Le opinioni

Mai ascoltare un miliardario se ti consiglia di seguire le passioni

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di Antonio Dini (Giornalista e scrittore)

Non so se ci avete mai fatto caso, ma siamo sempre alla ricerca di un mentore, un apripista, di qualcuno che ci dica come fare, cosa fare. Di qualcuno che, anche solo con l’esempio, ci sappia dare un’indicazione su come si fa a capire chi siamo. Come si fa a individuare i nostri obiettivi e come si fa a realizzarli. Non succede solo ai giovani: anche dietro agli sguardi duri di persone ormai invecchiate e con mille battaglie dietro le spalle, dentro c’è sempre il desiderio sincero di voler trovare il proprio vero percorso.

Alle volte anche l’ingenuità. Passiamo tutta la vita a cercare il nostro obiettivo, difficilmente ci sentiamo realizzati, vorremmo essere sicuri di aver trovato davvero la strada che ci rende completamente felici. Per questo sui giornali, in televisione, nei libri o su Internet ma anche nelle grandi conferenze all’università o nelle business school, compaiono spesso le opinioni di un certo tipo particolare di persone. Vengono invitate a parlare le persone più interessanti e più di successo, che spesso e volentieri sono anche molto ricche. Vengono invitati i miliardari, insomma.

Per qualche motivo, che personalmente trovo misterioso, a un certo punto tutti quanti abbiamo deciso che i miliardari dovevano avere un ruolo chiave nelle nostre vite. Abbiamo deciso che loro avevano capito qualcosa che noi non abbiamo capito e così cerchiamo disperatamente di farcelo spiegare.

Ecco, spesso e volentieri i miliardari concludono la loro conversazione con quello che credo sia uno dei peggiori consigli dati ai giovani o a chiunque altro, se è per questo. Sapete qual è questo consiglio? «Segui la tua passione». Ripeto: è il peggior consiglio che si possa dare.

Se qualcuno vi dice di seguire la vostra passione, significa che è già ricco. Non solo: di solito il tizio che vi sta dicendo di seguire la vostra passione ha fatto i suoi miliardi lavorando in miniera o seguendo linee di business assolutamente non sexy, anzi probabilmente tra le peggiori e più faticose e magari anche degradanti.

Che ci crediate o no, questo qui è anche il vostro lavoro. È quello che dovete fare. Infatti, dovete trovare qualcosa in cui siete bravi, che potete fare, e poi dedicare migliaia di ore e applicare tutta la vostra grinta, tutta la vostra perseveranza, tutto il vostro desiderio di sacrificarvi e la volontà di affrontare le situazioni più difficili per crescere e combinare qualcosa sul serio. Per diventare grandi.

Perché è una volta che si è diventati grandi in un determinato settore che le cose cambiano. Arrivano i vantaggi economici, il prestigio, la rilevanza sociale, il cameratismo con gli altri che come voi stanno facendo una fatica tremenda magari in settori leggermente diversi ma altrettanto poco sexy.

E anche loro, come voi, non riescono a chiudere occhio la notte, schiacciati dal peso delle responsabilità che hanno accumulato sul lavoro, incluse quelle delle persone che lavorano per loro.

Tuttavia, non vi sbagliate. Perché è quando riuscite a fare qualcosa con energia e sudore, con dedizione e determinazione, con sacrificio e fatica, che nasce l’autostima. Nasce cioè l’autostima di essere grandi. Ed è esattamente quella fatica e il suo riconoscimento da parte degli altri e di voi stessi che vi farà appassionare a qualsiasi cosa sia quello che state facendo. Insomma, per avere successo ed essere felici non bisogna confondere quel che viene prima con quel che viene dopo: prima viene il lavoro, la determinazione, la fatica. Dopo viene la passione, il riconoscimento di quello che abbiamo fatto e la crescita della nostra autostima, la sensazione che stiamo facendo la cosa giusta nel modo giusto.

Questo processo vuol dire diventare mentori di se stessi e non ingannare gli altri che guardano a noi cercando un esempio. Non ditegli di cercare cosa li appassiona, ditegli di faticare a fare quello che sanno fare, e farlo meglio di tutti gli altri, senza tregua.

Il resto seguirà.