La Settimana Politica

I trattori in piazza: da protesta dei campi a battaglia a tutto campo. Torna l’esenzione per l’Irpef agricola

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La protesta partita dai campi è oramai diventata una battaglia a tutto campo, tra agricoltori e politica, tra governi e Unione europea. E in Italia lo ancor di più con critiche e accuse tra alleati di governo. E persino con le spaccature nel fronte della protesta, diviso in fazioni pro e contro il governo: occhi puntati sulla manifestazione che l’ala più oltranzista, il ‘Cra agricoltori traditi’, ha organizzato a Roma giovedì 15, per la quale la questura teme si temono infiltrazioni di protestanti violenti.

I colleghi di mezza Europa hanno ottenuto con le loro accese proteste successi rilevanti nella battaglia contro le misure del Green Deal europeo (dalla retromarcia della Ue sui vincoli ai pesticidi fino alla promessa di nuovi incentivi) e della concorrenza (stop all’accordo sul libero scambio con il Mercosur). E questo incentiva gli agricoltori italiani, finora più tranquilli, a insistere nelle loro tante rivendicazioni, che hanno come caposaldo il ripristino dell’Irpef agricola.

La ricorsa tra FdI e Lega sui provvedimenti

E sulle agevolazioni fiscali si è innescato un derby tra alleati di governo, con Lega e Fratelli d’Italia che da una parte lanciano proposte concilianti alla categoria e ne incontrano i rappresentanti calati nella Capitale con le loro ingombranti sfilate di trattori – peraltro con il sostegno dei cittadini nonostante il disagio al traffico – dall’altra parte si scambiano reciproche accuse su colpe e mancanze che hanno innescato la protesta rurale. Il voto europeo è tra meno di quattro mesi, e nessuno vuole che sia l’altro a mettere il cappello sulla protesta: l’agricoltura è una base elettorale primaria per il centrodestra, con i suoi svariati milioni di voti.

La premier Giorgia Meloni, forte dell’asse stretto con la Coldiretti, principale sindacato della categoria, tira dritto. Le principali organizzazioni del mondo agricolo (oltre a Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Alleanza Cooperative) sono state ricevute a Palazzo Chigi. La premier ha spiegato perché nel 2024 il governo ha tolto l’esenzione dell’Irpef sui redditi agricoli: “Negli anni passati è stata una misura iniqua e ha favorito soprattutto i grandi imprenditori e le imprese con volumi di affari elevati. La proposta del governo è aiutare gli agricoltori che ne hanno bisogno limitando l’esenzione Irpef ai redditi agrari e domenicali che non eccedono l’importo di diecimila euro”.

Ma per la Lega non è mai abbastanza. Il suo leader Matteo Salvini ha tutta l’intenzione di fare dell’agricoltura uno dei pilastri della sua campagna per le Europee, in chiave anti-Ue (non solo in tema di programma elettorale, ma anche di liste: nel Carroccio già si starebbero esaminando i profili degli agricoltori da candidare). Sostiene Salvini, che non perde occasione per incalzare Meloni:

«Sono convinto che si possa fare anche di più: aumentare la detassazione Irpef»

E se Fratelli d’Italia fa sapere che il governo Meloni continuerà a sostenere il mondo agricolo “attraverso misure di buonsenso e che farà il possibile, in Italia e in Europa”, la Lega  va oltre: “Mentre c’era chi in Europa sceglieva di appoggiare una Commissione Ue disastrosa, responsabile delle folli politiche finto-green che mettono in ginocchio imprese, lavoratori e famiglie – si legge in una nota – la Lega non ha mai avuto dubbi e fin dall’inizio ha difeso gli interessi di agricoltori, pescatori e produttori italiani”. E annuncia prese di posizione nette su “direttive e regolamenti su industria e packaging che creerebbero ulteriori danni e chiedendo una revisione anticipata di una Pac che così non funziona”.

