Innovazione

L’italiano che difende Israele con le startup e l’intelligenza artificiale

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di Barbara Millucci

«Israele sta lavorando a un ulteriore sviluppo del sistema di difesa antimissile Iron Dome (Cupola di Ferro) in grado di neutralizzare un missile tramite un altro missile, facendolo esplodere in aria. Si chiama Iron Beam (raggio di ferro) è sviluppato dall’azienda israeliana Rafael Advanced Defense Systems, e consente di distruggere i missili nemici tramite un laser da 100 kW di potenza, in grado di intercettare gli attacchi a una distanza di circa 7 km, rendendo più chirurgica l’operazione di difesa».

Ilan Misano è il Ceo di X-Applied, azienda che si occupa di innovazione e ricerca, fra l’Europa e Israele. Nato a Roma, ha studiato in Israele, dove ha diretto l’acceleratore di Startups di Google. In questi giorni si trova a Tel Aviv, dove sta seguendo le operazioni di liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas, visto che lo zio israeliano di 85 anni che viveva con la moglie in un kibbutz nel sud d’Israele è stato rapito.

«Sono molte le tecnologie di startup e IA che in queste ore si stanno utilizzando per proteggere i cittadini (in ambito di cybersecurity) e per trovare gli ostaggi», racconta. «Quando un missile viene lanciato dalla striscia di Gaza verso il territorio israeliano, un software di IA analizza la traiettoria e partire una sirena solo nella zona dove c’è un rischio effettivo di caduta. A quel punto riceviamo un alert tramite l’app Red Alert che ci invita a recarci nei mamad (le safe room, i bunker), presenti in ogni palazzo israeliano».

Quindi, il sistema di difesa antimissile Iron Dome neutralizza il missile tramite un altro missile, facendolo esplodere in aria. Il sistema è efficace al 90%, ed è una invenzione esportata in tutto il mondo. «Le startup AI21Labs e D-ID hanno invece messo a disposizione il loro sistema di intelligenza artificiale per raccogliere le testimonianze vocali dei sopravvissuti agli attentati che traducono automaticamente in ogni lingua», continua Misano, nominato tra i 40 Under 40 giovani più influenti della Startup Nation.

«E ancora, l’app WeTribu connette i volontari alle iniziative civili di aiuto nelle vicinanze in cui si trovano, in tempo reale, e in base alle esigenze sul campo. Basta scaricarla, registrarsi e scegliere il servizio di volontariato più vicino. La piattaforma di crowd-charity Charidy è utilizzata per la raccolta fondi, mentre SafeDonate permette di valutare la sicurezza e la veridicità dell’iniziativa a cui si sta per donare, visto che Hamas ha sviluppato false campagne che possono trasmettere virus e destinare i fondi al terrorismo», spiuega sempre Misano.

Sono molte le startup nate in terra santa che hanno avuto successo all’estero. Pensiamo a Waze (app di navigazione) fondata nel 2006 da Uri Levine e venduta nel 2013 a Google per più di un miliardo di dollari. Moovit (app per il trasporto pubblico) venuta alla luce nel 2012 con il nome di Tranzmate da una startup israeliana guidata da Nir Erez, Roy Bick e Yaron Evron.

Tra le innovazioni nate qui non si può non ricordare la pennetta USB inventata da uno dei più importanti investitori israeliani Dov Moran. «In ambito sociale, invece, la startup monday.com fornisce la propria tecnologia gratuitamente per gestire gli sfollati, mentre altre startup hanno messo a disposizione gli uffici per raccogliere beni di prima necessità per le vittime degli attentati».

Solo nel 2022 sono stati investiti in startup israeliane 15 miliardi, dando vita a 23 nuovi unicorni. Alcune aziende hanno fatto exit (sono state acquisite o sono entrate in borsa) per un totale di 20.6 miliardi. A questi numeri si aggiungono gli scambi commerciali fra Italia ed Israele che valgono 4.8 miliardi di euro.

Il nostro Paese è coinvolto in tanti progettiin Israele. «Sempre più colossi italiani aprono qui una sede o avviano programmi di innovazione che attingono al know-how della Startup Nation, come Enel, Tim, e Intesa, mentre sul tema dell’energia è stato siglato un importante accordo che prevede il rifornimento di gas israeliano per l’Italia», conclude lo startupper.