Nel Mondo delle Pmi

Ecco come con i led sul fondo delle piscine ho vinto alle Olimpiadi

Scritto il

di Filippo Bonsignore

C’è una lepre in piscina. Che corre e si illumina.
All’anagrafe dei brevetti si chiama Virtual Swim Trainer: è l’invenzione di Indico Technologies, azienda di Torino che sviluppa soluzioni innovative a Led nel campo dei sistemi ad alta tecnologia per il supporto nell’allenamento sportivo, consentendo agli atleti e ai loro allenatori di programmare il lavoro in modo mirato.

Tutto nasce dalle intuizioni di Alessandro Buresta, ingegnere delle comunicazioni, originario di Grosseto e da quasi un quarto di secolo ormai torinese a tutti gli effetti, e del fratello Nicola.

“La luce, è proprio il caso di dirlo, mi si è accesa mentre stavo nuotando – racconta Alessandro, amministratore delegato di Indico Technologies – l’idea era di seguire una traccia luminosa che simulasse la nuotata reale, in modo da trasformare il tempo in qualcosa di visibile. La nostra filosofia è di fare informazione con la luce».
Così, nel 2008, Buresta arriva terzo al Premio Nazionale dell’Innovazione, che gli assicura il diritto di entrare nell’Incubatore del Politecnico di Torino, e deposita il brevetto del VST.
Nel 2010 nasce la start up Aqvatech Engineering, che cinque anni più tardi diventa Indico Technologies.

Ma come funziona?
Il Virtual Swim Trainer fornisce uno “spot” di luce a Led che si muove sul fondo della piscina, o in superficie tra i separatori di corsia, che si può programmare secondo il piano di allenamento preferito, in base a velocità e accelerazione. Una “lepre”, appunto, che scandisce il passo e fa da riferimento. I vantaggi sono chiari: pianificare il lavoro sfruttando la possibilità di definire tempi e velocità prefissati e certi da seguire e rendere l’allenamento sempre più personalizzato in base alle esigenze dell’atleta. Il VST è collegato via wireless a un computer, è facilmente programmabile (bastano meno di cinque minuti) e può essere impostato con 12 differenti colori che permettono ad altrettanti nuotatori di allenarsi insieme nella stessa corsia, se la lunghezza della piscina è di 50 metri (6 colori per altrettanti atleti, se la piscina è da 25 metri). Si possono configurare in modo indipendente fino a otto corsie e il sistema è in grado di impostare il ritmo per intervalli, numero di ripetizioni e riposo tra le ripetizioni.

La prima svolta è arrivata nel 2012, quando il VST è sbarcato alle Olimpiadi di Londra. “Da lì abbiamo capito che avremmo iniziato a fare sul serio”, sorride Buresta. La crescita è stata rapida: dopo Londra, sono arrivati anche i Giochi di Rio 2016 e Tokyo 2020. “Ora abbiamo già l’accordo con Parigi 2024: in tutti i centri di preparazione olimpica francesi sarà impiegata la nostra tecnologia”. Non solo: in questi anni, è stata utilizzata da tanti campioni, come gli azzurri Federica Pellegrini, Gregorio Paltrinieri e Benedetta Pilato e il re mondiale della rana, l’inglese Adam Peaty, ed è stata installata anche negli impianti in Finlandia, Francia, Russia, Sudafrica e nel nuovo Aquamore Bocconi Sports Center di Milano. Non solo nuoto, in ogni caso. Indico guarda anche ad altre discipline: il Led Rabbit, e la sua versione mobile Speed Agility Trainer (utilizzata anche da Nike nel suo quartier generale di Beaverton), sono i sistemi per atletica, calcio, basket, pallavolo, tennis, scherma, ciclismo, boxe e pattinaggio sul ghiaccio. Per la pallanuoto, invece, è stato implementato il Waterpolo Visual System, sistema di marcatori visivi progettato da Myrtha Pools, per rendere più spettacolari le gare e fornire informazioni e riferimenti certi agli atleti. Buresta promette: «Vogliamo continuare a crescere e innovare».
Seguendo sempre la lepre a Led.