La Settimana Politica

La missione impossibile della direzione Pd

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di Vanessa Ciccarelli

Sembra una vera e propria “Mission impossible” quella di trovare una quadra all’interno del Partito democratico, soprattutto dopo l’ultima direzione di questa settimana finita – appunto – con un “ne riparleremo”.

Chissà cosa avrebbe detto Tom Cruise che si trovava a pochi passi dal quartier generale del Nazareno per la presentazione del celebre film e un salto a palazzo Chigi per salutare la Premier.

Ma partiamo dall’inizio: la direzione, rimandata di una settimana dopo la morte di Silvio Berlusconi, inizia subito con una Elly Schlein che fa pugno duro contro i critici. «Non mi logorate», dice appena prende posto. «Non chiedo lealtà per me, ma un po’ di rispetto per questo partito».

L’aria che si respira è tesa, sembrava si volesse trovare un ricongiungimento dopo la sconfitta alle amministrative, le polemiche sugli incarichi negli uffici di presidenza dei gruppi e, da ultime, quelle seguite alla manifestazione del Movimento Cinque Stelle.

Dalla segretaria del Partito Democratico ci si attendeva una difesa d’ufficio di una linea politica che non è piaciuta alla minoranza, ma non solo, del suo partito. Al contrario, quello di Schlein è stato un intervento tutto “all’attacco”. Sul governo, innanzitutto, ma anche sul “fuoco amico”. Parla di “giochini al logoramento”, Elly Schlein, portati avanti da chi si nasconde dietro l’alibi della linea politica per cercare di disarcionare lei e la sua segreteria.

«Mettetevi comodi», contrattacca, «stiamo qui per restare. E restare insieme» e apre a una militanza estiva per inseguire il “rinnovamento” come ha invocato anche Laura Boldrini.

È una postilla che scaccia gli spettri che aleggiano sul partito dopo le dimissioni di Alessio D’Amato dall’assemblea dem e dopo le fuoriuscite degli ultimi mesi, da Enrico Borghi a Carlo Cottarelli, passando per Caterina Chinnici. Nella sala David Sassoli, all’ultimo piano del Nazareno in molti arrivano per dare voce al malessere che percorre il partito.

Ci sono tutti, da gli ex candidati alle primarie, alla delegazione dei sindaci, ex ministri e tutti i componenti della nuova segreteria firmata Schlein. Uno dei nodi da sciogliere oggetto di discussioni interne è quello delle riforme, soprattutto quello sull’abrogazione dell’abuso d’ufficio appoggiato anche dai sindaci del Pd.

«Per vincere le prossime europee abbiamo bisogno di tutti, a iniziare dagli amministratori locali. Bene l’agenda di Elly Schlein ma serve una sinistra veramente garantista che semplifichi il Paese» ha dichiarato Matteo Ricci, il coordinatore nazionale dei sindaci dem. «Sul tema dell’abuso d’ufficio non si può fare “spallucce” rispetto all’opinione degli amministratori. Siamo uno dei pezzi più che credibili del gruppo dirigente del Pd. Legalità, velocità e garantismo possono stare insieme. Ma dobbiamo trovare il modo per rafforzare il partito e far sì che questi mesi ci diano un profilo su queste tematiche».

«Siamo disponibili a collaborare per una riforma dell’abuso di ufficio, per delineare e tipizzare meglio la fattispecie ed evitare alcuni effetti distorsivi, ma non siamo per l’abrogazione, perché sarebbe in contrasto con la normativa europea anticorruzione in corso d’approvazione e perché ci pare apra la strada a conseguenze peggiori, come indagini su ipotesi di reato ben più pesanti – risponde in replica la segretaria – Sul tema della giustizia dobbiamo darci un appuntamento specifico facendoci orientare da scelte di grande equilibrio.

Gli anni di Berlusconi hanno polarizzato la discussione ma noi siamo qua per affrontare un dialogo di merito facendo vedere luci e ombre di un approccio più divisivo tra di loro che tra di noi». Nel frattempo c’è un polo centrista che guarda con molta attenzione a quello che succede a largo del Nazareno ma il senatore Alfieri rassicura «I riformisti non andranno via da qui».