Le opinioni

L’anno della Quinta rivoluzione industriale

Scritto il

di Davide Ippolito (Esperto di reputazione aziendale e direttore di Reputation Review)

Mentre scrivo è da poco uscita la lettera di Larry Fink, Ceo di BlackRock, la più grande società di investimenti al mondo, agli investitori.

È diventato un must imperdibile per chi vuole capire gli indirizzi della finanza dei prossimi anni. E non parlo solo dell’alta finanza ma anche delle linee guida per le imprese. In ballo ci sono soldi. Una cosa non è cambiata dal 2018, quando dichiarò per la prima volta «Bisogna guardare oltre il profitto» ovvero la Reputazione è diventata un tema centrale per l’economia mondiale.

In quel momento si parlava principalmente di sostenibilità e di Esg, poi con il Covid l’attenzione si è concentrata sulle risorse umane, sul cosiddetto Capitale umano. E ora?

Da sempre diversi settori dell’economia sono basati sulla Reputazione. Quando facciamo l’assicurazione auto paghiamo di più o di meno a seconda della nostra reputazione come automobilisti, quando chiediamo mutui o finanziamenti ci vengono erogati in una quantità variabile a seconda della nostra reputazione come pagatori, quando affidiamo la nostra impresa in banca chiedendo un anticipo dei nostri futuri incassi esso viene concesso sulla base della nostra reputazione rispetto alle performance finanziarie, ovvero alla nostra capacità di rispettare le promesse. Il cambio di paradigma avviato nel 2018 però ha moltiplicato il concetto di Reputazione e ha fatto emergere ancora più chiaramente che la Reputazione non esiste, ovvero non esiste una sola Reputazione, ma esistono diverse dimensioni e quella a cui stiamo assistendo può essere a tutti gli effetti quasi definita una “Quinta rivoluzione industriale” (che è anche il titolo del mio nuovo libro in uscita ad inizio 2023).

Nella lettera di quest’anno però gli ingredienti di cosa deve fare un’impresa nel 2023 per essere “sostenibile “in senso ampio ci sono tutti.

Larry Fink quest’anno si concentra su un aspetto chiaro a molti (ma, ripeto, le cose cambiano quando a dirlo è chi decide a chi dare i soldi e a chi no): alla base del capitalismo c’è un costante “reinventarsi” per non rischiare di essere soppiantate da nuovi competitor, le aziende devono continuamente evolversi di pari passo con il mondo che le circonda.

Sta cambiando il modo in cui le persone lavorano e il modo in cui i consumatori acquistano, stanno nascendo nuove attività e alcune ne stanno uscendo distrutte, soprattutto sta ancor più accelerando il modo in cui la tecnologia sta rimodellando la vita e il business.

L’accesso al capitale, per trasformare le idee in realtà, per le società innovative, quelle che cercano di adattarsi a questo ambiente, è più agevolato che mai. Inoltre, la relazione tra un’impresa, i suoi dipendenti e la collettività è in fase di ridefinizione. Per questo BlackRock invita i Ceo a mostrare una voce coerente, uno scopo chiaro, una strategia coesa e una visione di lungo periodo. In questo clima di incertezze, lo scopo della vostra impresa deve essere la stella polare.

Gli stakeholder su cui la vostra società fa affidamento per generare profitti per gli azionisti hanno bisogno di sentirvi parlare direttamente; desiderano essere coinvolti e ispirati da voi. Insomma, bisogna metterci la faccia ed esporsi sulle questioni sociali connaturate al successo a lungo termine delle nostre aziende. Deve cambiare il rapporto con i dipendenti. La normalità prevedeva che i dipendenti andassero in ufficio cinque giorni alla settimana, non si parlava di salute mentale sul luogo di lavoro e i salari della manodopera a basso e medio reddito non crescevano.

Quel mondo è finito. Ora i lavoratori possono scegliere, anche le forme più diffuse di lavoro agile, e se un’azienda non riesce a creare ambienti migliori e più innovativi per i loro dipendenti non riusciranno a prendere le persone migliori e a generare maggiori profitti per gli azionisti.

Tradotto per rispondere alle tante polemiche lette sui giornali nei mesi scorsi: non è che non si trovano risorse per la vostra attività, è che non siete attrattivi, la vostra impresa non è attrattiva e se non iniziate oggi a renderla attrattiva e a coltivare quella dimensione Reputazionale nei confronti dei dipendenti rischierete di chiudere voi. Un bel cambio di paradigma rispetto al tanto noto italico “lavori per me, fai quello che dico io”.

La grandissima presenza di denaro per le imprese innovative (a cui accennavo prima) vuol dire che ogni settore può contare su un elevato numero di startup dirompenti che cercano di spodestare i leader di mercato. Se non si vuole fare la fine dei tanto citati Blockbuster o Nokia e perdere competitività a favore di realtà più piccole e dinamiche, i Ceo e gli imprenditori delle società radicate sul territorio devono comprendere i cambiamenti in atto. Se siete una delle tante Pmi radicate sul territorio italiano, magari siete voi che avete creato l’azienda e che la portate avanti con successo da decenni, se il vostro mantra è “facciamo così perché si è sempre fatto così” dovete cambiare, ora!

Avete bisogno di inserire manager e di proiettare la vostra impresa verso il futuro. Non è un avvertimento ambientalista, ma capitalista, ogni impresa e ogni settore uscirà trasformato dalla transizione verso un mondo a zero emissioni. La domanda ora è: sarete tra coloro che guideranno il cambiamento o tra coloro che saranno guidati? Una terza opzione non c’è. La nostra domanda per questi imprenditori è: cosa state facendo per trasformare il vostro business? Come vi state preparando e come state partecipando alla transizione verso l’azzeramento delle emissioni?

Mi faccio forza, rispetto al settore della Reputazione in cui mi muovo, che la convinzione di BlackRock è che le imprese ottengono risultati migliori quando sono consapevoli del loro ruolo all’interno della società e quando agiscono nell’interesse dei loro dipendenti, clienti, comunità e azionisti. È questione di Reputazione. E nel 2023, se non hai ancora iniziato a farlo, dovrai lavorare su questo.