Sostenibilità

Circular Farm, dai fondi di caffè nascono i funghi

Scritto il

di Niccolò Gramigni

Nulla va buttato, non esistono rifiuti ma risorse. Con questo spirito è nata a Scandicci, alle porte di Firenze, Circular Farm, impresa agricola senza terra che si ispira alla circolarità dei processi naturali e il cui business principale ruota intorno alla produzione di funghi ottenuti dai fondi di caffè.

Il creatore è Antonio Di Giovanni, 37 anni, abruzzese di nascita ma toscano d’adozione. Laureato in agraria a Firenze, nel 2012 ha iniziato a studiare i rifiuti residui riciclabili nel centro di ricerca Rifiuti zero di Capannori (LU). Soprattutto le capsule del caffè e la valorizzazione di questo in agricoltura (era proprio lui il referente dello studio).

Da quel momento ho capito che potevamo far nascere una start up – racconta.

Nel 2014 è nata a Capannori Funghi espresso che si occupava proprio di produrre funghi dai fondi di caffè. «Nel 2020 mi sono spostato in un ex vivaio abbandonato nel fiorentino – continua Di Giovanni – e ho dato vita alla Circular Farm inglobando l’idea della precedente esperienza. E mi sono allargato: non coltiviamo solo funghi ma anche micro-ortaggi che produciamo con un innovativo impianto acquaponico, usando l’acqua dei pesci per coltivare insalate e ortaggi fuori suolo, senza terra».

Tornando ai funghi, sono in commercio tre tipologie:

Il pleurotus, lo shiitake e l’hericium. Produciamo circa 200 kg di funghi freschi al mese. Per soddisfare la produzione è necessaria una tonnellata e mezzo di caffè al mese, proveniente da bar convenzionati a Scandicci.

Qui entra in gioco la cooperativa fiorentina Robin Food:

È lei a fare la raccolta dei fondi di caffè in bici – sottolinea l’imprenditore. – La stessa si occupa anche del delivery nei ristoranti. Gestiamo poi sei gruppi di acquisto solidale a Firenze e abbiamo dei mercati contadini, come La fierucola, molto nota in città.

Nel presente dell’azienda c’è anche un’ulteriore innovazione: «una collaborazione con la Scalabros all’interno del progetto ScalaBoxFarm. Lanceremo un container con un impianto di illuminazione di 4 Kw con luci a led: servirà per far crescere i nostri prodotti, in particolare i micro-ortaggi. È tutto automatizzato: dall’acqua usata per la concimazione delle piante al controllo dei parametri ambientali dell’aria e dell’acqua. Con un cambio di settaggio si potranno coltivare i funghi. A breve lanceremo anche polveri di fungo per uso curativo, sfruttando le tante caratteristiche nutrizionali: i funghi che crescono sul fondo del caffè hanno quantitativi di proteine più elevati e polifenoli maggiori rispetto a quelli coltivati in altro modo».

Tre tipologie diverse di produzione, c’è anche il fungo dellattenzione

Qui sopra il pleurotus, in copertina lo shiitake
Qui sopra il pleurotus, in copertina lo shiitake

Il principale business di Circular Farm è la produzione di funghi, sul modello di Funghi espresso, dagli scarti di caffè. L’azienda attualmente produce tre tipologie di funghi, molto diversi tra loro. La prima è il pleurotus, fungo di grandi dimensioni. È il più economico, circa 10 euro al chilo, il prezzo baseù

La seconda è lo shiitake, fungo diffuso soprattutto in Cina e Giappone, il secondo più consumato al mondo, dopo lo champignon: è ricco di vitamina D e il prezzo al chilo è di circa 20 euro.

Il più particolare è l’hericium, tipologia che può essere identificata perché cresce con un singolo ciuffo, tanto che viene comunemente chiamato criniera di leone. Contiene una serie di polisaccaridi, come il B-glucano, eteroglucani, eteroxilani, come molti triterpeni noti come hericenone ed erinacine.

È il fungo dell’attenzione – spiega Antonio Di Giovanni – perché va a stimolare le interconnessioni neuronali, facilitando l’attenzione. Contiene molta vitamina D, ed è benefico per il nostro stomaco e per la flora intestinale.

Il prezzo proposto dall’azienda è di 23 euro al chilo.