Le opinioni

Il riscatto di Scampia insegna: hanno successo i progetti condivisi con il territorio

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di Luigi De Magistris
(Politico e scrittore)

Al Sud spesso la classe dirigente non è stata in grado di programmare e spendere il fiume di denaro pubblico che pure è stato destinato a fiumi nelle nostre terre. Soldi restituiti all’Europa, spesa pubblica finita ad ingrassare politici e funzionari corrotti, a consolidare mafie e a rimpolpare prenditori senza scrupoli. Ma non sempre è stato così. E il Nord non è certo un’isola felice. Da anni le mafie sono più forti al Nord che al Sud.

Al Sud, poi, è spesso tutto più difficile, ma si può invertire la rotta. Senza lamentarsi, ma avendo più consapevolezza nella capacità di emanciparsi in autonomia. Al Sud ci sono tanti amministratori locali e tanti imprenditori competenti, onesti, coraggiosi. Che hanno spesso come fiato sul collo uno Stato insensibile e una criminalità organizzata opprimente.

E le belle storie, che non fanno purtroppo notizia, vanno invece raccontate. Qui ne voglio sintetizzare una tra le tante, che ha visto come protagonista la città di Napoli qualche anno fa.

Il Governo mise a disposizione denaro pubblico per le periferie delle aree urbane italiane. Come sindaco di Napoli presentammo un progetto su Scampia, quartiere dell’area nord noto alla cronaca, ingiustamente, come il rione di Gomorra. Luogo complesso e difficile, ma ricco di umanità anche laddove la politica aveva sempre umiliato la dignità umana. Degrado, edilizia popolare incivile, mancanza di economia e lavoro.

Con gli abitanti delle Vele di Scampia, la peggiore espressione di un’edilizia post terremoto di immobili dormitorio anche senza fogne e servizi essenziali, abbiamo scritto un progetto, dopo tante riunioni e discussioni. Abbattimento di tutte le Vele, tranne una che diventerà sede della città metropolitana, realizzazione di scuole, impianti sportivi, attività economiche e culturali, servizi. Il progetto ha portato la mia firma, quella del dipartimento di architettura dell’Università Federico II e del comitato Vele, gli abitanti del quartiere. Una pagina di democrazia partecipativa dal basso. I

l progetto si è classificato tra i primi in Italia ottenendo un cospicuo finanziamento pubblico. Una parte delle Vele già abbattute. Imprese aggiudicatarie nella white list perché hanno denunciato la camorra. Abbiamo applicato con una delibera comunale clausole sociali in modo da far lavorare disoccupati del quartiere. Tempi rapidi nelle aggiudicazioni e lavori che sono andati di pari passo con realizzazione di alloggi popolari comunali nuovi e belli in cui trasferire le famiglie delle abitazioni da abbattere. Nessuno è rimasto senza un tetto.

Il tutto contestualmente al completamento dei lavori della metropolitana e alla realizzazione del dipartimento di scienze infermieristiche dell’università di medicina della Federico II. Abbiamo dimostrato che si possono progettare e aggiudicare gare pubbliche in tempi rapidi e con trasparenza, realizzare le opere, muovere economia e lavoro, riqualificare il territorio, contrastare la criminalità organizzata, spendere bene il denaro pubblico. Ci vuole onestà, competenza, coraggio, coinvolgimento del territorio, cooperazione istituzionale.

Fondamentale è la capacità di fare squadra all’interno della macchina comunale con dipendenti, funzionari e dirigenti per far funzionare la pubblica amministrazione. Una storia che ha messo insieme legalità, riqualificazione del territorio, economia d’impresa, lavoro, partecipazione popolare. I progetti condivisi con il territorio sono quelli che hanno successo perché sono difesi dal popolo. Così Scampia, tra mille problemi, non è più il simbolo di Gomorra e di chi la racconta senza speranze di cambiamento, ma invece del riscatto dell’umanità. È stata una pagina di straordinaria collaborazione tra popolo e istituzioni.

Questo è il Sud che mi piace.