Le opinioni

La grande abbondanza di tutto tranne che del tempo

Scritto il

Questa è un’epoca di grande abbondanza, resa possibile dalla rivoluzione digitale e dalla rete. Il paradosso della scelta, però, è sempre attuale. Anche se viviamo in un tempo in cui qualsiasi cosa è costruita per offrirci il maggior livello possibile di scelta, siamo in difficoltà. Poter scegliere, soprattutto se le opzioni a disposizione sono molte, non sempre è facile. Anzi, alle volte è difficilissimo e doloroso.

Un esempio è la carriera: possiamo costruirla sfruttando un quantitativo di strumenti enorme. Sin dalle scuole superiori possiamo lavorare su noi stessi, scegliendo tra mille attività scuola-lavoro, vacanze-studio all’estero, hobby e persino sport, tutti utili per costruire un curriculum sempre più interessante. Non parliamo poi della formazione universitaria e post-universitaria, delle certificazioni, master, stage, corsi online e mille altre cose. Un mare infinito. E poi arriviamo ai primi colloqui, alle scelte di settore (alcuni “aprono” e altri “chiudono”, e poi quanto tempo restare? Quando è “troppo” e quando “troppo poco”?) passando per una miriade di ragionamenti diversi: spostarsi e cambiare città? Meglio, come prima esperienza, un lavoro all’estero e poi in Italia o viceversa?

È una trincea, soprattutto per chi fa coaching di lavoro e incontra persone di tutte le età che hanno più dubbi che certezze, più opzioni che scelte possibili a disposizione, più rimpianti che rimorsi. A me, che per fortuna non faccio il coach (professione bellissima ma sicuramente difficile, soprattutto di questi tempi) ma solo il cronista, più modestamente tornano in mente due interviste di quasi 20 anni fa che un vecchio caporedattore del giornale per il quale lavoravo all’epoca (Il Sole 24 Ore) mi propose di accostare.

Una era a San Francisco, a Chris Anderson, direttore di Wired, la “Bibbia americana della tecnologia”. Anderson, che faceva il giornalista ma si era laureato in fisica sperimentale, stava lavorando da due anni a un libro con il quale analizzava i dati delle vendite di Amazon. Mi disse che aveva trovato una nuova legge: la “coda lunga”. Il punto centrale della sua teoria era che Internet abilita la possibilità di fare scelte pressoché infinite. Un catalogo online sterminato che cambia tutto e i numeri di Amazon dicevano come: «Il futuro del commercio è vendere più di meno cose», mi disse. Il suo libro, La coda lunga, è considerato uno dei manifesti della rivoluzione dell’e-Commerce.

L’altra intervista, invece, andava nella direzione opposta: la conseguenza della “coda lunga” è il “troppo”. Troppo anche di cose che fanno bene, fa male. Anche l’acqua, per dire, se troppa fa male. Era la tesi dello psicologo e sociologo Barry Schwartz, professore allo Swarthmore College negli Usa, nel suo libro Il paradosso della scelta. Come mi disse: «Superata una certa soglia, l’abbondanza di opzioni fa male e corrode proprio quella libertà individuale che il libero mercato cerca di esaltare». Affoghiamo nelle scelte.

In un certo senso queste due idee non sono all’antitesi ma sono invece complementari. Siamo noi a non capirlo, perché la nostra società e i nostri percorsi professionali sono costruiti ancora sulla base di un’idea antica: la scarsità delle risorse. Pensiamo di dover definire tutto quello che riguarderà la nostra vita con poche scelte fondamentali, ma siamo confusi perché non capiamo quali siano, perse in una miriade di scelte apparentemente secondarie. Il paradosso è questo: troppa scelta in un mondo che finalmente ci permette di scegliere molto meglio, non solo molto di più. Sta a noi trovare le priorità, perché l’unica risorsa scarsa oggi è un’altra: è il tempo.

Per questo pensare che tutte le scelte siano uguali è uno sbaglio enorme. Non voglio colpevolizzare i singoli, confusi e in difficoltà. Invece, è uno sbaglio che stiamo compiendo tutti, come società. Il paradosso è capire qual è il modo importante di fare le cose, e non farsi distrarre dalle mille opzioni che abbiamo sempre davanti. Perché, lo ripeto, l’unica cosa scarsa oggi è il tempo.