Nel Mondo delle Pmi

Logistica, Milano studia i veicoli del futuro

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di Paola Stringa

Robot smart, Locker mobili per ricevere le consegne, shuttle tra nodi logistici, droni terrestri guidati con sistemi di intelligenza artificiale per decongestionare le nostre città inquinate e trafficate. L’Italia guida la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative nella logistica dell’ultimo miglio e nei veicoli a guida autonoma all’interno del campus milanese Mind (Milano Innovation District), con le startup della rete Federated Innovation.

Federated Innovation, nata nel 2021 e promossa da Lendlease in collaborazione con Cariplo Factory, braccio operativo dell’omonima Fondazione nell’innovazione tecnologica, è il modello che aggrega le aziende per sviluppare progetti di innovazione all’interno di Mind in un ambiente protetto, su scala cittadina e con il coinvolgimento delle istituzioni, dove si accelera la messa a terra delle iniziative.

Re-Immaginare la logistica dell’ultimo miglio, nel contesto di un sistema urbano di economia circolare a servizio delle consegne B2B, B2C e C2C in modo da rendere le aree urbane più sostenibili e le aziende più efficienti, non è più una suggestione futurista, ma la sfida che si affronta ogni giorno nell’area dove, nel 2015, si è svolta l’Esposizione Universale di Milano.

Il post pandemia ha portato alla crescita dell’ecommerce e del delivery, nonché all’aumento dei veicoli su strada, delle emissioni e del traffico. Tutto ciò richiede un cambiamento dei modelli operativi.

Una recente ricerca condotta da Scandit, leader nelle soluzioni di smart data capture, rivela un aumento dei carichi di lavoro oggi in Italia nel settore delle delivery (Drivers view from the last Mile). Il 68% dei delivery driver ha dichiarato che il volume delle consegne è cresciuto negli ultimi cinque anni così come il traffico (27%).

La nostra ricerca ha messo in luce che i driver sentono la pressione dei cambiamenti del ruolo, l’aumento dei volumi dei servizi da effettuare e le aspettative di una delivery sempre più rapida- spiega Samuel Mueller, CEO e cofounder di Scandit.

La logistica è dunque in una fase di transizione e si impone oggi la necessità di ripensarla più sostenibile oltre che più efficiente. L’ultimo miglio è la parte, a quanto pare, più inefficiente della supply chain. Clienti insoddisfatti, servizi troppo costosi, esperienza d’acquisto insoddisfacente, aumento della pressione sui delivery driver e produzione di inquinamento locale.

L’introduzione di veicoli a guida autonoma può essere una risposta a tutto questo. La tecnologia è pronta per accompagnare la transizione, serve però un graduale adeguamento normativo.

In Italia c’è un decreto post Covid del 2020 per permettere, tra l’altro, la sperimentazione dei veicoli autonomi sulle strade pubbliche. Sperimentazione Italia, è la sandbox normativa creata affinché l’Italia si configuri come un laboratorio di iniziative innovative.

La misura consente infatti a startup, imprese, università, enti di ricerca e spin-off universitari di qualunque settore, di testare progetti pilota in ambito di digitalizzazione e innovazione tecnologica, in deroga a vincoli normativi vigenti.

Sulla guida autonoma la tecnologia sarebbe pronta ma c’è ancora una rigidità normativa che all’estero non c’è.

Ammette Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio connected car & mobility, del Politecnico di Milano.

Qui si parla ancora solo di sperimentazioni che permettano di utilizzare delle deroghe ai vincoli regolatori.

Alcuni Paesi, come la Francia ad esempio, stanno invece già inserendo modifiche nelle normative per le infrastrutture. Gli investimenti nelle smart road in Italia sono finora molto limitati rispetto alle opportunità offerte dallo sviluppo delle tecnologie dei veicoli e dei sistemi di controllo.

Nel 2018 è stato approvato il Decreto Smart Road con il fine di finanziare nuovi investimenti finalizzati ad attrezzare la rete stradale per i dispositivi e permetterne dei test. Sebbene il Decreto introducesse nuove regole per il collaudo dei veicoli a guida autonoma su strade pubbliche, le restrizioni previste sono ancora molto severe.

Dai droni intelligenti ai robot multiuso

Theo, Hipert, Yape, Clevon, LMAD, Kiwibot, Delivers, Lifetouch, Twinswheel, Serve Robotics: le startup che sviluppano e sperimentano a Mind propongono di rendere questo mercato più conveniente, sostenibile e scalabile per tutti i player.

Che siano droni intelligenti per la consegna delle merci, che già collaborano con altri player, da Foodora a Sea, come Yape, la cui sperimentazione della flotta è partita proprio dal distretto di Cascina Merlata, a Milano, oppure piattaforme multiservice per le consegne dell’ultimo miglio da usare on demand per differenti servizi, come Theo, che ha già all’attivo progetti all’Interno di campus universitari sia in Italia che in Germania.

Ma anche piccoli veicoli, come quelli di Lifetouch che consentono di consegnare 24 ore su 24, come un rider ma più istantaneo e a costi inferiori.

O ancora, robot multiuso come quelli di Twinswheel, adatti a tutti i mercati, dall’assistenza alle persone al trasporto valigie per la movimentazione negli aeroporti e nelle stazioni, già sperimentali in Francia.

Il mercato dell’Autonomous Delivery è in grande sviluppo in tutto il mondo. Si prevede una crescita del 24% entro il 2028 a livello globale. Negli ultimi 12 mesi è stato il settore verticale più remunerato dalla finanza globale. Sugli investimenti c’è particolare attenzione perché il delivery è oggi la principale voce di costo della supply chain e le soluzioni di veicoli a guida autonoma promettono di abbattere i costi in qualsiasi catena distributiva.