Nel Mondo delle Pmi

Amaro Gentile, medaglia d’oro grazie ai frati

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di Maria Chiara Caruso

La produzione di amari è nel DNA della Calabria, terra che vanta una tradizione secolare, con tanti marchi storici che negli anni hanno colto successi di mercato, anche nelle competizioni di categoria, forti della grande abbondanza di materie prime presenti in ogni angolo incontaminato della regione.

Alla lista viene ad aggiungersi ora uno degli ultimi nati, il Liquorificio Gentile, creato nel 2000 nel cuore della comunità montana del Reventino (Catanzaro) grazie alla passione e alla testardaggine di Luca e Pasqualina Gentile. «Eravamo giovani sposi, amanti delle preparazioni dei liquori fatti in casa», spiega Luca, «quando, da autodidatti, abbiamo deciso di trasformare la passione in attività lavorativa».

Un inizio non proprio facile. Lui ha frequentato vari corsi nel settore della liquoristica italiana, acquisendone tecniche e segreti. Ha creato poi la società. Ma solo nel 2004, «dopo una lunga e macchinosa trafila burocratica» si è arrivati al primo imbottigliamento ad uso commerciale. «Abbiamo investito le nostre risorse», ricorda ancora Luca Gentile «grazie al supporto, sia morale sia pratico dei nostri genitori. Per l’avvio, abbiamo partecipato a un bando gestito da FinCalabria che in parte è stato garante di un prestito con l’allora Banca Carime».

Amaro Eremita: da medaglia d’oro

Erbe, zucchero, acqua, alcool, etichette, cartoni, tappi e vetro sono le materie prime di cui ha bisogno Luca per produrre i suoi liquori che corrispondono al 70% del fatturato della sua azienda. La punta di diamante dell’opificio Gentile è l’Amaro Eremita, che esalta la tradizione delle antiche ricette tramandate dai frati cistercensi, eremiti vissuti in questi luoghi. Nella lavorazione, segretissima, sono presenti 21 botaniche. La scorsa estate l’Eremita ha vinto la medaglia d’oro al concorso internazionale World Liqueur Awards sezione erbe, tenutosi a Londra. Una notizia giunta via sms, totalmente a sorpresa visto che il titolare del liquorificio era alle prese con problemi familiari: «Un premio inaspettato, in quei giorni la mia mente non pensava a ciò che stava accadendo a Londra. E alla fine quel messaggio: ce l’avevamo fatta, eravamo i migliori. È stato bello ricevere in seguito chiamate ed e-mail da tutta Italia. Dopo quel riconoscimento», aggiunge Luca Gentile, «il nostro lavoro è aumentato e nel corso dei mesi, abbiamo avuto anche numerosi ordini di Amaro Eremita sul nostro e-commerce».

Qual è il segreto per produrre liquori di questo livello e, soprattutto, da dove provengono le varie erbe utilizzate per la lavorazione? «Le raccogliamo noi», sorride il fondatore dell’azienda, «ma ve ne possiamo svelare solo alcune: anice selvatico Aranzhu, finocchietto selvatico, noci, camomilla. Altre come la melissa, il timo e il rosmarino le coltiviamo; il resto, come la liquirizia, lo acquistiamo da nostri fornitori». Ogni singolo elemento è calabrese DOC, non ultima l’acqua, essenziale, che sgorga dalle sorgenti della zona.

L’Opificio Gentile rispetta la tradizione anche nelle etichette delle bottiglie, un tributo a una delle costruzioni storiche della zona, l’Abbazia cistercense di Santa Maria di Corazzo, luogo simbolo delle comunità montane del Reventino con all’ingresso un’effige che riporta il monito: Vietato calpestare i sogni. Un vero e proprio stimolo per chi, come Luca e la sua famiglia, decide di far imprenditoria al Sud: un monito a non abbassare la guardia e mollare la presa, ad andare avanti nonostante le mille difficoltà.

Il liquorificio è uno dei pochi opifici calabresi, tra quelli di piccole dimensioni, ad avere attrezzature automatiche e semiautomatiche all’avanguardia, per una migliore qualità del prodotto e la conservazione delle proprietà organolettiche. Tra i progetti futuri spiccano la costruzione di un nuovo laboratorio, più ampio e moderno, e il restyling delle etichette e delle bottiglie, che saranno in vetro riciclato.

Un business nato preparando infusi in casa

Amaro Eremita Luca Gentile, classe ’76, e Pasqualina Arcuri, classe ’80, sono entrambi originari di Carlopoli, in provincia di Catanzaro. La loro parabola imprenditoriale è iniziata su tutt’altre basi: consulente assicurativo lui, insegnante di lettere lei. Da giovani appena sposati trascorrevano le serate invernali preparando infusi per uso personale, con erbe e frutti delle loro valli.

Da qui la produzione casalinga di liquori come il limoncello, il nocino, il finocchietto selvatico e la liquirizia, ‘”oro nero di Calabria”, di cui la regione detiene l’80% della produzione nazionale. L’amore per il proprio territorio li ha portati a investire in un progetto tanto ambizioso quanto grande: avviare una piccola impresa di liquori a Carlopoli, luogo del cuore. E hanno trasmesso la loro passione anche ai figli, Francesco e Felice, che li seguono in giro per l’Italia promuovendo i prodotti dell’azienda.

Ma restano sempre attaccati alle radici e nel 2019, ispirati dal cammino di Santiago di Compostela insieme a un’amica, hanno fondato un’associazione che unisce l’arte della parola a quella dell’artigianato, L’amaro letterario, per valorizzare il territorio, offrendo percorsi di lettura e scrittura creativa all’interno dei borghi più belli. Ovviamente in compagnia di un buon bicchiere di amaro a chilometro zero.