Sostenibilità

Green è bello, ma servono i dati

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Aziende e consumatori uniti sul fronte della sostenibilità. Le prime ben disposte a investire risorse e capitali per accogliere i famosi criteri ESG (Environmental, Social e Governance, ovvero i pilastri della produzione etica e green), i secondi ben contenti di premiare con i loro acquisti chi dimostra di rispettarli. Qual è il problema? L’inadeguatezza dei dati ESG, che impedisce alle imprese virtuose sia di procedere a passo spedito sia di rispondere alle aspettative dei consumatori, che chiedono a gran voce una maggiore trasparenza proprio sul terreno della sostenibilità.

È quanto emerge da uno studio di IBM, che ha coinvolto 2.500 dirigenti e oltre 20mila cittadini, chiamati a esprimere la loro opinione sugli obiettivi ambientali, sociali e di governance fissati dall’Unione Europea.

Il 76% dei dirigenti intervistati ha affermato che gli obiettivi ESG sono al centro della loro strategia aziendale e 3 su 4 li considera come un fattore di crescita, ma solo il 41% ha compiuto progressi concreti su questo versante per colpa principalmente dell’insufficienza dei dati (41%) e delle barriere normative (39%).

Dal canto loro, più della metà dei consumatori dichiara di essere sensibile alla sostenibilità ambientale e sociale di ciò che acquista, ma punta il dito contro la mancanza di trasparenza. Solo 4 su 10, infatti, ritengono di avere abbastanza informazioni per prendere decisioni in materia di acquisto o di lavoro sostenibili dal punto di vista ambientale.

Imprese & ESG, istruzioni per luso

Adesione ai modelli innovativi, la direttiva CSRD con i nuovi standard Efrag e l’impatto sul sistema imprenditoriale: sono i temi del convegno “Governare la sostenibilità: come le imprese affrontano il cambiamento” in programma il 22 maggio a Milano, presso la Borsa italianaBorsa italiana.