Nel Mondo delle Pmi

SAB: il Caronte dello spazio parte da Benevento

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di Maria Cava

Se oggi i satelliti possono essere lanciati in orbita a prezzi più contenuti il merito è della SAB Aerospace. La società privata e indipendente, con sede a Benevento, è stata la prima in Europa a realizzare il dispenser SSMS (Small spacecraft mission service) per accogliere un numero maggiore di “passeggeri” a bordo del lanciatore europeo Vega.

Il suo primo lancio è avvenuto il 2 settembre del 2020 da Kourou (Guyana Francese) con a bordo 53 satelliti di 21 clienti provenienti da 13 Paesi diversi.

Il meccanismo ideato da SAB è semplice. Il passeggero-satellite sale sull’autobus spaziale, ossia il lanciatore, e scende alla sua fermata-orbita. Il costo del biglietto dei satelliti per lo spazio viene così distribuito tra più soggetti: imprese, università o centri di ricerca che hanno necessità di lanciare satelliti.

C’è mancato poco che SAB arrivasse prima di Elon Musk – spiega David Zucconi, amministratore unico della SAB Aerospace dal 2006 – ma i ritardi del processo che ha coinvolto più soggetti istituzionali non l’hanno consentito. La nostra produttiva ha comunque caratteristiche di unicità nel panorama italiano ed europeo.

SAB Aerospace è socia del Dac, il Distretto aerospaziale della Campania, e opera nel business spaziale con core focalizzato nello sviluppo di strutture meccaniche complesse per satelliti e lanciatori e del controllo termico. Ha contratti diretti dall’Esa (Agenzia spaziale europea), e ha implementato tutte le procedure e gli standard dell’agenzia stessa. Ha partecipato a campagne di lancio e conosce bene le regole rese operative dall’agenzia nello spazio-porto della Guyana francese.

L’azienda è nata come spin off della Carlo Gavazzi Space, una delle maggiori aziende spaziali private italiane di cui nel 2004 era amministratore Lanfranco Zucconi, padre di David. Oggi la SAB è una holding che conta tre aziende a Benevento (che sviluppano in tutto cinque milioni con 40 addetti) e altre tre fra Repubblica Ceca, Polonia e Romania (10 milioni di fatturato con 100 dipendenti).

«Le sedi all’estero – spiega Zucconi – rappresentano una risposta alla necessità dei Paesi membri dell’Agenzia spaziale europea di avere aziende qualificate in grado di competere sui progetti dell’Agenzia, in modo da garantire il giusto ritorno geografico al proprio Paese. In Italia l’offerta di progettualità da parte delle imprese è alta e non tutte riescono a partecipare ai programmi spaziali europei. Mentre in Repubblica Ceca, per esempio, abbiamo vinto gare importanti, siamo responsabili dello sviluppo della struttura del satellite scientifico Plato (Esa) e del satellite di osservazione della terra Rose-L (sempre Esa)».

Tra gli altri servizi che SAB fornisce in esclusiva per le piccole imprese, le università e i centri di ricerca c’è la vendita della capacità di lancio sul lanciatore Vega. Lo prevede l’accordo fra Arianespace e la società di servizi della holding, la SAB Launch services.

Tra i programmi spaziali ai quali ha partecipato la holding beneventana spiccano: Galileo ed Exomars 2016 per il supporto alla progettazione meccanica; Euclid per la progettazione di sottosistemi meccanici, fabbricazione, prove ambientali degli strumenti; e Metis per la progettazione di sottosistemi meccanici, produzione e integrazioni dell’assieme a tre specchi del Solar Orbiter Instrument.

Nel 2008 l’azienda ha ampliato il campo di attività con l’introduzione di un laboratorio interno per prove di vibrazione e di un’officina meccanica per la produzione di componenti spaziali.

«Nella nostra azienda – afferma l’amministratore unico – lavorano eccellenti ingegneri che provengono dall’Università del Sannio e dalla Federico II di Napoli, dalla Sapienza di Roma e dall’Università Politecnica delle Marche. Abbiamo la possibilità di accedere a opportunità di business e di rete anche attraverso la nostra partecipazione al Dac. Fondamentale è il costante investimento nella ricerca e nell’innovazione: progettiamo, produciamo, qualifichiamo i nostri prodotti e sviluppiamo internamente i progetti di ricerca.

