Le opinioni

Bisogna “muovere la cinepresa” per scoprire nuovi punti di vista

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Sabato 14 ottobre 2023, presso il Palazzetto dello Sport di Imperia, ho partecipato a un evento che ho contribuito a organizzare come dirigente di una società sportiva di pallavolo: l’Imperia Volley.

Si è trattato di una Tavola Rotonda dal titolo: «Lo sport come presidio dell’evoluzione dei valori psicofisici dell’essere umano: lavorare per e con i giovani per garantire un futuro al territorio».

L’evento è stato moderato dal Direttore di questa testata, Claudio Brachino, e ha visto la partecipazione di due economisti, anche contributor di questo giornale, Fabio Papa e Francesco Bertolini, docenti e ricercatori universitari, e di Francesco Cattaneo, dirigente del Vero Volley Milano, una delle società pallavolistiche più importanti e blasonate d’Europa e del Mondo.

Tutti gli intervenuti hanno portato una visione critica rispetto a quanto la stampa e i media mainstream ci comunicano quotidianamente in un bombardamento di messaggi che però stanno, progressivamente, perdendo gran parte della loro già scarsa credibilità.

Ben sollecitati dal Direttore Brachino, infatti, gli intervenuti hanno sfatato alcuni falsi miti – per esempio, sui giovani, sui territori italiani e sull’ambiente e la crisi climatica –  secondo una logica di “visione alternativa” che a me piace chiamare “move the camera”, un modo di dire in uso alla cinematografia anglosassone per indicare un diverso punto di vista con il quale interpretare quella che sembra la realtà e che invece tale non è detto che sia. Tra gli interventi, tutti autorevoli, interessante è stato anche quello di Zakaria Moufid, un imprenditore Italo-marocchino che ama il nostro Paese, che giustamente considera anche suo, e i giovani, di cui si sente di far ancora parte visti i suoi trentaquattro anni. Moufid ha posto l’accento sul progressivo cambiamento della popolazione italiana, dato che la percentuale di oriundi nelle nuove generazioni sta esponenzialmente incrementando.

Ma lancia anche una critica al nostro sistema Paese che non incentiva i giovani a intraprendere strade imprenditoriali autonome rispetto alla “comfort zone” del proprio nido famigliare. Moufid ha iniziato da giovane a girare il mondo, imparando le lingue e gli stili di vita. Innamorato dell’Italia, Paese nel quale è cresciuto, ha poi deciso di partire dal nostro territorio per portare avanti le sue attività finanziarie che rilevano e rilanciano realtà del “Made in Italy” che altrimenti, a causa di un passaggio generazionale che spesso non si realizza, verrebbero perse.

Questo atteggiamento di Moufid è emblematico di un Paese che sta mutando rapidamente e che nel cambiamento deve mantenere la “barra a dritta” per conservare, preservandoli, valori millenari di una cultura che ha fatto la storia del mondo. Lo stesso Moufid lo ha rimarcato nel suo intervento. Nato a Casablanca, da padre marocchino musulmano e madre marocchina ebrea e cresciuto in Italia andando a scuola dalle suore cattoliche, proveniente quindi da un humus multiculturale e multireligioso, grazie al quale ha imparato la tolleranza per l’altro, Moufid ha un rispetto per il territorio italiano che va ben al di là di quello di molti giovani che sono italiani da sempre.

É come se i nostri giovani stessero perdendo il senso del valore della tradizione e della cultura in cui sono nati. Come se dessero per scontato l’essere parte di questo ambiente e questo potesse perciò sopravvivere a prescindere dal loro fattivo contributo. Così non è e non sarà. Ci vuole l’impegno di tutti per riuscirci. E l’esempio dei giovani oriundi che sono innamorati dell’Italia che li ha accolti potrebbe essere fondamentale per una civiltà, la nostra, che deve proseguire nel corso della storia con il suo esempio di bellezza e talento per tutto il mondo.

I nostri ragazzi danno per scontato che l’ambiente sopravviva a prescindere dal loro contributo. Ma così non è e non sarà