Nel Mondo delle Pmi

Made in Italy senza frontiere: export al 53%

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di Paola Guidi e Franca Rottola

Il fatturato alla produzione della filiera legno-arredo è cresciuto del 12,6% – secondo il centro Studi di Federlegno Arredo, FLA, passando così dai 43,2 miliardi del 2019, ai 50,2 del 2021 fino agli attuali 56. Il +12,6% è la sintesi di un +12,2% delle vendite Italia (35,6 miliardi di euro) e di un +13,3% delle esportazioni (21 miliardi di euro) che rappresentano il 37% delle vendite totali. L’export della filiera è stato trainato soprattutto dagli Usa (+25,7%) che sono diventati la seconda destinazione davanti alla Germania (+9,7%) e dopo la Francia (+9,5%), che si conferma primo mercato di sbocco. Il risultato dell’export è figlio di un +12,6% registrato dal macrosistema dell’arredamento (15 miliardi di euro) e di un +14,9% del sistema legno (5,5 miliardi di euro).

Ma è soprattutto l’arredamento che registra il record di esportazioni con una quota sul fatturato (29 miliardi di euro, +11%) che rappresenta il 53% del fatturato totale. La mappatura dell’export vede la Francia confermarsi – con il 16% del totale – come primo Paese con 2,4 miliardi di fatturato e +8% di crescita. Seguono gli Usa che, con un export di circa 1,9 miliardi e una variazione del +25,5%, si confermano la seconda destinazione con una crescita pari a 380 milioni.  Terza destinazione la Germania (1,4 miliardi, +5,3%), seguita da Regno Unito (799 milioni, +8,9%) e Svizzera (728 milioni;+14,7%). Cina stabile al settimo posto con un incremento molto contenuto (+2,1%).

Come si esporta costantemente e in mercati evoluti come quelli europei e del Nordamerica? Non si tratta di estemporanee grandi commesse una tantum sia pure frequenti ma di flussi consolidati che fanno leva su brand noti da decenni  e di grandi capacità innovative. E nemmeno appartenenti a aziende di notevoli dimensioni o che producono una vasta gamma di tipologie. Perché spesso è la specificità del materiale, della destinazione o di particolari e uniche lavorazioni che rende forti anche sui mercati mondiali e molto competitivi le Pmi. E, soprattutto, conta per i grandi compratori esteri, l’identificazione del brand con il fondatore, non un semplice uomo d’affari con il fiuto per il design, ma molto molto di più.

Uno degli esempi più evidenti è la marchigiana Fiam (70% export, fatturato 10,8 milioni) fondata nel 1968 da Vittorio Livi, artigiano vetraio per conto terzi ma che decide di diventare imprenditore applicando nuove tecnologie e al tempo stesso innovazioni formali di design contemporaneo. Inventa un forno speciale per creare il curvo vetro con il quale debutta sulle riviste di tutto mondo collezionando premi ovunque, con la celebre Ghost, una grande solidissima trasparente poltrona. Dagli anni 70, collaborando con i maggiori designer, con archistar e con artisti come Giò Pomodoro, rimane fedele alla materia prima, il vetro, e presenta spettacolari mobili-sculture, con tecnologie uniche per rendere leggero ma molto resistente il vetro. E per renderlo sempre diverso, con finiture e tecniche fusorie raffinate, brevettate, che trasformano il mobile, gli specchi per cui Fiam è famosa in tutto il mondo, e i multipli in sculture dinamiche dalle superfici cangianti e materiche.

Livi e la Fiam si mantengono fedeli anche negli anni difficili all’origine: l’imprenditore-artista-designer rimane ma lascia il posto alla seconda generazione, il figlio Daniele. L’inesauribile innovazione del catalogo Fiam – al Salone presenta molte proposte inedite – nasce continuamente dalla presenza di artisti e designer creativi. «In ogni azienda dovrebbe esserci un artista – afferma Vittorio Livi – perché sperimentare e inventare non è solo una sfida imprenditoriale ma anche un divertente confronto e un costante apprendimento culturale».

Altro caso è il distretto degli imbottiti di Forlì, che ha messo a segno il record dell’aumento delle esportazioni con un +69,4%. Ma è tutto il comparto italiano di questa tipologia che procede a ritmi molto sostenuti. Carola Bestetti, ceo di Living Divani, che rappresenta la seconda generazione di uno dei due fondatori, Luigi Bestetti (l’altra è stata Renata Pozzoli) e che ha sede in Brianza, ha dichiarato a Il Settimanale che la quota di vendite sui mercati esteri ha raggiunto nel 2022 il 79% del fatturato totale, che ha superato i 30 milioni di euro. «Sono stati due anni molto soddisfacenti, nonostante le difficoltà dettate dalla situazione pandemica – risponde Bestetti – acuite dalla condizione di emergenza in Russia e in Ucraina. Non ci siamo però mai fermati, registrando un +57% nel biennio, e abbiamo continuato a lavorare con energia e costanza per mantenere alto il nostro valore qualitativo. L’Europa rimane il mercato più maturo e incidente, guidato dalla Germania e seguito da Francia e Belgio, mercati cresciuti e consolidati negli ultimi anni, con note positive anche per Olanda e Spagna».

I buyer esteri, quando stendono la lista degli ordinativi inseriscono ormai di default l’outdoor e chi ha saputo adeguarsi alle nuove tendenze chiude contratti d’oro, soprattutto per il contract. «Il nostro catalogo è composto da un’articolata offerta – spiega ancora Carola Bestetti – che si sviluppa intorno al sistema imbottito, sia esso da indoor o outdoor, da una collezione di letti, complementi come sedie, poltroncine, tavoli, tavolini, librerie, contenitori e tappeti, per creare un ambiente unico, da quello più essenziale e rigoroso a quello più eclettico e decorativo».

La forza del Salone è di aver creato nei decenni una solida base di incontri tra i buyer internazionali e le PMI e ancora adesso si parla di un 30% delle esportazioni che transita dalle fiere. Soprattutto per i giovani designer. Marva Griffin, giornalista e esperta in design, ha avuto 24 anni fa la straordinaria idea di creare proprio nel Salone, uno spazio apposito, il Salone Satellite, che ospitasse le proposte dei giovani sotto i 35 anni che non potevano permettersi i costi onerosi del Salone e del Fuori Salone.

E che fossero visibili agli occhi delle aziende  e dei grandi buyer. «Il Salone Satellite ha creato occasioni uniche per tanti progettisti e oggi viene copiato da molti organizzatori di fiere – dichiara Marva – ma nessuno è riuscito ad avere il nostro successo. E infatti accanto a Euroluce troverete il Salone Satellite e in grande evidenza a Sate Light, gli oltre 80 progetti che sono diventati reali prodotti diffusi in tutto il mondo. Molti degli attuali e celebrati designer sono stati ospitati ai loro inizi dal Salone Satellite e hanno potuto creare rapporti speciali e continui con gli imprenditori dell’arredo italiano. E ci tengo molto a sottolineare – aggiunge Griffin – che sin dall’inizio i giovani che debuttavano anno dopo anno sottolineavano sempre scelte senza compromessi per la sostenibilità, anche in tempi in cui questo tema non era affatto diffuso. Chi verrà in fiera vedrà anche la grande creatività delle 28 scuole e università del design di tutto il mondo che abbiamo invitato».