La Settimana Internazionale

L’Ucraina chiama le imprese italiane: «Investite su industria e infrastrutture»

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di Ugo Poletti direttore di The Odessa Journal

ODESSA – Il 26 giugno scorso si è svolto a Roma, presso la sede di Confindustria, un convegno sulle opportunità di business in Ucraina per le imprese italiane. È stato organizzato dalla task force per la ricostruzione dell’Ucraina, istituita del ministero degli Affari esteri, e da rappresentanti del Governo ucraino.

L’Ucraina sta già pensando alla ricostruzione dopo la guerra, che molti prevedono finirà presto. Il governo ucraino sta preparando un piano ambizioso non solo di recupero delle aree distrutte, ma di modernizzazione del Paese con l’aiuto di investimenti internazionali. I settori di punta saranno  edilizia, energia, metallurgia, macchinari e automazione, tecnologia agricola, IT, sanità e turismo.

Alcune multinazionali hanno già costruito delle fabbriche in questi mesi per utilizzare la manodopera qualificata in Ucraina. La Kingspan Global, gruppo internazionale con sede in Irlanda specializzato nella produzione di materiali da costruzione, investirà 300 milioni di dollari per realizzare uno stabilimento. Anche la Nestlé ha inaugurato una fabbrica nell’Ucraina occidentale e anche altre aziende come la Unilever, Bayer e Carlsberg hanno annunciato investimenti.

Abbiamo sentito Sergiy Tsivkach, ceo di Ukraine Invest, l’agenzia di promozione per gli investimenti in Ucraina, responsabile dell’attrazione di investitori privati nel Paese.

La ricostruzione non significherà solo rifare strade, costruire edifici o ponti, ma anche prevedere un grande piano di modernizzazione del Paese. Quali sono i settori più interessanti per le aziende italiane?

I ponti e le strade sono importanti e c’è tanto da fare. Secondo le stime della Banca mondiale, abbiamo bisogno di almeno 411 miliardi di dollari per rimettere in piedi infrastrutture, strade, scuole e industria.

In base a  stime ucraine, abbiamo bisogno tra i 500 e i 900 miliardi per recuperare l’economia e ricostruire il Paese. E tutto ciò è molto importante per l’industria italiana.

Penso sia un ottimo potenziale nei processi di produzione di materiali da costruzione, di macchinari e di attrezzature per le aziende ucraine. A Roma abbiamo portato un paio di aziende del mio Paese che già acquistano attrezzature italiane per i loro impianti di produzione o che potrebbero essere interessate a fornitori italiani. Stiamo lavorando alla creazione di una sorta di società di leasing, che potrebbe investire in aziende ucraine, non con denaro, ma con attrezzature prodotte in Italia.

Abbiamo visto le ultime statistiche: oltre il 64 per cento delle medie e grandi imprese in Ucraina stanno investendo nella produzione, ma soprattutto in macchinari. Questa è una parte molto importante dell’investimento che può essere sostenuta dalle aziende italiane e, quindi, a loro volta, possono essere sostenute da questi strumenti finanziari.

A Roma ho incontrato una dirigenza italiana ansiosa di garantire gli investimenti delle aziende italiane in Ucraina.

Abbiamo bisogno di vedere più imprese italiane interessate a fare affari da noi e sicuramente saranno sostenute dalle autorità statali italiane, dall’Ucraina e da partner internazionali.

L’Ucraina fornisce una serie di incentivi per gli investimenti: se investi più di 20milioni di euro (ma ora la soglia sarà ridotta a 12 milioni), l’investitore potrà ottenere fino al 30 per cento del sostegno statale. L’investitore non pagherà l’imposta sul reddito delle società per cinque anni e non ci saranno pagamenti per dazi doganali o attrezzature e vantaggi aggiuntivi.

Dunque, siamo pronti a collaborare con partner italiani, siamo pronti a fornire incentivi statali.

Penso che per le aziende italiane sia molto importante capire che l’Ucraina non è un progetto di beneficenza ma una destinazione commerciale redditizia: prima le aziende inizieranno a pianificare gli investimenti, migliori saranno i profitti che potranno ottenere dall’Ucraina. Siamo ansiosi di vedere più imprese italiane presenti e anche di annunciare nuovi investimenti.