Le opinioni

Come il Mezzogiorno può diventare avamposto di sviluppo umano ed economico

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di Luigi De Magistris (Politico e scrittore)

In questa fase di crisi economica, sociale e politica, ma anche di possibile ripresa post pandemica, il Sud può rappresentare la punta di diamante di un nuovo modello di sviluppo, soprattutto per le sue ricchezze naturali e per i suoi talenti umani.

Il Nord può innovarsi, può effettuare dei mutamenti industriali, è avanti sul piano tecnologico, ma il territorio è stato consumato e varianti sostanziali di modelli di sviluppo sono difficilmente ipotizzabili.

Nel Sud c’è un potenziale enorme e le scelte politiche condizioneranno il mezzogiorno per i prossimi decenni. Si dovrà decidere se insistere su modelli di sfruttamento del territorio e di politiche industriali che non hanno ridotto la distanza tra Sud e Nord, oppure puntare a un nuovo modello di sviluppo, in cui si possa realizzare lo sviluppo della persona umana in maggiore coesione con la natura.

Fare in modo che le politiche predatorie siano surclassate da politiche d’impresa in grado di puntare a una nuova forma di progresso: un modello di economia circolare virtuosa. Sarà necessario indirizzare le risorse pubbliche oggi disponibili verso opere e servizi pubblici che possano garantire una tenuta dei diritti fondamentali: sanità, mobilità, sicurezza.

Utilizzare l’enorme suolo ancora disponibile non per un consumo scellerato, ma per realizzare l’autosufficienza energetica, imprese di comunità e le coltivazioni agricole fondate sulla biodiversità. Curare il dissesto idrogeologico, valorizzare l’immenso patrimonio naturalistico, dal mare alle foreste, far lavorare l’edilizia non sulle speculazioni ma sulle opere di rigenerazione urbana, recupero dei borghi, valorizzazione delle aree interne dotate di infrastrutture digitali che consentono la convivenza tra tradizioni antiche e innovazione tecnologica avanzata.

Politiche industriali fondate su produzioni ecosostenibili che alimentano l’economia circolare e si connettono con le profonde tradizioni dell’artigianato.

La cultura, con i talenti giovanili, è in grado di produrre un’istigazione a sognare necessaria anche per costruire una nuova classe dirigente competente ed eticamente all’altezza.

Il turismo, e qui testimonio che cosa ha rappresentato aver trasformato Napoli dalla città dei rifiuti alla metropoli prima per crescita turistica, deve essere governato evitando i deleteri effetti collaterali di una turistificazione e gentrificazione che deteriorano i luoghi identitari.

Il Sud non deve diventare l’hub energetico con cui depredare le ricchezze naturali e immetterle nel circuito tossico di produzioni che stanno conducendo al collasso climatico, ma divenire il modello di autonomia, anche energetico, in cui abitare, restare, fare attività produttive, ricerca, valorizzare il tempo libero, quindi in definitiva un habitat di coabitazione tra natura ed esseri viventi.

Il Sud ha un asso nella manica: valori ancora intatti di fratellanza e senso di comunità antica su cui si deve innestare un nuovo modello che coniughi umanità e lavoro, economia e natura. Un luogo in cui rimanere, andar via per scelta e non per necessità, posti in cui viaggiare e costruire opportunità di investimento e vita anche per chi non è meridionale.

Ma basta sfruttamento del Sud perché produce distruzione, depressione, migrazioni e proliferazione delle organizzazioni criminali. Il modello del Sud prima linea del contrasto al cambiamento climatico per realizzare una comunità più giusta e coesa è anche il cammino verso una maggiore felicità individuale e collettiva.