Nel Mondo delle Pmi

Milano fa il tutto esaurito soprattutto con il Fuorisalone

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di Paolo Cova

Milano è in fibrillazione: il succedersi in poche settimane del ponte pasquale, del Salone del Mobile e dei due ponti del 25 Aprile e del 1° Maggio rappresenta una occasione unica per aprirsi al mondo e mettersi in mostra nel miglior modo possibile. Gli albergatori già segnalano numeri interessanti sulle prenotazioni e ciò si ripercuote, a cascata, su taxi, ristoranti, shopping, affitti brevi, b&b. Il fatto è che, come ha sottolineato recentemente Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo con delega a Moda e Design del Comune di Milano, «rispetto alle sfilate di moda (l’altro evento clou mondiale di Milano, oltre al Gran Premio di Monza, ndr) Salone del Mobile e Fuorisalone si caratterizzano per un coinvolgimento della città unico, diretto, con tante attività diffuse nei diversi quartieri».

E dunque quanto valgono, per Milano e il suo hinterland, il Salone e il Fuorisalone? Confcommercio Milano Monza Brianza Lodi ha fatto due conti: l’edizione 2022 (tenutasi a giugno) ha visto 400mila presenze in città e 263mila visitatori a Rho (nell’aprile 2019, prima della pandemia, i visitatori a Rho erano stati 386mila) con un impatto economico di 247 milioni di euro sul sistema dell’ospitalità.

Dati confermati in sostanza da Marco Celani, amministratore delegato di Italian Way, primo operatore sul mercato italiano degli affitti brevi per destinazioni coperte e numero di immobili gestiti, e dal 2020 anche presidente dell’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi, Aigab:

Aprile rappresenta tradizionalmente un 15% di tutte le presenze in città. Il Salone del Mobile, il Fuorisalone e tutto quanto vi gira attorno valgono 50 milioni di euro solo per gli affitti extralberghieri, cui vanno aggiunti altri 210 milioni tra pernottamenti alberghieri, ristorazione, shopping, trasporti, calcolando che ogni euro speso per dormire ne produce altri quattro spesi per mangiare, divertirsi, viaggiare, fare shopping.

Tutto questo comprendendo anche il privato che, disponendo di due camere da letto, ne affitta una per il periodo del Salone «o addirittura decide di andarsene per due settimane e affittare casa». Cifre e valutazioni che valgono per «Milano, l’hinterland, la Brianza, anche Torino e Modena, che sono ben collegate al capoluogo lombardo e che quindi risentono del Salone. Non così Bergamo, ad esempio, o il Canton Ticino».

Celani svela però anche una curiosità: «Ad oggi (11 aprile, ndr) il tasso di occupazione delle case in affitto breve è attorno al 60%. Credo così anche per gli alberghi. Le piattaforme di affitti brevi risentono della concorrenza di quei privati indipendenti che, appunto, offrono online stanze a tariffe inferiori. Credo però che nei giorni a ridosso del Salone si possa arrivare al tutto esaurito. È successo anche per Pasqua: il tasso di riempimento delle case a Milano era al 20-30 per cento una settimana prima. Poi è arrivato al 99,5%, grazie ai turisti italiani. Per questo non prevedo aumenti di prezzi rispetto al 2022. Oggi online ci sono ancora 17mila case».

Senza dimenticare un’altra ricaduta del Salone: il business dell’allestimento. «I grandi marchi dell’arredo progettano i loro stand mesi e mesi prima della data di apertura – racconta il responsabile produzione di un’azienda di verniciatura di mobili e pavimenti in Brianza – e per l’allestimento coinvolgono, nelle settimane precedenti l’evento, falegnami, verniciatori, muratori e arredatori». Commenta Katia Celli, presidente dell’Asal (Assoallestimenti): «In una fiera standard sono impegnati in media 2.400 allestitori con punte, per il Salone del Mobile, di 9.600 operatori».