Le opinioni

Misure contro il caro bollette: intervista al Ministro Adolfo Urso

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di Pasquale Napolitano

«Il tema compensazioni per le ricadute delle sanzioni contro la Russia va posto sia con i partner europei sia con gli alleati occidentali, ma intanto lavoriamo con misure nazionali di contenimento». Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, indica al Settimanale la rotta per arginare gli effetti della guerra in Ucraina sulle aziende italiane. Novità in arrivo con la legge di bilancio per le piccole e medie imprese.

Sin da subito, come ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha lasciato intendere che questo governo non avrà alcuna esitazione nel far ricorso al golden power per difendere asset strategici nazionali. Quali i settori dove già intravede segnali di rischio?

«Oggi la minaccia è asimmetrica, quindi dovremo innanzitutto stare attenti a forme di acquisizioni che minino la sicurezza dell’hardware del Paese (le reti di telecomunicazioni e infrastrutturali) e in generale ad acquisizioni ostili tese ad espropriarci della nostra tecnologia. Negli ultimi anni, giustamente, l’esercizio del golden power è stato esteso a tanti settori e filiere produttive, comprese sanità e alimentazione».

Il ricorso al golden power non crea effetti distorsivi del mercato ai danni di aziende italiane che perdono investitori?

«È un tema che in realtà è all’origine del golden power e che fu pensato non a caso all’estremo opposto, cioè la golden share, ovvero la necessità di una presenza pubblica in asset strategici. Oggi la soluzione deve essere un equilibrio fra le due e la studieremo assieme a tutti i soggetti del sistema. È necessario che nella eventualità del divieto ci sia anche un intervento positivo di politica industriale».

La Legge di Bilancio sarà il biglietto da visita del governo Meloni. Può anticiparci quale misura intende inserire a favore delle PMI?

«Innanzitutto, il Fondo centrale di garanzia per le PMI: strumento fortemente anticiclico e di grande efficacia che dal 2020 ad oggi ha rilasciato quasi 3 milioni di garanzie a circa 2 milioni di imprese piccole e medie, garantendo oltre 200 miliardi di finanziamento bancario. La legge – formulata prima dell’esplosione dei costi delle materie prime – prevede che, dopo l’incremento delle percentuali di copertura durante la pandemia, si torni alle percentuali precedenti. Stiamo lavorando per tenere invece le percentuali attuali visto il momento di forte pressione che vivono le imprese».

Sullo scostamento di bilancio la maggioranza non sembra avere una linea compatta. Come ministro lei è favorevole allo scostamento?

«In linea di principio, con un debito pubblico giunto al 145% del PIL è bene evitare ogni scostamento di bilancio. Dipende poi a cosa esso debba servire: è la finalità che motiva ogni scelta; non credo sia utile per il caro bollette, apparirebbe solo una rincorsa agli speculatori».

Appena insediato al Ministero si è trovato ad affrontare il caso dell’Isab di Priolo. Il premier Meloni in campagna elettorale aveva avanzato l’ipotesi di una nazionalizzazione. È questa la soluzione nell’immediato?

«Nell’immediato è stata la garanzia all’operatore Isab di poter ricorrere al mercato del credito per l’acquisto di petrolio da Paesi diversi rispetto alla Russia. Abbiamo emesso in tempi rapidissimi la comfort letter richiesta con insistenza dall’operatore. Sul futuro il governo vigilerà per salvaguardare i livelli occupazionali, erogare i servizi previsti e portare benefici al territorio. Vedremo se Isab si dimostrerà desiderosa di continuare questa strada».

Il premier Meloni chiedeva in campagna elettorale un fondo di compensazione per quelle nazioni (come l’Italia) che pagano un prezzo altissimo per le sanzioni. Quante possibilità ci sono che si possa ottenere in sede Ue questo risultato?

«La sanzioni si sono rivelate essenziali per far comprendere alla Russia il vicolo cieco in cui si è cacciata con una mossa assolutamente fuori dalla storia. Peraltro, proprio le sanzioni hanno impedito alla Russia di ricostituire i suoi arsenali bellici ed ora si trova in difficoltà sul terreno».

Giusto, ma le ricadute sul tessuto economico rischiano di essere durissime.

«Dobbiamo lavorare per evitare che imprese e famiglie ne paghino i costi maggiori; per questo il tema delle compensazioni va posto sia con i partner europei sia con gli alleati occidentali e allo stesso tempo intervenendo con misure nazionali di contenimento. Stiamo lavorando con gli altri dicasteri competenti proprio su questo fronte».

L’emergenza energetica sta strangolando le piccole e medie imprese. Ministro, come si rassicurano, con risposte concrete e tangibili, migliaia di imprenditori che sono tentati di gettare la spugna?

«Ricordando loro i provvedimenti in cantiere e il lavoro che stiamo facendo per dare sostenibilità alla crescita in Italia. Con il ministro Pichetto Fratin stiamo lavorando proprio per trovare una filiera unica fra energia per la produzione ed energia per la sicurezza e la sostenibilità».

Lo slogan del premier Meloni per le imprese è «non disturbare chi produce e crea ricchezza». In concreto cosa devono attendersi le piccole e medie imprese?

«Il primo atto sarà la creazione di un ufficio, sin dai prossimi giorni, in cui le loro istanze saranno ascoltate e il Ministero sarà al loro fianco per sbloccare gli iter autorizzativi. L’articolo 30 del Dl Aiuti nasce per questo».

In che modo il PNRR può rappresentare un’opportunità per le imprese italiane?

«Digitalizzazione, transizione verde, infrastrutture, formazione e ricerca, coesione: parole chiave del PNRR che rappresentano ambiti in cui le imprese potranno sia ricorrere direttamente ai fondi sia fruire di un miglioramento del business environment nazionale».