Innovazione

Tulipani e criptovalute, dai Bitcoin nascono i fior

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di Barbara Millucci

Tulipani e Bitcoin. Due esempi di bolle finanziarie. In una gigantesca serra vicino ad Amsterdam i tulipani si coltivano con l’energia per generare criptovalute. I computer della società Brabant utilizzati per il mining di bitcoin, fortemente energivori, hanno un impatto devastante sull’ambiente.

Così Bert De Groot, l’ingegnere che ha inventato la serra, ha deciso di alimentare i server con l’energia solare del tetto, riducendo i costi delle bollette e utilizzando quel calore (tra l’aria che entra e quella che esce dalle macchine, c’è una differenza di 20 gradi Celsius) per far crescere i bulbi.

Oggi i Paesi Bassi sono il maggior produttore di tulipani al mondo e anche il secondo esportatore agricolo dopo gli USA, con gran parte dei prodotti coltivati in serra.

I Bitcoin invece annaspano. La moneta virtuale è crollata del 65% nel 2022 e gli analisti temono un ulteriore allontanamento da parte degli investitori, dopo la bancarotta della piattaforma Ftx per via di una truffa da parte del presidente Sam Bankman-Fried, in attesa di un processo per frode.

Stessa sorte sembrerebbe toccare anche un’altra piattaforma, Genesis, specializzata in prestiti in criptovalute. Nel Seicento la tulipomania fu la bolla speculativa che colpì i prezzi dei tulipani olandesi. Un singolo bulbo arrivò a costare 100 volte tanto, portando sul tracollo e causando il fallimento di banche ed intermediari.

Ieri come oggi le bolle finanziarie nascono e altrettanto velocemente muoiono. Quello che rimane però intatto sulle nostre teste solo le emissioni nocive di gas serra.