Gli emendamenti al Milleproroghe

Oggi ne sapremo di più sulle concessioni registrate in questi giorni: sono attese le prime concrete decisioni del governo sotto forma di emendamenti al Decreto Milleproroghe. Sapremo chi ha vinto il braccio di ferro sul tetto dei redditi per riavere l’esenzione Irpef. Ma anche gli altri provvedimenti, come gli ulteriori incentivi promessi dalla premier nel vertice a Palazzo Chigi nonché il rinvio di sei mesi dell’entrata in vigore dell’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli.

Ci sono anche “i cibi prodotti in laboratorio” a cominciare dalla carne sintetica, altro nervo scoperto degli allevatori, contro cui Meloni si è fatta parte attiva per una legge europea (mentre la Ue ha stoppato quella italiana). E poi ancora l’argine “contro le importazioni da Paesi terzi che non rispettano gli standard sanitari”: su tracciabilità e norme sull’origine, il governo ha istituito una cabina di regia con un più stringente piano di controlli nei punti sensibili come i porti di arrivo delle merci.

E gli agricoltori che ne pensano?

Quanto agli agricoltori, proseguono la loro protesta in attesa di risultati concreti. «Abbiamo incontrato le 5 associazioni che rappresentano il 90% degli imprenditori. Non solo sono in linea col governo, ma hanno ringraziato Meloni e Lollobrigida per il lavoro costante», ha dichiarato in un’intervista lo stesso ministro della Sovranità alimentare, che si è anche recato in uno dei presidi in cui sono accampati gli affiliati del movimento “Riscatto agricolo’” sulla via Nomentana.

«Io registro molto consenso e penso che le polemiche arrivino più da pezzettini di Parlamento in cerca di notorietà che dagli agricoltori» 

Se in effetti dai sindacati maggiori sono arrivati alla spicciolata degli apprezzamenti, nei presidi dei protestanti intorno alla capitale tira un’aria diversa. “L’incontro al ministero è andato male, siamo usciti solo con delle promesse” ha detto Andrea Papa, uno dei portavoce di Riscatto agricolo. “Il presidio di via Nomentana quindi resta, anzi lo rafforzeremo. Sono in arrivo altri mezzi. Arriveremo a mille trattori. Lollobrigida è venuto qui senza essere invitato, è stato anche fischiato”.

Prime spaccature nella protesta

Il fronte non è compatto. Tra gli agricoltori che appoggiano la protesta del movimento c’è chi la vede diversamente, come spiega Roberto Rosati:

«Secondo me è stato un confronto costruttivo, il ministro ha promesso che la porta per noi resta sempre aperta»

Intanto il “Cra agricoltori traditi” chiama a raccolta tutti i gruppi per la manifestazione organizzata giovedì prossimo al Circo Massimo, «la prima manifestazione, perché poi ce ne saranno a oltranza» ha fatto sapere Danilo Calvani, intransigente ex leader dei Forconi e ora leader del movimento, che sollecita le dimissioni del suo nemico numero uno, Lollobrigida.

E cerca la sponda di pescatori, ambulanti e balneari (altri bacini elettorali del centrodestra in fermento) che scenderanno in piazza proprio giovedì prossimo. Spiega Calvani:

«La manifestazione del Circo Massimo è aperta a tutti gli agricoltori, anche a quelli di gruppi che hanno avanzato critiche nei nostri confronti.  I problemi della categoria sono gli stessi per tutti ma non vogliamo in piazza infiltrati violenti né bandiere di partiti e pseudo sindacati»

Un invito respinto al mittente da Salvatore Fais, leader di Riscatto agricolo, che dopo il giro dimostrativo sul Raccordo anulare potrebbe lanciare nuove iniziative:

«Anche noi siamo disponibili a un dialogo per portare avanti le battaglie degli agricoltori, ma giovedì non saremo in piazza per timori di infiltrazioni violente. Noi il 15 rimarremo al presidio»