Nel Mondo delle Pmi

Da spazio nascosto a icona di design: il distretto che ha trasformato il bagno

Scritto il

Tra i distretti industriali storici italiani delle Pmi quello dei sanitari per il bagno di Civita Castellana (Viterbo) è probabilmente quello meno conosciuto ma, per molti motivi, è uno dei più interessanti e dinamici. Si estende sul territorio di 8 comuni, con 28 aziende, 36 siti produttivi, 2500 addetti, 377 milioni di euro di fatturato, 45% di export e circa 3,1 milioni di pezzi prodotti ogni anno, e, soprattutto, rappresenta il 90 per cento della produzione nazionale di sanitari in ceramica.  Rappresenta anche uno degli esempi di maggior longevità di questa tipologia di aggregazione industriale essendo emerso come tale intorno agli anni 80 ma già operante per tradizione artigianale dagli anni 50. Sono numeri importanti, se non altro perché, nonostante i periodi di rallentamento, hanno mantenuto un andamento positivo. Non raccontano però del tutto la ricchezza creativa e la capacità di imporre trend tecnologici e formali che hanno trasformato uno spazio di servizio, spesso trascurato, in un ambiente confortevole ed elegante. Grazie proprio ad una rivoluzione tutta italiana del bagno, che trova conferme in altri distretti per quanto riguarda gli accessori e i mobili e le rubinetterie. Non è stato facile mantenere e implementare per le aziende di Civita Castellana i primati: proviamo infatti a riflettere quanto sia complesso produrre sanitari che devono rispondere a precisi requisiti funzionali e di igiene ma dovendo sempre competere in innovazione con la produzione a basso costo e in dumping socio-economico dei paesi in via di sviluppo. E con un peso molto elevato che incide in modo assai penalizzante sui costi di una logistica ormai fuori controllo.

Raggiunti i Goal ONU-Non è stato facile arrivare al 45 per cento dell’export ma il distretto di Civita Castellana è diventato il centro di una grande trasformazione del territorio grazie al design e alle tecnologie di produzione e sta transitando verso la sostenibilità ambientale e sociale, con importanti investimenti nel risparmio idrico, nella sicurezza del lavoro e nel corale ricorso alle energie alternative. Traguardi molto difficili da raggiungere poiché si tratta di lavorazioni estremamente energivore e con il ricorso a processi e sostanze tossiche.  «Ma i risultati si vedono – afferma Augusto Ciarrocchi, vicepresidente di Confindustria Ceramica e presidente di Ceramica Flaminia – il distretto ha ottenuto punteggi ragguardevoli per i Goal Onu; per il Goal 6 “Acqua pulita e servizi igienico-sanitari”, per il Goal 8 “Lavoro dignitoso e crescita economica” e per il Goal 9 “Imprese, innovazione ed infrastrutture”».

Quali prospettive per questo settore? Sembrano essere buone, secondo la Banca Mondiale; infatti si prevede un aumento dell’urbanizzazione soprattutto nell’Asia meridionale che dovrebbe crescere di 250 milioni entro il 2030. La nuova edilizia di queste zone si sta uniformando – e lo farà sempre di più – agli standard di vita occidentali, in particolare per le classi medie che stanno crescendo. E uno dei requisiti richiesti è proprio una o più ampie sale da bagno dove tutto deve essere di design e super attrezzato. Per quanto riguarda il  mercato globale dei prodotti per il bagno, dobrebbe registrare un tasso medio di aumento tra il 9 e il 13 per cento: secondo le rilevazioni statistiche di alcuni centri di studio il valore attuale del mercato oscilla tra gli 85 e i 100 miliardi di dollari.