Geopolitica

La Nato si allarga: storico alzabandiera per la Svezia, 32esimo Paese dell’alleanza

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L’attesa è finita. Oggi sul quartier generale della Nato a Bruxelles svetta una nuova bandiera: quella della Svezia. È lo Zeitgest, il segno dei tempi che contraddistingue riti e culture di un’epoca, ma l’annuncio sul social X – l’ex Twitter – fatto giovedì scorso dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg è di quelli la cui implicazione supera di gran lunga i 160 caratteri del fu-cinguettio da tastiera: la Svezia è entrata ufficialmente a far parte dell’Alleanza Atlantica come 32esimo Paese membro:

«Prendendo il posto che le spetta al nostro tavolo. L’adesione della Svezia rende la Nato più forte, la Svezia più sicura e l’intera Alleanza più sicura»

ha scritto Stoltenberg, confermando poi che lunedì 11 marzo sarà lui stesso a farsi carico della cerimonia dell’alzabandiera.

«Dopo oltre 200 anni di non allineamento, la Svezia gode ora della protezione garantita dall’articolo 5, la massima garanzia per la libertà e la sicurezza degli alleati. La Svezia porta con sé forze armate capaci e un’industria della difesa di prim’ordine. L’adesione dimostra che la porta della Nato rimane aperta e che ogni nazione ha il diritto di scegliere la propria strada»

ha dichiarato poi Stoltenberg in una nota. Il premier svedese Ulf  Kristersson, accanto al segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha detto:

«È un giorno storico. La Svezia è ora membro della Nato. Oggi è una vittoria della libertà. Questo per noi non è la fine di qualcosa, ma l’inizio»

ha aggiunto il primo ministro che, a Washington assieme al suo ministro degli Esteri Tobias Billström, ha preso parte all’incontro alla segreteria di Stato che ha segnato l’ultimo passaggio simbolico per completare l’adesione della Svezia a seguito di una procedura durata quasi due anni e avviata ufficialmente dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Il premier svedese ha poi assistito, su invito del governo Usa, al tradizionale discorso sullo stato dell’Unione pronunciato dal presidente Joe Biden (ne abbiamo scritto qui). 

Blinken ha dato a sua volta il benvenuto alla Svezia nella Nato: l’ingresso del Paese nell’Alleanza Atlantica mostra la «debacle strategica della Russia», ha proseguito il numero uno della diplomazia statunitense, sottolineando poi che

«L’Ucraina si sta battendo per la sua libertà, e per la libertà europea»

Tutt’altro che scontato è stato il percorso che ha portato il Paese scandinavo a tagliare il traguardo: a differenza della Finlandia, che lo aveva avviato in parallelo e che fa parte della Nato da aprile 2023, l’iter di adesione della Svezia si era complicato parecchio per l’opposizione soprattutto della Turchia e a seguire dell’Ungheria. Il governo di Erdogan chiedeva in cambio del nulla osta (si entra nella Nato solo con il consenso di tutti i Paesi membri) un dietro front di Stoccolma sulla protezione offerta a militanti curdi del Pkk, considerati dalla Turchia un’associazione terroristica. Appena ottenute le concessioni in merito, Ankara aveva alzato ancora la posta pretendendo (e ottenendo nei mesi scorsi) la conferma di un ordine di armamenti Usa da 20 miliardi di dollari. Finalmente, a ottobre 2023 Erdogan aveva dato via libera all’adesione della Svezia, con ratifica formale del Parlamento di Ankara arrivata soltanto alla fine dello scorso gennaio.

L’ultimo ostacolo era l’Ungheria di Viktor Orban, unico Paese a non aver ancora ratificato il via libera all’adesione forse per la vicinanza di Budapest alla Russia di Putin. Sotto l’enorme pressione dei partner dell’Alleanza, a partire dagli Stati Uniti, il governo ungherese ha mollato velocemente la presa e dato semaforo verde a febbraio. Il nodo adesso cruciale è quello relativo alle eventuali contromisure di Vladimir Putin: lo zar del Cremlino – non è certo un mistero – vive l’adesione della Svezia alla Nato come un ulteriore affronto dopo quella finlandese.

Uno dei motivi che il Presidente russo aveva messo alla base della famigerata operazione speciale contro Kiev era proprio la necessità di creare un “cuscinetto” fra la Russia e l’area di influenza Nato per limitare l’avanzata del patto militare occidentale verso Est. Ora la pressione dei Paesi del blocco atlantico a oriente è ulteriormente aumentata e la Russia ha più volte alzato la voce nelle ultime settimane: la portavoce del ministero degli Esteri russoMaria Zakharova, ha dichiarato che:

«L’adesione della Svezia alla Nato trasforma inevitabilmente questa parte dell’Europa da una zona di stabilità e cooperazione in una di potenziale confronto»

Parole che, dopo quelle pronunciate negli scorsi giorni da Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, sull’ipotesi di utilizzo di armi nucleari qualora Mosca avvertisse da parte di qualcuno una minaccia diretta all’esistenza della Russia, non contribuiscono certo a distendere il clima internazionale a ormai più di due anni dallo scoppio del conflitto in Ucraina.