Nel Mondo delle Pmi

Mercati esteri e nuovi brand: così DR accelerala crescita

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di Alessandro Luongo

Dopo aver chiuso un 2022 con circa 25mila immatricolazioni, una quota di mercato di circa il 2% e un fatturato più che triplicato rispetto all’anno precedente, DR Automobiles Groupe mira ad espandersi nei principali mercati europei come Spagna e Francia, dove arriverà presto anche grazie a una partnership strategica siglata con Ca Auto Bank, gruppo che oggi annovera oltre 5mila dealer convenzionati in tutta Europa.

Le novità non finiscono qui. La casa automobilistica di Macchia d’Isernia (IS), ha appena avviato la realizzazione di una rete di concessionari dei nuovi brand Sportequipe e ICKX, che hanno un posizionamento di mercato più elevato rispetto agli attuali DR ed EVO e che dunque avranno bisogno di un network di vendita dedicato.

Così come dedicato è lo stabilimento di produzione appena realizzato nel quartier generale di DR Automobiles Groupe, che va ad affiancare quello già esistente, dove vengono assemblati i modelli DR ed EVO (capacità produttiva fino a cinquemila auto al mese).

Nel mentre, il network di vendita DR ed EVO si consolida. Oggi conta 200 dealer e 300 centri di assistenza in tutta Italia.

E dire che l’azienda automobilistica creata nel 2006 da Massimo Di Risio – che debuttò con la DR5 nella catena degli ipermercati Iper a un prezzo molto aggressivo – quattro anni dopo la sua fondazione, nel 2010, fu chiamata dal governo italiano per dare vita al rinnovamento e ammodernamento dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, in Sicilia. Ma l’avvicendarsi di vari esecutivi tecnici alla guida del Paese fece naufragare il programma.

Chissà se in questo momento lavorare con imprese cinesi, che hanno dovuto scontare fino a pochi mesi fa gli effetti pesanti delle restrizioni per arginare la pandemia, non abbia creato difficoltà all’impresa molisana.

«Venti anni fa abbiamo intuito che la condivisione di piattaforme e componentistica preesistenti ci avrebbe consentito di abbattere notevolmente gli investimenti strutturali – risponde Massimo Di Tore, direttore comunicazione e marketing di DR Automobiles – abbiamo dunque creato delle solide partnership industriali con alcuni colossi dell’industria automobilistica asiatica che ci consentono oggi di avere una notevole capacità produttiva. Inoltre, grazie a un’organizzazione piuttosto snella e flessibile, siamo riusciti a trovare dei fornitori tali da garantire microchip e semiconduttori in questo momento di crisi nella reperibilità di tali componenti. Di conseguenza tutto questo ci consente di avere ampia disponibilità di prodotto, con tutti i modelli in pronta consegna».

Altra sfida da tenere presente per il futuro a medio lungo termine è la sostenibilità. I produttori automobilistici sono in effetti impegnati in grandi investimenti per realizzare modelli a basso impatto ambientale in vista dei limiti imposti dalla Ue. L’azienda italiana – la cui gamma è composta da una serie di crossover e SUV, di dimensioni compatte e medie – ha mostrato da subito una propensione in questo senso, abbandonando il diesel e virando su motori bifuel (anche a Gpl).

«Sicuramente riteniamo che l’elettrico rappresenterà una delle frontiere dell’automotive, motivo per cui stiamo sviluppando anche noi questa tecnologia. Abbiamo infatti appena lanciato la DR 1.0 EV, una city car full electric di 3,20 mt. con quattro posti e un’autonomia di 294 km nel ciclo urbano. Tuttavia pensiamo che il 2035 sia un termine troppo ravvicinato per abbandonare definitivamente cento anni di storia del motore termico. Innanzitutto – sottolinea Di Tore – perché il mercato italiano non è ancora pronto, poi perché un’intera filiera non riuscirà a riconvertirsi così rapidamente su una sola nuova tecnologia. Pur riconoscendo, infatti, la necessità di una transizione ecologica, siamo propensi per una neutralità tesa a favorire qualsiasi tipo di tecnologia ecocompatibile, in grado di ridurre le emissioni di CO2. Fin dall’inizio abbiamo creduto fortemente nel bi-fuel, sviluppando insieme all’italiana BRC il nostro Termohybrid e ottenendo una tecnologia performante, affidabile ed ecosostenibile».

Quale sarà, a questo punto, l’approccio dei nuovi consumatori come i Millennials o la Generazione Z rispetto ai giovani di vent’anni fa? «Crediamo che in un momento storico come quello che stiamo vivendo sia sempre più crescente una domanda non influenzata da schemi o status symbol ma spinta invece da esigenze di economicità e praticità – è convinto Di Tore – Non parlo solo dei Millenials o della Generazione Z, ora in generale l’automobile è sempre più vista come un “mero” mezzo di trasporto in grado di soddisfare le esigenze quotidiane di mobilità. Questo però non vuol dire che non possa essere anche bella, tecnologica, confortevole e sicura».

Guarda l’intervista completa a Massimo Di Tore, direttore comunicazione e marketing di DR Automobiles