Sostenibilità

Così il petrolchimico di Priolo ha abbattuto le emissioni

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di Antonio Giordano

Continuano a migliorare i dati ambientali della provincia di Siracusa, nonostante la presenza di industrie ad alto impatto come le raffinerie dell’area di Priolo. Lo dicono i dati del Cipa, il consorzio ambientale della provincia aretusea nato nel 1974 proprio per monitorare con attenzione la qualità dell’aria del polo energetico mediante 19 centraline interconnesse dislocate sul territorio: i soci sono Confindustria Siracusa e le società presenti nell’area industriale di Priolo (Lukoil, Sonatrach Raffineria Italia, Erg Power, Buzzi Unicem, Versalis, Sasol Italy).

Una misurazione che avviene non solo per gli agenti che sono normati a livello nazionale, ma anche per elementi “non normati” come gli idrocarburi non metanici. Un controllo costante per 24 ore al giorno per tutto l’anno di biossido di zolfo, ossidi di azoto, ozono, idrocarburi, idrogeno solforato, benzene, polveri (PM10 e PM2.5) oltre che gli idrocarburi non metanici.

«Quello che si può e si deve dire», dice Mario Lazzaro, presidente del Cipa, che ha presentato gli ultimi dati disponibili durante un incontro che si è tenuto ad Augusta, «è che registriamo ormai da anni un miglioramento e che viene certificato non solo nei nostri report».

Passi avanti che sono stati fatti grazie all’attenzione ambientale ma anche agli investimenti realizzati dalle imprese per ridurre le emissioni. I dati del Cipa confermano che la situazione sui parametri primari continua nettamente a migliorare: la concentrazione media di biossido di zolfo si è ridotta di quasi il 90% dalla fine degli anni ‘80 a oggi, da anni non si evidenziano transitorie concentrazioni di picco che possono rappresentare un problema per la salute; i livelli medi annui degli ossidi di azoto mostrano una tendenza di riduzione di circa il 5% negli ultimi 4 anni.

Questo grazie all’impiego delle più moderne ed efficienti tecnologie di combustione nel settore industriale – sottolineano i tecnici nel rapporto – il particolato PM10 in tutta l’area monitorata dalla rete interconnessa non ha mai rappresentato un problema, facendo eccezione a quegli sporadici episodi generati dalle sabbie sahariane. Salgono con una lievissima tendenza, invece, le concentrazioni di ozono, parametro secondario per eccellenza.

«Su questo parametro, possiamo affermare che non si tratta di un fenomeno locale, ma di vasta distribuzione a livello nazionale ed oltre, localmente, le concentrazioni, sono in parte sostenute dalla presenza di precursori, ma non a livelli superiori a quelli che si registrano in città densamente popolate, dove ossidi di azoto ed idrocarburi derivanti dal trasporto su ruote formano lo smog fotochimico», spiegano ancora i tecnici, «è un’evidenza scientifica che in Europa esiste un gradiente da Nord a Sud nelle concentrazioni di ozono misurate, con valori più elevati nel Mediterraneo».

Se il termine di paragone è tra la nostra aria e quella che respirano le persone in pianura padana o più in generale quella del nord Italia o di molte zone dell’Europa, la qualità della nostra è migliore.

Conclude Lazzaro.

A confronto le sfide dello sviluppo

Il confronto di Augusta nel quale sono stati presentati i dati del Cipa era inserito in un convegno nel quale si parlava di investimenti del PNRR (da cui però sono escluse le raffinerie al centro di un percorso di transizione energetica), tutela della salute e sviluppo del territorio siracusano fortemente condizionato dalla presenza dell’ industria petrolifera.

Siamo davanti a sfide ulteriori alle quali per arrivare pronti dobbiamo puntare soprattutto all’obiettivo ovvero mantenere la condizione attuale e migliorare il nostro ambiente.

Ha spiegato Lazzaro. All’incontro ha partecipato Alessandro Miani (Presidente della società italiana di medicina ambientale) che ha confermato come esista un gradiente in cui l’aria migliora spostandosi da nord a sud; Giancarlo Bellina Managing Director Erg Power che ha proposto spunti di intervento e di investimento per mantenere l’area ancora competitiva; l’oncologo siracusano Paolo Tralongo che ha parlato dell’importanza dei controlli di screening ma anche degli stili di vita.