Ogni volta che iniziamo un nuovo sviluppo, dobbiamo soddisfare nuovi requisiti di missione e pertanto siamo costretti ad affrontare una fase preliminare di studio. I progetti di ricerca ci permetto di studiare materiali e tecnologie innovative che vengono utilizzate poi nei nostri prodotti sviluppati per lo spazio.

Progetti di investimento ci hanno invece permesso di dotarci delle infrastrutture necessarie allo sviluppo dei nostri prodotti. Nel centro di test presente nel nostro quartier generale di Benevento è possibile effettuare la qualifica meccanica di piccoli satelliti prima di essere lanciati».

SSMS-Small: 7 configurazioni, 50 satelliti, 500 Kg

Con il dispenser SSMS-Small spacecraft mission service il lanciatore Vega porta nello spazio più passeggeri-satelliti: nano e micro satelliti di più clienti di diversi Paesi.

L’Agenzia spaziale europea è responsabile della concezione e dello sviluppo del servizio SSMS, supportata da Avio (stabilimento di Colleferro) per assicurare la compatibilità del dispenser con il Vega, e da SAB Aerospace (negli stabilimenti di Brno nella Repubblica Ceca e di Benevento) per la realizzazione del dispenser e la sua integrazione; la commercializzazione del servizio è invece di responsabilità di Arianespace.

In Italia per i piccoli clienti per la commercializzazione opera anche la SAB Launch Services, su mandato di Arianespace. SSMS si inserisce nella strategia europea per garantire un accesso autonomo allo spazio.

L’SSMS è un servizio di lancio fornito attraverso un dispenser. Il dispenser vanta due punti di forza: modularità e standardizzazione. La modularità permette di assemblare differenti architetture, in grado di ospitare differenti aggregati di satelliti. La standardizzazione delle interfacce meccaniche ed elettriche permette la compatibilità con satelliti provenienti da qualsiasi parte del mondo.

Inoltre il dispenser è stato realizzato sfruttando le più avanzate tecnologie per le strutture spaziali, minimizzandone la massa e, di conseguenza, massimizzando la capacità di carico del lanciatore, ovvero la massa dei satelliti che può portare in orbita. Grazie alle sue sette possibili configurazioni, SSMS può ospitare in un’unica missione fino a 50 satelliti di ogni dimensione: da Cubesat di 0,2 kg a minisatelliti di 500 chili.

Holding europea, modello per la Campania, nata in 4 ore

L’ingegnere Lanfranco Zucconi è l’uomo dal quale è nata la prima scintilla della SAB, la Società Aerospaziale Beneventana. Oggi ha 73 anni ed è presidente della SAB Holding che conta sei società in Europa. Negli anni Novanta-Duemila era responsabile della Carlo Gavazzi Space (dal 2017 OHB Italia dopo essere stata rilevata dal gruppo tedesco Orbitale Hochtechnologie Bremen).

In quel periodo la nostra società spaziale aveva necessità di acquisire nuove risorse umane nell’area dell’information technology perché la gran parte degli ingegneri formati a Milano sceglievano carriere nel mondo bancario o della finanza, più remunerative.

Dunque occorreva una nuova divisione aziendale focalizzata sull’IT. Tra le ipotesi del management emerse l’India come nazione dove attingere queste risorse, ma Zucconi senior trovò un territorio altrettanto fertile: Benevento. Contattò il suo amico Luigi Nicolais, ingegnere ed ex ministro della PA , allora assessore alla Ricerca e all’Innovazione della Regione Campania.

Nicolais lo ricevette alle 7 del mattino nel suo ufficio e due ore dopo Zucconi era già a Benevento per incontrare il rettore dell’Università, Aniello Cimitile, tra l’altro esperto di IT, e Carmine Nardone, innovatore e presidente della Provincia. Zucconi raccontò la sua strategia e le necessità. Alle 11 la soluzione era già sul tavolo: Antares.

Si tratta di un consorzio creato attraverso un contratto di investimento con la Regione Campania e che aveva come capofila la stessa Carlo Gavazzi Space insieme ad altre società e startup, tra le quali anche la SAB: il gruppo milanese avrebbe sviluppato programmi spaziali per il mercato europeo nei quali sarebbero state coinvolte le aziende del consorzio.

Un meccanismo virtuoso che ha generato opportunità per il territorio e per le imprese e, anche se oggi il consorzio non esiste più, molte delle aziende nate con quel progetto continuano a lavorare con successo nel settore dell’economia spaziale.