 100% con energia rinnovabile.

Nell’arco di due anni esatti i punti di ricarica presenti in Italia sono praticamente raddoppiati: da 20.757 a 41.173. La Lombardia è la Regione con il maggior numero di punti di ricarica (oltre 6 mila) ma la Campania è quella dove i punti di ricarica nell’ultimo trimestre sono cresciuti di più: +81% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Il problema sono però gli incentivi come ad esempio il bonus colonnine per famiglie e aziende, al momento non ancora utilizzabile, dato che mancano i decreti attuativi da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy con cui dovranno essere definite le disposizioni procedurali per l’erogazione del beneficio. I fondi stanziati ammontano a 40 milioni per il 2023, 40 milioni per il 2024, per un totale di 120 milioni tenendo in considerazione anche il 2022. Il bonus tanto atteso da famiglie dovrebbe coprire l’80% dei costi di acquisto e posa in opera delle colonnine in ville di privati e condomìni, rispettivamente fino a 1.500 e 8.000 euro.

Fronte aziende, la Legge di Bilancio 2022 aveva prorogato fino al 2024 il bonus per le colonnine auto elettriche: introdotto dal Ministero per la Transizione Ecologica, il benefit mette a disposizione 90 milioni di euro di risorse per supportare le operazioni di acquisto e installazione di colonnine e infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, coprendo le spese fino al 40% mediante un contributo in conto capitale. Anche qui i decreti attuativi sono al pit stop, in attesa di attuazione. Rischiano di andare in fumo anche i 700 milioni di euro, le risorse destinate alle infrastrutture di ricarica a uso pubblico dal Pnrr, se non si interviene subito con un decreto ad hoc.

A lanciare l’allarme è Motus-E, la più grande associazione di categoria della mobilità elettrica. La direzione di marcia di Bruxelles è chiara anche se non ancora definita: stazioni di ricarica per le e-car da installare ogni 60 Km entro il 2026 sui principali assi stradali ed impianti di distribuzione dell’idrogeno da realizzare ogni 200 chilometri entro il 2031. Noi siamo appena al primo miglio.