Nel Mondo delle Pmi

Look Up contro le distrazioni da smartphone in ufficio

Scritto il

di Francesca Baroni

La produttività di un dipendente aumenta del +26% ogni ora lavorativa quando il cellulare non è nei paraggi.

Il dato elaborato dal Kaspersky Lab con due università europee (la Nottingham-Trent e la Medienpsychologie di Würzburg), contenuto nel report “Tempted by the smartphone”, offre un’ulteriore freccia all’arco dei sostenitori del digital detox.

Incrociato con il costo medio annuo del lavoro indicato nelle tabelle del Ministero del Lavoro, significa che la “distrazione digitale” – il tempo trascorso in attività online non inerenti alla propria professione – costa alle aziende circa 3.200 euro l’anno. Per lavoratore.

Un costo “invisibile” che impatta, oltre che sulla produttività, anche su sicurezza nel luogo di lavoro, rapporti tra colleghi e benessere psicofisico. In Italia più di 50 milioni di utenti trascorrono una media quotidiana di 6 ore e 22 minuti online. In un giorno si arriva a sbloccare il telefono anche 120 volte, spesso come riflesso incondizionato: mentre si parla con gli altri, alla scrivania, quando si studia e, purtroppo, anche quando si guida.

Vale davvero la pena rispondere subito quando ci arriva una notifica o si potrebbe aspettare quei pochi minuti per finire quello che si sta facendo?

Si è chiesto Luca Panseri, ideatore di Look Up (alla lettera: alzare lo sguardo), l’app pensata per aiutare le persone a sollevare gli occhi dallo schermo e ottimizzare il tempo online.

Una startup a vocazione sociale che attraverso incentivi materiali punta a migliorare la qualità delle ore “disconnesse”: al lavoro, a scuola, a casa, in compagnia. Ad oggi, gli utenti della piattaforma hanno guadagnato complessivamente quasi 20 anni di tempo di qualità offline.

Come funziona Look Up? Un timer, che si disattiva ogni volta che si aprono altre applicazioni, conteggia il tempo passato senza utilizzare lo smartphone: ogni 20 minuti trascorsi con il telefono in stand-by (chiamati “break”) si accumulano dieci punti (gli “up”), con cui ottenere dei premi sia online sia offline: un ingresso gratis al museo, un voucher per acquistare libri, una sessione di personal shopping e via dicendo. Diverse imprese hanno sposato l’iniziativa per incentivare la produttività dei propri dipendenti e indurli a comportamenti virtuosi, da RedBull Italia all’Atalanta Calcio, fino alla partnership con FraMar Spa.

L’idea nata durante il mio detox digitale

Luca Panseri
Luca Panseri, CEO e fondatore Look Up

Bergamasco, classe 1990, Luca Panseri si è occupato di progetti immobiliari dal 2012 fino al 2021, anno in cui ha deciso di dedicarsi a tempo pieno a Look Up in qualità di CEO e fondatore.

Realizza questa app grazie all’incontro con Be Bad, il primo sviluppatore di business digitali di Bergamo (frutto della visione di Davide Corna, CEO di Valeo Studio). Ex atleta di sport da combattimento, Luca Panseri ama la montagna, leggere libri (cartacei) ed è papà di tre bambini.

Partorisce questa idea durante un periodo buio della sua vita, come reazione a uno stato depressivo che lo aveva portato ad abusare della tecnologia.

Nel corso di un autoimposto detox digitale e una lenta rieducazione agli strumenti tecnologici – confessa Luca – ecco che mi si è accesa una lampadina. Come posso aiutare le persone ad alzare lo sguardo (e da qui il nome Look Up) dallo schermo nei momenti in cui se ne potrebbe fare a meno?.

Che sia per scrollare i social, leggere news, girare video o chattare su Whatsapp, l’utilizzo smisurato dello smartphone è ormai una pratica fuori controllo oltre che una delle principali cause di incidenti al volante. Luca Panseri escogita così l’app che potrebbe scongiurare la dipendenza da telefonino; inizialmente solo a destinazione sociale, i risvolti economici garantiti dall’applicazione hanno poi richiamato l’attenzione di diverse aziende.