La Settimana Politica

Corteo Pisa, Meloni rompe il silenzio: “Pericoloso togliere il sostegno alla polizia”

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A distanza di una settimana dalle cariche della polizia agli studenti e ai manifestanti che a Pisa e Firenze sono stati colpiti con i manganelli dagli agenti mentre protestavano, non accenna a diminuire la tensione, non solo politica. E dopo giorni di silenzio è intervenuta Giorgia Meloni:

«Penso che sia molto pericoloso togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra, è un gioco che può diventare molto pericoloso»

ha dichiarato la premier in un’intervista al Tg2, sottolineando che

«non si può parlare delle forze dell’ordine solo quando qualcosa non funziona».

E ribadendo, come già fatto nei giorni scorsi dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che «se qualcuno sbaglia, chiaramente si deve intervenire e sanzionare»

Sulla vicenda Piantedosi ha riferito in Parlamento

«Consentitemi di sottolineare il diritto degli appartenenti alle forze di polizia di non subire processi sommari»ha esordito nella sua informativa il titolare del Viminale.

«Respingo fermamente ogni tentativo di coinvolgere, nelle polemiche politiche, il lavoro delle Forze di polizia, presidio delle Istituzioni democratiche a cui è rimesso il compito, fondamentale e imprescindibile, di garantire a tutti, in modo imparziale, l’esercizio del diritto di riunione e di manifestazione del pensiero, in piena sicurezza per i manifestanti stessi, gli operatori di polizia, i cittadini e i luoghi interessati»

La visione delle immagini degli scontri di Pisa, circolate sui media, ha proseguito il ministro «ha turbato anche me».

Siamo aperti a ogni analisi e autocritica allorquando, anche una sola manifestazione o un solo momento di una singola manifestazione, tra le migliaia che si svolgono ogni anno, impone un approfondimento. Tutti auspichiamo che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti e quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è comunque una sconfitta ed è ancor più necessario svolgere ogni verifica con puntualità, obiettività e trasparenza»

Piantedosi ha quindi sottolineato che per la manifestazione di Pisa di venerdì scorso, «in totale violazione di legge, non era stato presentato alcun preavviso alla questura» e che la carica di alleggerimento da parte della Polizia è stata fatta «per garantire l’incolumità degli operatori di polizia, compressi contro l’automezzo collocato alle loro spalle».

Intorno alla vicenda continuano a susseguirsi polemiche e avvenimenti

Mercoledì si era registrato l’assalto ad una volante della Polizia davanti alla questura di Torino da parte di un gruppo di antagonisti. «Un inaccettabile atto di violenza – ha detto il Piantedosi – sintomatico del clima di veleno e sospetto a cui sono sottoposte in questi giorni le forze dell’ordine e la Polizia in particolare». Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato al capo della Polizia Vittorio Pisani per essere informato di quanto avvenuto e per esprimere solidarietà agli agenti della pattuglia aggredita a Torino. Mattarella ha inoltre ribadito fiducia e vicinanza nei confronti del corpo; subito dopo ha sentito Piantedosi.

Lo stesso Mattarella dopo i fatti di Pisa – un corteo non autorizzato di studenti, molti minorenni, in favore della Palestina era stato caricato dalla Polizia: 14 sono rimasti feriti o contusi – aveva richiamato l’attenzione sul «fallimento» che questi avvenimenti rappresentano per le forze dell’ordine perché «l’autorevolezza» non si misura sui manganelli. Dichiarazioni a cui era seguito un gelo evidente con il centrodestra: nessuno ha citato direttamente l’intervento del Capo dello Stato ma i commenti di senso inverso danno la misura della distanza che gli scontri di piazza hanno scavato tra la maggioranza e il Colle. Il più diretto è stato il ministro Matteo Salvini che, dopo aver ribadito per ben tre volte che «le parole del presidente» Mattarella «si leggono e non si commentano», ha risposto ai giornalisti che lo incalzavano: «Poliziotti e carabinieri sono quotidianamente vittime di violenza fisica e verbale. Anche in quella piazza», «chi mette le mani addosso a un poliziotto o a un carabiniere è un delinquente».

L’altro avvenimento di rilievo di ieri è il trasferimento del dirigente del Reparto Mobile di Firenze, Silvia Conti – da cui dipendono amministrativamente i reparti che hanno operato a Pisa – che dal 1° marzo prenderà servizio alla sezione anticrimine di Pescara, e che tra sei mesi andrà in pensione. Il trasferimento cade a meno di una settimana dalle polemiche per le cariche agli studenti a Pisa (e poi anche nel capoluogo toscano) ma a quanto si è appreso da fonti di polizia non sarebbe legato alla gestione dell’ordine pubblico nell’occasione: sarebbe stato chiesto in precedenza dalla stessa dirigente.

Le agenzie di stampa hanno comunque parlato di diverse contestazioni dei sindacati di Polizia nei confronti di Conti. Non legate, viene sottolineato, ai servizi di ordine pubblico ma ad altri aspetti: non avrebbe fatto ruotare adeguatamente il personale, organizzerebbe servizi troppo stressanti, ci sarebbero poi lamentele sui buoni pasto assegnati agli agenti. Il trasferimento sarebbe quindi stato deciso da tempo, anche alla luce di numerose segnalazioni sindacali.

Intanto, a Pisa procede l’indagine della Procura, al momento senza ipotesi di reato e contro ignoti. Lo scenario più plausibile potrebbe essere la contestazione delle lesioni volontarie e della violenza privata. I magistrati hanno acquisito i video dai social e dalle telecamere di sorveglianza urbana e a breve saranno ascoltati i primi testimoni. Tra questi, il personale scolastico del liceo artistico Russoli, che hanno girato decine di video del corteo. Al vaglio le posizioni di una ventina di poliziotti di reparto mobile e questura. Per ora nessuno di loro è formalmente sotto indagine. Si vogliono capire ruoli e funzioni nel dispositivo di ordine pubblico.