Sostenibilità

Demus: dal caffè non si butta nulla

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di Franco Vergnano

L’apripista lo fece, qualche lustro fa, la Scotti. Stiamo parlando del riciclo, allora per ottenere energia, della pula del riso. Adesso è una PMI triestina che, seguendo la strada dell’innovazione tracciata dalla multinazionale pavese è diventata leader nella decaffeinizzazione del caffè verde: ossia, come ti riciclo gli scarti nella parte a monte della filiera produttiva.

Il nome dell’azienda giuliana deriva dal suo fondatore, Fulvio Mustachi: Demus è infatti l’acronimo di Decaffeinizzazione Mustachi. Il nipote, Massimiliano Fabian è oggi l’amministratore delegato della Demus Spa. La società prende la commodity grezza dai produttori di mezzo mondo, quindi la lavora prima di mandarla ai torrefattori per la tostatura e la successiva commercializzazione: gli “toglie la pelle”, poi la decaffeinizza ed esegue quindi una serie di lavorazioni. Infine – da leader dell’economia circolare – al motto di “Il caffè è come il porco, non si butta via niente”, prende tutti gli scarti e li riutilizza in mille forme e maniere, dall’industria farmaceutica alle cere e ai cosmetici, dal biogas ai fertilizzanti e ai materiali per l’industria tessile.

Ad esempio, viene riutilizzata la coffee silverskin, la pellicina argentea che protegge l’esterno del chicco verde. E alla Demus lo fanno con una tecnica e con processi di lavorazione che sono stati ottimizzati per mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche del prodotto di partenza, al punto che il prodotto decaffeinato, decerato o detossificato risulta difficilmente distinguibile dal caffè non lavorato.

E così l’azienda, oltre a svolgere servizi personalizzati su specifica richiesta dei clienti (ad esempio per rimuovere gli eventuali aromi negativi), oltre a immettere sul mercato il caffè decaffeinato, ha saputo trovare dei nuovi clienti ai quali ha spiegato come utilizzare i suoi scarti di lavorazione. Dai quali nascono poi cellulosa per carte ecologiche e di design, fenoli per prodotti cosmetici naturali, azoto per fertilizzanti e sostanze per la produzione di biogas.

Per non parlare della caffeina estratta che viene destinata all’industria farmaceutica. Ma non basta. La Demus ha trovato un partner industriale nel Regno Unito, la Kerax, in grado di utilizzare le cere estratte dai chicchi di caffè nel settore tessile, con funzione impermeabilizzante (per i giacconi Barbour, ad esempio) trasformandole da rifiuto che va smaltito in materia prima seconda.

La Demus ha fatturato nello scorso anno quasi sei milioni di euro, in forte crescita sui 4,8 del 2020 e gli oltre cinque del 2019. Data la sua specifica attività, l’azienda triestina ha da sempre fatto particolare attenzione ad ottenere le certificazioni di qualità. Moltissime quelle finora guadagnate. I documenti sono stati rilasciati dal severo Dnv, un ente terzo internazionale che si occupa di garantire il rispetto di procedure e modalità operative. «Tutte le certificazioni – sottolineano alla Demus – vengono revisionate e aggiornate attraverso controlli periodici. La certificazione del proprio sistema di gestione assicura la nostra qualità aziendale, garantendo prodotti e servizi che soddisfino i clienti».

Certificati anche per i Paesi musulmani

La Demus di Trieste è un’azienda specializzata nel cosiddetto “B2B”, cioè nel business to business, nel senso che svolge lavorazioni in conto terzi per altre società e non si rivolge direttamente al consumatore finale. Anche se è una piccola azienda, ha un sito in quattro lingue: oltre al classico italiano e inglese, c’è anche il francese e lo spagnolo, a testimoniare la sua vocazione all’export.

Il Ceo dell’azienda ha già anche ricoperto incarichi internazionali, essendo stato eletto alla presidenza della Scae (Speciality coffee association of Europe). «La ragguardevole quota di mercato detenuta dall’azienda nella nicchia specifica – racconta Massimiliano Fabian – è il risultato della nostra esperienza perché siamo da sempre impegnati nell’attività di ricerca e nell’implementazione di strategie innovative, perseguendo l’obiettivo della qualità totale».

Una curiosità. Per essere presente sui mercati mondiali, la Demus  si è impegnata a seguire le direttive suggerite dall’Hia (Halal international authority), ente riconosciuto a livello internazionale, in modo da garantire la “compliance” dei suoi prodotti anche alle persone di fede musulmana.