Sostenibilità

E-car, rifornire costa la metà

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di Lorenza Resuli

A fine marzo è scattato il semaforo verde (è il caso di dirlo!) al regolamento Ue che sancisce lo stop ai motori endotermici per le auto e per i furgoni nuovi a partire dal 2035.

L’Italia si sta preparando? Al rallentatore, con qualche sporadica accelerata. Ancora oggi sono in funzione ben poche colonnine per il rifornimento elettrico – 36.772 su tutto il territorio nazionale – e solo lo scorso anno si è registrato un aumento del 41% degli erogatori.

Questa carenza ovviamente disincentiva una scelta che non fa bene solo all’ambiente, ma anche alle tasche. Lo conferma una recente indagine di Altroconsumo: il costo annuo per il rifornimento di un’auto elettrica è di circa 500 euro contro i 1.000 euro sborsati per un’utilitaria a benzina e gli 890 euro per un’auto diesel.

L’indagine ha anche messo a confronto i prezzi di ricarica di 265 colonnine elettriche “lente”, fast e casalinghe dislocate in tutto il Paese.

La spesa va dai 36 centesimi per kWh della ricarica domestica ai 93 centesimi per kWh delle colonnine ultrafast.

Cifre che rendono particolarmente interessante il bonus colonnine rilanciato dal decreto Milleproroghe, che fino al 2024 riconosce l’80% del prezzo d’acquisto di una stazione privata.